TORRI OCCUPATE: RASSEGNA STAMPA

Roma -

Liberazione

Esperienze italiane ed europee a confronto con il laboratorio Roma in un convegno oggi e domani all'Horus occupato. Come si fa a rimettere al centro il bene comune delle metropoli?

di Emanuela Del Frate

Roma - Come unire politica radicata nel territorio e lotta per il diritto all'abitare con la cultura e il cambiamento? Per capirlo dobbiamo fare un salto all'Eur. Il mussoliano quartiere di Roma, già da un po' di tempo sta cambiando faccia. Prima con la realizzazione della mastodontica Nuvola progettata da Massimiliano Fuksas e, da poco, con lo smantellamento delle due torri, sede degli uffici del ministero delle Finanze, e la successiva costruzione della nuova creatura, firmata in questo caso da Renzo Piano.
Proprio questo nuovo cantiere, il cui appalto appartiene agli imprenditori romani Toti in partnership con Fintecna, è stato occupato ieri mattina con un'azione unitaria che ha visto insieme Action, Blocchi precari metropolitani, Asia Rdb, Comitato obiettivo casa e il Coordinamento cittadino di lotta per la casa. Potrebbe sembrare un luogo singolare per la protesta di questo network da sempre mobilitato sull'emergenza abitativa. Ma questo non è un luogo scelto a caso; questo angolo dell'Eur fa infatti il paio con la zona della Bufalotta, entrambi protagonisti delle modifiche, tutte a vantaggio dei costruttori, apportate al piano regolatore proprio poco tempo prima che finisse il mandato di Veltroni. Solo l'ultimo atto di una escalation, al punto che, denunciavano ieri i manifestanti, il piano risulta totalmente distrutto.
Un tratto nodale del modello di governance veltroniano, bocciato, ormai lo sappiamo, proprio perché mentre portava Roma nell'élite delle città italiane, a forza di Notti bianche faceva crescere nella popolazione la preoccupazione e la rabbia che tanto bene la destra sembra aver interpretato. E' per questo che Roma resta un laboratorio, questa volta per chi non vuole praticare un'apparente e illusoria pace sociale, ma al contrario pensa irrinunciabile il conflitto. «Come potrà la nuova giunta evitare di far deperire le performance economiche della capitale, tenendo ben saldo il rapporto con gli "operatori economici" (come si usa chiamare oggi il grande capitale) e, contemporaneamente, realizzare risposte concrete per fronteggiare l'insicurezza sociale prodotta dai processi di precarizzazione?». Questo si chiedono gli organizzatori del convegno "Roma e le altre. L'arte della rendita e i territori del conflitto metropolitano" che si svolgerà oggi e domani all'Horus occupato a piazza Sempione. L'Horus, con questo tavolo e con una ricca programmazione - tra cui oggi lo spettacolo teatrale di Ulderico Pesce Asso di monnezza e domani il concerto di Ottavo Padiglione, la musica e i video di Riot generation - festeggia il primo anno di occupazione. Molti sono gli interventi da Fumagalli a Villani, da Sotgia a Mordenti e Ferraro, diversi anche gli ospiti stranieri come Michael Edwards e Joan M. Gual per mettere a confronto la capitale italiana con Londra e Barcellona.
