'Roma non si vende', scendono in piazza i movimenti. Gli organizzatori: "Siamo in 20mila"

Roma -

Da piazza Vittorio al Campidoglio, la manifestazione indetta contro le privatizzazioni di servizi, sfratti e la vendita del patrimonio pubblico

"Siamo in ventimila". Questa la stima dei partecipanti al corteo di movimenti, centri sociali e sindacati di base fatta dai promotori del comitato Roma Comune. La manifestazione, dopo aver percorso via Cavour e via dei Fori imperiali è poi giunta in piazzale della Madonna di Loreto, ai piedi dell'Altare della Patria. Qui era stato predisposto un blocco di blindati delle forze dell'ordine che impediva l'accesso a piazza Venezia. Bloccata anche la salita di San Pietro in carcere che conduce al Campidoglio. I manifestanti stanno raggiungendo la piazza del Comune dalla stretta scalinata che costeggia il museo del Vittoriano.

La partenza. La manifestazione era partita poco dopo le 16 da piazza Vittorio. In testa, un grosso striscione: "Decide Roma, decide la città". Tra i manifestanti anche centri sociali, movimenti, precari e sindacati di base. Tra quanti reggevano lo striscione di testa della manifestazione anche alcuni bambini che frequentano la palestra popolare "La Torre".

Gli slogan. Lo slogan che si legge sui manifesti è diventato virale: "Roma non si vende". La campagna viaggia sul web con video, gif e i volti noti della romanità verace e popolare: la scritta "Venderesti tua nonna?" e accanto la foto della Sora Lella. "Venderesti tua madre?" insieme alla lupa capitolina. "Venderesti il tuo capitano?", ed ecco insieme un bel ritratto di Francesco Totti. Ci sono anche diversi testimoniali, come Daniele Gaglianone e ZeroCalcare. I manifestanti. Questa campagna, che è comunicativamente efficace, è quella scelta dai centri sociali, dai movimenti per la casa, dalle coop sociali, dai sindacati di base, dagli attivisti per l'acqua pubblica, dalle educatrici dei nidi. Tutti in piazza, tutti insieme per una protesta sui diritti. Tra di loro c'è anche Stefano Fassina. "E' una manifestazione importante per i beni comuni, per l'acqua pubblica, per dire no alle trivelle, affinché il patrimonio di Roma non venga più privatizzato ma utilizzato per fini sociali", ha commentato il candidato sindaco di Sinistra italiana. Non è l'unico aspirante primo cittadino. C'è anche Alessandro Mustillo del Partito Comunista: "Bisogna dire no alla svendita del patrimonio comunale, noi vogliamo valorizzarlo sottrarlo ad una cattiva gestione, utilizzarlo per le reali esigenze dei romani dal diritto alla casa, alle attività sociali che servono nei quartieri. Vogliamo stracciare il piano Tronca, anzi - ironizza - il 'Piano Stronca' perché cancella tutti i diritti uccide la parte sana della città, lasciando intatto il potere di mafia capitale". I punti e le battaglie. Le battaglie che si vogliono sottolineare con questa manifestazione, sono quelle contro le privatizzazioni di servizi, gli sfratti, la vendita del patrimonio pubblico e lo sgombero dei centri sociali e delle associazioni: a quest'ultimi Roma Capitale ha chiesto indietro gli spazi affidati a canoni low cost attraverso una delibera degli anni Novanta: l'obiettivo del comune è quello di metterli a reddito a prezzi di mercato. Ma tra le realtà che si vogliono cancellare ci sono esperienze e spazi storici come Corto Circuito, Esc o La Torre. Per evitare che tutte queste battaglia diventino un mucchio di rovine, i manifestanti proporanno in Campidoglio una "Carta di Roma Comune", ideata avendo in mente l'esperienza di Bologna con il Regolamento dei beni comuni, e Napoli, con la delibera del sindaco De Magistris sulla gestione partecipata dell'ex asilo Filangeri. Le forze dell'ordine. Aperto il dialogo con la Questura per una protesta pacifica. In campo, anche per la concomitanza di corteo e partita della Roma, mille agenti, tra reparti mobili e Digos. Attivati tutti i sistemi di videosorveglianza, telecamere e smartphone connessi con la sala operativa. L'indicazione della vigilia d'altronde era quella di "privilegiare, in ogni fase, il dialogo, ma di non essere tolleranti in caso di violazione delle leggi".