RASSEGNA STAMPA 11 GIUGNO: CASA, SCIOPERO DELLA FAME

Roma -

EPolis Roma

Colli Portuensi 187. I residenti chiedono un incontro alla proprietà, l'Unicredit, che continua a non rispondere
Inquilini, è sciopero della fame «Meglio che morire sotto i ponti»
Smette di mangiare anche Maria Genovese, 82 anni: 900 euro di pensione e 710 di affitto
di Marta Rossi

Roma - La signora Maria Genovese ha 82 anni, vive con il marito e l'unico reddito a disposizione è la pensione da 900 euro di lui. Pagano 710 euro di affitto, più il condominio, più il riscaldamento. Abitano in uno degli appartamenti di via dei Colli Portuensi 187 e da ieri, lei con altri tre inquilini e con Paolo Di Vetta dell'Asia Rdb, ha smesso di mangiare. Sciopero della fame, a 82 anni, per tentare di salvare il tetto sopra la testa. «Non ho diritto alla pensione sociale perchè mio marito prende troppo - racconta la signora Genovese - e il Fondo pensioni (proprietario del complesso dei Colli Portuensi 187, ndr) a febbraio del 2007 mi ha dato 60 giorni per andare via o per comprare la casa a 499 mila euro». Da quel febbraio, grazie alla resistenza del comitato degli inquilini (su 67 famiglie, solo venticinque hanno acquistato la casa) ognuno è rimasto a casa sua, ma ogni martedì gli inquilini dei Colli Portuensi vedono arrivare i potenziali acquirenti dei loro appartamenti. Come la signora Genovese, anche Pietro Frollà, 74 anni, da quaranta nella stessa casa, da ieri è in sciopero della fame, così come Marisa Falovo, l'anima del comitato: «Abbiamo ricevuto tanta solidarietà, ma ora servono i fatti. Chiediamo soluzioni, perchè preferiamo morire di fame che sotto i ponti». Racconta Luciano Paletti, inquilino da 31 anni: «Nella mia casa, i due terzi dei riscaldamenti non hanno mai funzionato. Nelle stanze da letto d'inverno ci sono 16 gradi: come se stessi in mezzo alla strada». «Sono famiglie normali - dice Di Vetta - che non hanno caratteristiche da case popolari. Dentro la città il volto dell'emergenza abitativa è cambiato. Chiediamo, con lo sciopero della fame, al Fondo pensioni di sedersi a un tavolo di trattativa, alla Regione di aprire un fondo economico per le famiglie in difficoltà da inserire nella prossima finanziaria. E la nuova amministrazione, che si era già espressa contro Unicredit, ora passi dalle parole ai fatti». «L'amministrazione ha iniziato a prendere contatti - dice Fabrizio Santori, consigliere comunale e delegato dal sindaco ai Colli Portuensi - la nostra posizione non cambia. Chiediamo alla proprietà in modo forte e ragionevole un incontro». Concetto, questo, ribadito anche da Dario Rossin, capogruppo Pdl in Campidoglio: «Continueremo nei nostri sforzi verso la proprietà per individuare soluzioni sostenibili dagli attuali inquilini, garantendo loro il massimo appoggio e la solidarietà del sindaco e dell’amministrazione capitolina». «L’assessore Astorre convochi urgentemente un tavolo di confronto con la proprietà e gli inquilini per trovare soluzioni che garantiscano le famiglie, specie quelle economicamente più svantaggiate», chiede il capogruppo del Prc alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi con il consigliere municipale Massimiliano Ortu. «Il Municipio, da parte sua, dovrà continuare a sollecitare un intervento del Comune di Roma che, con il sindaco Veltroni, si era limitato a scrivere lettere molto poco incisive. Ora incalzeremo Alemanno - prosegue - che aveva annunciato che in caso di vittoria la musica sarebbe cambiata». «Non c'è un filo di umanità - dice Fabio Nobile, segretario romano del Pdci - questa è una vicenda esemplare di come sia emergenza sul terreno abitativo che sul costo della vita». E mentre Maria, Pietro e gli altri inquilini smettono di mangiare, Alemanno annuncia che il «la revisione del Prg di Roma è nei fatti», ma che si andrà «verso un aggiustamento, non verso uno stravolgimento».