Le politiche abitative sono certamente uno dei centri della conflittualità. Non solo a Roma, non solo in Italia. Perché, come sottolinea Paolo Di Vetta - che parlerà proprio di "Lotte per l'abitare e le nuove proposte dell'housing sociale" - «sono le nuove frontiere della relazione tra pubblico e privato che vedono l'amministrazione contrattare anche gli interventi sociali direttamente con i privati con meccanismi che prevedono di fatto la concessione di cubature in cambio di aree che verranno destinate alla costruzione di case con canone più o meno popolare. Case realizzate su aree agricole; una mossa che farà saltare la partecipazione e che fa aumentare di fatto il ricatto nei confronti di chi non ha casa». E' questo lo strumento con cui Alemanno potrebbe riuscire a mantenere gli interessi economici e l'attenzione ai problemi di quell'elettorato proletario che lo ha votato. Gli organizzatori del convegno scommettono su un'ipotesi: «Per dare risposte vere che vadano oltre i palliativi di immagine della repressione dei "clandestini" o della prostituzione, Alemanno dovrà entrare in conflitto con i poteri forti della città e questo, c'è da scommetterci, non lo farà». Non solo, un altro scoglio per il centro destra è proprio la paura e l'insicurezza diffusa su cui ha basato la sua vittoria elettorale. Il clima che ha invaso Roma negli ultimi giorni dimostra ampiamente come anche quella dell'"ordine" sarà una scommessa difficile da mantenere se, come sta accadendo, aggressioni e violenze sono direttamente riconducibili alla destra o alla rabbia cieca proprio di quelle fasce di popolazione che più si sentono colpite «dai grandi cambiamenti prodotti dalla globalizzazione neoliberista».
Proprio su queste contraddizioni e difficoltà gli attivisti dell'Horus e delle altre situazioni che daranno vita al convegno di oggi e domani, puntano, convinti che l'esito della nuova fase che si apre per la capitale (ma il discorso vale anche per le altre città e metropoli governate dalle destre e dai centrosinistra liberisti) dipenderà da quello che sapranno mettere in campo i movimenti. «Certo, se ci chiudessimo nella difesa degli spazi, nelle trincee faticosamente scavate in questi anni, faremmo il gioco di Alemanno», dicono. «Il nuovo sindaco non ha nessuna intenzione di stuzzicare il can che dorme. E i movimenti sociali, a Roma, dormono un sonno profondo». Il momento storico offre l'occasione, al contrario, di rilanciare radicalmente. Il punto è scuotersi e coglierla. Ci si riuscirà «se i movimenti sapranno lanciare un percorso articolato di lotte sociali capaci di interpretare i bisogni profondi della città, costruire risposte all'altezza di una sofferenza sociale sempre più estesa, se sapranno raccogliere le aspettative di tanta gente che ha creduto in Alemanno non per ideologia ma perché ha visto in lui un sindaco più vicino ai suoi problemi». E' questo il terreno su cui camminare, secondo lo spazio autorganizzato promotore del confronto di oggi e domani, non «la retorica ideologica antifascista», ma «l'azione incalzante sui problemi dell'oggi». Perché in città, dicono, c'è «una soggettività sociale diffusa e articolata che può occupare lo spazio lasciato vuoto dalla sinistra, finalmente sparita dal quadro politico istituzionale».
Un dibattito tutto romano, che si sviluppa nell'orizzonte limitato dello choc postelettorale? Neanche per sogno, se l'idea di fondo buttata sul tavolo è quella di «trasformare la crisi di governance in una dinamica di autorganizzazione sociale diffusa e fuori controllo, combattere la rendita e affermare nuovi diritti, rimettendo al centro il bene comune della metropoli». Di carne al fuoco (e di ambizione) insomma ce n'è tanta, e il convegno, di respiro europeo, organizzato dall'Horus punta il dito nei punti dove ce n'è di più: la crisi del modello di governance e le prospettive dei movimenti dopo il fallimento della sinistra. Un momento importante a cui partecipare anche per condividere i festeggiamenti dell'Horus che invita proprio «chi non si arrende alle passioni tristi e costruisce giorno per giorno, percorsi di liberazione».

