Nuovo Isee 2015, primo stop da parte del Tar: si penalizzano i disabili?

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di Valentina Brazioli | 14 Febbraio 2015

Roma -

Nuovo Isee 2015, mentre in tanti si chiedono come affrontare il nuovo indicatore della situazione economica equivalente, dal Tribunale amministrativo laziale è arrivato un primo altolà. Nodo del contendere? Le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento.

Nuovo Isee 2015, la strada del nuovo indicatore della situazione economica equivalente si fa decisamente in salita. Nonostante sia in vigore appena dallo scorso mese di gennaio, infatti, molte polemiche ha già creato, sia la ridefinizione della sua portata, nonché per l’eccessiva complicazione degli adempimenti necessari per ottener

Il ricorso al Tar del Lazio: perché lo stop?

Tra i nodi considerati più sensibili, il conteggio nel reddito complessivo delle indennità e delle pensioni percepite dal soggetto che vive in una situazione di disabilità. Proprio per questo motivo, fin dall’aprile del 2014, un cartello di associazioni afferenti al mondo dei diversamente abili aveva presentato ricorso al Tar del Lazio contro la presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso nove tesi differenti. Il tribunale amministrativo, da parte sua, ha giudicato fondata una delle tesi proposte, dichiarando in parte illegittimo il decreto con cui il Governo aveva approvato il regolamento del nuovo Isee. L’indicatore, in concreto, serve proprio a certificare la situazione economica di chi richiede prestazioni sociali agevolate o l’accesso a condizioni agevolate ai servizi pubblici. I giudici hanno definito un errore considerare come reddito disponibile anche le somme che lo Stato elargisce per compensare le oggettive condizioni di svantaggio, anche economico, che gravano sui disabili e sulle loro famiglie. Di fatto, la nuova impostazione voluta dall’esecutivo rischia di penalizzare uno dei segmenti più deboli della nostra società.