Primo incontro in Comune tra Antoniozzi e i movimenti

Il giudizio - "Un incontro molto ampio, nel senso che si sono affrontate tante situazioni, ma che ci ha dato spunti interessanti": questo il giudizio di Paolo Di Vetta, di Asia RdB dopo l'incontro in Campidoglio tra i movimenti di lotta per la casa e l'assessore al patrimonio Alfredo Antoniozzi. "Ci siamo aggiornati al 25 giugno per un nuovo passaggio. Abbiamo capito che vuole affrontare la questione abitativa con alcune novità e tra due settimane sul tavolo ci sarà la delibera 110 e la fotografia dell'emergenza abitativa a Roma, così come discutere delle centralità, altro elemento interessante". Insomma, dopo l'intervento durante l'occupazione delle due torri dell'Eur, Antoniozzi pare stia muovendo bene i primi passi. "Si è preparato per questo incontro - spiega ancora Di Vetta - questo per noi è importante. Ci ha dato l'impressione di avere a cuore la questione delle rendite delle aree. Vuole affrontare la questione dei costruttori per iniziare un ragionamento sull'Agro pontino. Ma su questo siamo stati chiari: non si tocca il verde per costruire quando c'è disponibilità di case sfitte nella città".

L'Unità

Roma. Giovani coppie con figli piccoli, che non riuscendo a pagare il mutuo, si sono ritrovate senza casa...
di Michela Bevere

Roma - Giovani coppie con figli piccoli, che non riuscendo a pagare il mutuo, si sono ritrovate senza casa, e donne anziane, che rimaste vedove non ce la facevano più a pagare l’affitto. Ma anche colf e badanti, provenienti dal Perù e dalle Filippine, con regolare permesso di soggiorno. Sono quasi tutti italiani gli occupanti dell’immobile in via Erminio Spalla 53 nel Municipio XI (Ostiense-Garbatella), che è stato oggetto ieri della seduta del Consiglio municipale, conclusasi con l’approvazione di un odg a firma di tutti i gruppi della maggioranza. Un immobile di otto piani, di proprietà del gruppo dell’immobiliarista romano Giuseppe Statuto, un tempo adibito a uffici e rimasto vuoto dal 2003, dove hanno trovato sistemazione, secondo i primi dati del censimento avviato dal Municipio XI, circa 180 famiglie. «Ci siamo organizzati con sacchi a pelo, in attesa di un alloggio più dignitoso - dice Mimmo del Blocco precario metropolitano - almeno abbiamo un tetto». Il presidente Andrea Catarci rilancia: «Chiediamo al Comune una trattativa con la proprietà per il cambio di destinazione d’uso dell’immobile per la realizzazione di alloggi di edilizia popolare».
Da Garbatella a via dei Colli Portuensi. Per protestare contro la vendita di un immobile, che apparteneva al Fondo pensioni ex Cassa di Risparmio di Trieste, e passato ora all’Unicredit, cinque inquilini hanno cominciato uno sciopero della fame. Il «Comitato inquilini Colli Portuensi 187», che rappresenta le 35 famiglie, che sono in lotta da più di un anno, sostenuti dal sindacato Asia Rdb, per rimanere nei loro appartamenti. Secondo il presidente del Municipio XVI Fabio Bellini, a questo punto, «spetta al Comune e alla Regione istituire un Fondo per dare la possibilità alle fasce più deboli di acquistare a prezzi calmierati».

DNEWS

 

Colli Portuensi L’iniziativa di 35 famiglie

Uno sciopero della fame per non perdere la loro casa

 

La Banca Unicredit ha messo in vendita lo stabile nel quale vivono, cinque inquilini- in rappresentanza di

35 famiglie - hanno cominciato ieri uno sciopero della fame per difendere il loro diritto alla casa in un momento storico in cui i prezzi sono saliti alle stelle e in cui avere un proprio focolare è diventato quasi un sogno. Alle 35 famiglie era stato offerto l’acquisto degli appartamenti, ma i prezzi di mercato non sono stati certo un incentivo. Così per protestare contro la vendita di questo immobile di via Colli Portuensi, in cinque

- tra cui due anziani di 75 e 82 anni che lì abitano da oltre 40 anni - hanno deciso di passare allo sciopero della fame. Una iniziativa che nelle loro intenzioni vuole essere l’estremo tentativo per sensibilizzare banche, istituzioni e opinione pubblica al loro problema. Una soluzione, comunque, l’hanno già proposta:

il riconoscimento al diritto di poter effettuare una trattativa per la revisione del prezzo richiesto.

 

Eidon Agenzia fotografica

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RomaUno Tv

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Carta

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Corriere Romano

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