Il Manifesto

Roma: Blitz per il diritto alla casa

Nuova azione della rete per il diritto all'abitare che ieri ha occupato le due Torri dell'Eur, situate in un complesso di grandi strutture, «per chiedere il ritiro immediato» della delibera, in deroga al nuovo piano regolatore, approvata dal commissario straordinario Morcone: questa autorizza lo smantellamento delle due Torri a favore di abitazioni di lusso. «Con il 'censimento dal basso' e con l'iniziativa di oggi - affermano Action, Coordinamento lotta per la casa, Blocchi precari metropolitani e Asia Rdb - intendiamo aprire una contrattazione articolata con la nuova giunta capitolina sul disegno della città e sulla destinazione delle aree, sull'uso del costruito e sull'accesso al diritto alla casa». Insomma non nuovi regali agli speculatori ma edilizia popolare, con un ragionamento sulle aree private disponibili e sugli alloggi già costruiti ma vuoti: «Non vogliamo altro cemento e siamo pronti a bloccare tutti i nuovi cantieri di edilizia residenziale non pubblica». Dopo tre ore d'occupazione i movimenti incontrano l'assessore al Patrimonio Antoniozzi. Hanno ottenuto per la settimana prossima il tavolo con il prefetto e per il 10 giugno un primo incontro presso l'assessorato al Patrimonio. «Questo - dice la rete - ci fa ritenere fondate le nostre richieste di urgenza dei provvedimenti da mettere in campo per garantire chi a Roma è in emergenza alloggiativa».

EPolis Roma

Emergenza. I movimenti di lotta prendono possesso della struttura, una delle varianti al Prg
Casa, occupate le Torri dell'Eur «Si ridiscuta il piano regolatore»
Comitato Ambiente e salute: «Ad Alemanno chiediamo discontinuità nell'urbanistica»
di Marta Rossi

Roma - Sono saliti fino ai piani alti per segnare il territorio con uno striscione: "In tanti senza una casa". E il territorio, questa volta, sono le Torri dell'Eur, uno dei nodi più spinosi del piano regolatore. A occupare, i movimenti di lotta per la casa: Rdb Cub, Action, Blocco precario metropolitano e Coordinamento cittadino di lotta per la casa. Fermano i lavori di smantellamento delle costruzioni che, secondo i piani, dovranno trasformarsi in una struttura di appoggio al nuovo centro congressi. Una occupazione dimostrativa, perché stavolta chiedono che al tavolo del prefetto (ancora senza data), si sieda anche il sindaco. «In campagna elettorale - dicono i militanti - ha promesso di stare dalla parte della gente, questo è il primo banco di prova perché tra l'altro, lui stesso ha votato contro il Prg». Le Torri, così come la Magliana e la Bufalotta, fanno parte del gruppo di varianti al Prg tanto contestate ma che rientrano nel gruppo di delibere firmate dal commissario Morcone. Spiega Cristina Lattanzi, abitante dell'Eur e membro del Comitato salute e ambiente: «Siamo solidali con chi una casa non ce l'ha, ma anche questo è frutto della cattiva urbanistica di questa città. L'Eur è considerato centro storico e ha il vincolo della Carta di qualità. Ma il commissario Morcone ha sfilato dalla Carta l'Eur e l'11 aprile ha firmato la delibera per abbattere le torri». Non solo. Racconta ancora la signora Lattanzi: «I lavori stanno procedendo grazie a una Dia (dichiarazione d'inizio lavori, ndr) depositata in Municipio per il rifacimento della facciata». Ma questa sarà la morte del quartiere. Quello che noi chiediamo ad Alemanno è la discontinuità nella politica urbanistica con la precedente amministrazione e di far partecipare i cittadini». Nel pomeriggio, poi, nel cantiere dell'Eur arrivano Alfredo Antoniozzi, assessore al Patrimonio e alla casa con il vice capo del Gabinetto del sindaco (in ospedale per un piccolo intervento), Tommaso Santori. Parlano con i manifestanti e fissano un incontro: il 10 giugno alle 16 ci sarà un tavolo di confronto. «È il tema di fondo di questa città - spiega l'assessore - Le politiche finora non lo hanno affrontato. Serve coraggio e interventi strutturali forti. Il Prg va rivisto su alcuni punti per l'edilizia popolare. C'è il governo centrale che è sensibile al problema. Ci saranno interventi straordinari per evitare che la casa resti speculazione. C'è bisogno di un equoguadagno ma giusto». «Buon segnale - registra Paolo Di Vetta, Bpm - la scelta di venire qua, mai nessun assessore era entrato. Raccogliamo il segnale, ma non vogliamo ricatti».

