FAR WEST A CASTELGANDOLFO: BANDA CAPEGGIATA DALLA PROPRIETA' TORTURA L'INQUILINO MOROSO

Sequestrato e torturato, l'inquilino è ora in prognosi riservata. Occorre garantire il Diritto alla Casa affinché la legge del più forte non prevalga.

Roma -

Quanto accaduto a Castelgandolfo è raccapricciante:

una banda di criminali, capeggiata dalla proprietà di un alloggio in locazione, ha sequestrato, picchiato e seviziato l’inquilino “colpevole” di aver maturato una morosità di circa 2000 euro. L’uomo è stato letteralmente torturato. Il tentativo di estorsione mirava perfino ad ottenere una cifra molto superiore al debito maturato dalla vittima.

Al di la del fatto di cronaca in sé non si può negare che il clima attorno alla questione abitativa in questi ultimi anni sia parecchio peggiorato. Le campagne mediatiche condotte da note trasmissioni di intrattenimento giornalistico e/o approfondimento hanno creato una percezione del problema del tutto scollegata dalla realtà. Chi non riesce più a pagare un affitto è diventato un “ladro di case”, chi per necessità occupa un immobile pubblico chiuso da anni e non assegnato idem.  Gli stessi assegnatari di un alloggio pubblico vengono rappresentati come dei “parassiti” o “furbetti” e così via. “Autorevoli” associazioni e personalità pubbliche hanno chiesto che gli sfratti venissero eseguiti sotto pandemia, anche nei confronti di chi non pagava il canone in seguito all’azzeramento del proprio reddito come conseguenza delle misure da contenimento della pandemia stessa, mentre su tutti i canali nazionali veniva ripetuto lo slogan “State a Casa”. Si è addirittura approntato un pacchetto di proposte da inoltrare al nuovo Governo tra le quali spicca la richiesta di poter condurre gli sfratti privatamente servendosi di  squadre privatamente assoldate dalla proprietà! È chiaro che se il livello del dibattito è questo, qualcuno poi si senta autorizzato ad intervenire con violenza per perseguire i propri interesse economici.

Da come è impostato questo racconto non emergono però le reali criticità che ruotano attorno al problema “Casa”.   Per fare chiarezza proponiamo di partire dai dati.

  • La percentuale di edilizia pubblica è bassissima, circa il 3% del totale. Al di sotto della media degli altri paesi europei. Inoltre la condizione del Patrimonio, sia dal punto di vista manutentivo che gestionale, è pessima. Le case popolari sono insufficienti  ad assolvere al loro compito, cioè garantire il diritto alla casa
  • La legge sugli affitti (L. 431/98) è stata fallimentare. I canoni di locazione incidono sui salari per una misura superiore al 50%. Questi sono inoltre fermi da 30 anni. Il canale che la legge riserva alla contrattazione assistita dalle parti sociali (c.d. canone concordato) produce canoni più alti di quelli a libero mercato, dando però vantaggi fiscali al proprietario che usufruisce della cedolare secca al 10%. Nessun vantaggio reale per l’inquino e minor gettito fiscale (ossia minori entrate per la collettività). La L. 431/98 ha prodotto oltre 2 milioni di richieste di esecuzione di sfratto in poco più di 20 anni.
  • Le città sono piene di patrimonio immobiliare inutilizzato. Gran parte di quel patrimonio è di grandi proprietari che godono (a differenza dei veri piccoli proprietari) di benefici sull’Imu.
  • Quasi tutto il patrimonio degli enti pubblici è stato negli anni dismesso. Un elemento che poteva fungere da calmieratore dei fitti per tutti è stato trasformato in occasione di speculazione per pochi, creando negli anni nuova emergenza.
  • L’incidenza degli affitti sui salari e la cultura della proprietà ha reso questo paese “schiavo del mattone”. Milioni di famiglie hanno contratto mutui al di sopra delle proprie possibilità, indebitandosi. Ciò produce un altissimo numero di pignoramenti e perdite di prime case. La legge che dovrebbe impedire che questo accada attraverso l’acquisto da parte delle Ater degli immobili all’asta, non ha mai avuto copertura finanziaria.
  • I giovani studenti sono costretti a svenarsi per pagarsi una stanza e spesso cadono vittime dello sfruttamento accettando qualsiasi genere di lavoro o lavoretto per fronteggiare le spese derivanti dagli affitti. Il loro diritto allo studio non è garantito per mancanza di alloggi pubblici per studenti. Idem dicasi per i giovani in generale, costretti a rimanere a casa coi genitori piuttosto che affrontare le spese di una sistemazione abitativa indipendente.
  • A ciò aggiungasi la prossima crisi delle bollette: milioni di famiglia che finora con grande sacrificio hanno pagato sia affitti che utenze, dovranno scegliere fra l’una o l’altra cosa. Tutto questo in un contesto economico regressivo.

Di fronte a quanto riportato Asia-Usb rimane l’unica forza sindacale conflittuale a difesa del Diritto alla Casa. Oggi come non mai servono interventi strutturali che capovolgano la situazione nel breve termine. Aumentare in modo massiccio l’offerta di edilizia pubblica e introdurre una nuova legge che garantisca canoni di locazione realmente esigibili è il primo passo verso una società più equa, dove tutti possano vedersi riconosciuto il diritto ad un alloggio ed alla città. Sottrarre milioni di famiglie dallo strozzinaggio delle banche significherebbe infine restituire, in termini di salario indiretto, quote importanti di ricchezza alle famiglie che finora ne sono state private. 

Asia-Usb