Periferie, sgomberi ATER a Tor Bella Monaca: no alla guerra ai poveri, la giustizia sociale è la nostra legalità!

Parla Daniela, una delle donne cacciate da casa nell’ultima operazione di ‘ripristino’ della legalità effettuata dall'ATER di Roma a Tor Bella Monaca.

Roma -

All’indomani delle operazioni che hanno portato a nuovi sgomberi nelle case popolari del quartiere di Tor Bella Monaca, rileggendo sul sito dell’Ater il comunicato con il quale l’azienda che dovrebbe gestire il patrimonio di edilizia pubblica più importante della città e nel quale si rivendica il grande successo di ripristino della legalità, non possiamo non esprimere qualche considerazione su quanto da mesi sta avvenendo a Roma e nelle sue periferie.

Pubblichiamo una breve video-intervista a Daniela, una delle donne cacciate da casa, insieme a suoi due cagnolini, nell’ultima operazione di ‘ripristino’ della legalità effettuata con un dispiegamento enorme di VV.UU. e Polizia di stato. È opportuno partire proprio da questo termine, legalità, così abusato soprattutto in quei territori fragili come Tor Bella Monaca, Caivano e le tante altre periferie del nostro paese che, abbandonate da decenni a se stesse dalla politica e dalla funzione che questa dovrebbe svolgere nell’interesse della collettività, trovano nuovi paladini della giustizia. Questi però, nella loro furia risolutrice, ci sembrano incapaci di analizzare i fenomeni distortivi che l’anomia crea in una condizione sociale priva del riconoscimento di quei diritti fondamentali come il lavoro, un reddito dignitoso e la cultura (per limitarci rispetto ad un lungo e possibile elenco), fomentano la guerra ai poveri piuttosto che alla povertà e alla criminalità vera. Una legalità piatta, lontana anni luce dalla giustizia sociale cui tutti dobbiamo, o per lo meno dovremmo, aspirare.

E allora, diamo un nome ed un volto a queste persone così frettolosamente definite “abusive” (termine orribile per classificare degli esseri umani), come nel caso di Daniela o addirittura indicate come appartenenti a ‘clan’. Noi li conosciamo, visto che nella nostra sede sono venuti e vengono quotidianamente a raccontare i loro problemi e fra questi, spesso si cela il vero motivo che li ha spinti ad occupare una casa popolare, spesso lasciata colpevolmente vuota per anni proprio da chi oggi fa pindarici voli e si erge a paladino dei più deboli, con tanta, troppa ipocrisia. Sono i poveri, oggi, a essere scacciati per volere di chi si proclama difensore dei valori universali del cattolicesimo.

E allora parlateci con quelle persone, poveri, fragili, a volte anziane o minori, che sgomberate. Chiedetegli se adesso sanno dove andare, se per disperazione entreranno in un’altra casa lasciata vuota ad ammuffire. Spiegategli chi siete e che tipo di legalità rappresentate. Raccontategli la vostra grande azione di legge e bontà e di come avete scelto di buttarli per strada, poveri che sono, nel perdurare di una crisi decennale in cui il nostro paese arranca e soffre perché, a differenza del “vostro”, è fatta da milioni di famiglie che non riescono a pagare gli affitti ed i mutui che avete imposto con le vostre scelte politiche ed economiche e, ad oggi, soffrendo terribilmente il caro vita, faticano a mettere insieme il pranzo con la cena.

E mentre sgomberano le tante persone che disperate andranno probabilmente sotto i ponti, spiegateci cosa c’è di così eccitante, di così appagante, in una città che ormai ha scacciato i suoi abitanti dal centro e dalla prima periferia, per svenderla ai ricchi, alle banche ed alle grandi società.

Per questo dovreste tutti interrogarvi, in primis proprio quei legalitari e quegli ipocriti che magari osannano per mettersi in mostra azioni di “ripristino della legalità”, dimenticando che magari la casa popolare che abitano l’hanno ottenuta con una sanatoria, dopo averla occupata.

Crediamo che starà a quelli come noi fare in modo che al termine giustizia venga sempre abbinato il termine sociale, anche quando dovremo resistere, se necessario con i nostri corpi, di fronte a chi vuole imporre quella stessa Legalità di cui abbiamo parlato.

Non è con le parate militari, accompagnate da quelle dell’ipocrisia, che si affrontano i problemi delle periferie lasciate al degrado: state raccogliendo ciò che consapevolmente avete seminato e ora avete la faccia tosta di farci credere che state finalmente affrontando i problemi di questi quartieri difficili, continuando con la demagogia dei blitz che hanno tutto l’odore di una campagna mediatica che serve a dare qualche medaglietta a qualche funzionario zelante o politicante di turno pronti a saltare sul carro dei momentanei vincitori e deviare l’attenzione dai problemi reali delle periferie, coprendo i veri colpevoli del loro abbandono e dello stato delle cose presenti.  
Rimane l’amarezza della storia di Daniela, figlia dei danni che le cattive politiche per l’abitare hanno prodotto negli ultimi decenni. Da parte nostra siamo sempre di più convinti che l'unica GRANDE OPERA di cui ci sia veramente bisogno sia casa, lavoro, cultura e giustizia sociale!

da Tor Bella Monaca Maria Vittoria Molinari, Asia USB