Repubblica

I movimenti per la casa occupano le due Torri

di Valeria Forgione

I movimenti per il diritto all’abitare e oltre 500 famiglie hanno dato vita ieri mattina all’occupazione simbolica nel cantiere delle due Torri all’Eur, per chiedere il ritiro della delibera approvata dal commissario straordinario Mario Morcone che prevede lo smantellamento della vecchia sede del ministero delle Finanze, in viale Europa 242, e il cambio di destinazione d’uso in alloggi di lusso e alberghi. Action, Blocco precario metropolitano e Comitato obiettivo casa hanno chiesto la convocazione di un tavolo interistituzionale sull’emergenza abitativa. La risposta è arrivata nel pomeriggio, quando si è presentato l’assessore alla Casa Alfredo Antoniozzi: «La prossima settimana convocheremo un tavolo di trattative con prefetto, Comune e Regione. E il 10 giugno un incontro con i movimenti per la casa».

Corriere della Sera

Torri occupate: «Case popolari subito»

La protesta. Oltre 200 famiglie nel complesso dell’Eur destinato ad albergo di lusso. Nuovo vertice il 10 giugno

L’assessore incontra i comitati dei senzacasa: niente sgombero, parliamoci

di Ilaria Sacchettoni

Occupazione lampo e doppia mossa politica. Action, Blocco Precario Metropolitano, Lotta per la casa, Comitato Obiettivo Casa alle Torri dell’Eur, laicamente posizionati nei confronti del neo sindaco («Misureremo Alemanno sulle cose concrete», Tarzan dixit) hanno occupato ieri mattina le Torri dell’Eur, di proprietà di  «Alfiere» il consorzio d’impresa che riunisce la Lamaro di Pierluigi e Claudio Toti, la Fintecna, e quote di Salvatore Ligresti e Alfio Marchini, rilevatari degli ez edifici del ministero delle Finanze per trasformarli in uno «suites-hotel» firmato Renzo Piano.

Insomma si tenta un collaudo della giunta di centrodestra su emergenza sfratti e politiche abitative e si testa il sopravvissuto centrosinistra sugli stessi temi.

Cinquecento persone di provenienza romana e multietnica ai bordi del cantiere invaso dalla pioggia (le Torri sono in abbattimento) hanno chiesto di essere convocati da sindaco e prefetto. «Qui confluiscono gli interessi dei costruttori romani beneficati dalla giunta Veltroni», sintetizzano Andrea Alzetta «Tarzan» (Action, consigliere della Sinistra arcobaleno), Guido Lutrario e Paolo Di Vetta (Blocco Precario Metropolitano). No a nuove cubature (Torri delende sunt) e sì a nuove case popolari. L’occupazione di un giorno punta a guardare in faccia la destra avendo combattuto a sinistra. «In campagna elettorale Alemanno parlava di 40 mila case popolari da costruire, ma già giorni fa erano scese a 20 mila», dice Alzetta.

Il popolo delle libertà polemizza con la sinistra dell’XI municipio per la recente occupazione di via Spalla, alludendo a complicità: «Come si può occupare un edificio a 200 metri da un commissariato di polizia?», dicono Andrea De Priamo e Marco Perissa.

Ma il neo assessore a Patrimonio e Progetti speciali, Alfredo Antoniozzi si mostra più aperto incontrando gli occupanti dentro le Torri senza porre condizioni di sgombero preventivo della proprietà. «Vediamoci il 10 giugno – dice loro- dobbiamo avere il tempo di vedere le carte. Noi siamo disponibili ma vi chiedo: sarete con noi anche quando andremo a discutere delle aree agricole?». Il riferimento è alla proposta Acer: case a prezzi popolari su terreni a prezzo scontato. Dibattito aperto.

Eidon agenzia fotografica

di Cecilia Fabiano

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