REPORT ASSEMBLEA 'CASA: L'INSOSTENIBILE EMERGENZA'

Roma -

Lo scorso 14 ottobre, nella sala Inpdap di via Santa Croce in Gerusalemme 55, centinaia di inquilini Enasarco, di via Pincherle, di viale Colli Portuensi, dell’Enpaia, dell’Inps, di Inarcassa, della Cassa Ragionieri, hanno partecipato all’incontro pubblico sul tema casa organizzato dall’AS.I.A.-RdB.

Il dibattito, importante anche per la scelta della data coincidente con la fine della proroga del blocco degli sfratti per le categorie protette, ha visto presenti gli assessori regionali alla casa Di Carlo e al bilancio Nieri, l’assessore comunale al patrimonio Antoniozzi,  il presidente dell’Ater Petrucci, il presidente del Municipio XVI Bellini e il consigliere comunale Alzetta. Presente in sala il segretario romano dei Comunisti Italiani Nobile.

Agli interventi delle figure istituzionali si sono alternati quelli dei comitati degli inquilini e dei movimenti per il diritto all’abitare romani. Nell’introduzione Angelo Fascetti dell’AS.I.A.-RdB ha messo in evidenza la necessità di ripristinare un intervento pubblico autorevole per non rischiare di veder trasformata l’emergenza abitativa in questione di ordine pubblico, a cominciare dall’esecuzione degli sfratti e degli sgomberi. Ha inoltre rilevato positivamente il cambio di passo regionale e ha sollecitato il Comune a fare la sua parte. Soffermandosi poi sulle ipotesi di housing sociale prospettate dal governo, ha definito pericoloso il piano casa in quanto tende a cancellare l’ERP così come l’abbiamo conosciuta fino ad ora e di fatto avvia un processo edificatorio premiale per i costruttori, che si rivolge ad una realtà sociale con un reddito di 2000/2500 euro mensili, tagliando fuori tutti quei soggetti con redditi inferiori. Infine sulla proroga degli sfratti, pur riconoscendone l’importanza, Fascetti ha dato un giudizio di inadeguatezza e di lontananza dalla realtà in quanto a Roma gli sfratti per morosità sono l’80% e come si sa per chi è in queste condizioni non vale il blocco anche se ha tutti i requisiti previsti dalla legge.

Sia nell’intervento introduttivo che in quelli dei comitati degli inquilini si è contestato l’accordo sottoscritto tra i sindacati e la Fondazione Enasarco, sia per lo scarso coinvolgimento degli inquilini che per i prezzi di vendita e le tutele proposte per chi non acquista. Su questa questione si è convenuto di costruire una mobilitazione al più presto. Una manifestazione che chieda la revisione dell’accordo sottoscritto.

L’assessore Di Carlo è stato il primo degli istituzionali ad intervenire e dopo aver illustrato le iniziative su viale dei Colli Portuensi e via Pincherle è passato a parlare di Enasarco e del ruolo pubblico che la Regione è chiamata a svolgere. Dapprima ha definito accettabile l’accordo sottoscritto per Enasarco, poi ha riconosciuto la necessità di intervenire come parte pubblica sull’invenduto. Interessante poi il ragionamento sul ruolo che la Regione Lazio deve svolgere nell’ambito dell’emergenza abitativa e sulla possibilità di lavorare ad una legge che consenta di arrivare a 100mila alloggi pubblici di proprietà regionale. Questo per intervenire in un mercato governato dalla rendita parassitaria e dalla speculazione immobiliare.

L’assessore Nieri, chiamato più volte in causa per la sua funzione finanziaria, si è reso pienamente disponibile a sostenere il ruolo che la Regione ha deciso di avere in questa fase di forte crisi e di grande emergenza.

Anche Petrucci si è disposto sulla stessa linea di condotta dell’assessore Di Carlo.

L’assessore Antoniozzi ha diviso in tre parti il suo intervento. Intanto ha messo in discussione l’accordo Enasarco e con maggior forza di Di Carlo ha affermato la necessità dell’amministrazione di entrare nella questione. Poi ha parlato di quel ceto medio impoverito che è troppo ricco per l’ERP attuale e troppo povero per gli affitti correnti. Secondo Antoniozzi l’housing sociale si dovrebbe orientare proprio verso questi settori. Infine ha affrontato il tema delle occupazioni e ha contrapposto il diritto di chi è in graduatoria con quello di occupa, sottolineando anche i costi di gestione per risolvere in senso positivo le vicende legate agli stabili occupati. È evidente che lo sguardo di Antoniozzi è più attento al ceto medio impoverito che a chi attende una casa in graduatoria o decide di occupare per necessità. In buona sostanza, nel timore che si unisca un fronte sociale eccessivamente largo e variegato, il Comune prova a disegnare un piano che per alcuni ritaglia soluzioni e per altri no.

Al termine dell’assemblea, dopo numerosi interventi, ci si è dati appuntamento alla tendopoli di piazza San Marco per proseguire la mobilitazione che chiede il blocco generalizzato degli sfratti.

Sul fronte dell’inquilinato invece si dovrà costruire una riunione di coordinamento tra le diverse realtà intervenute all’assemblea, dove decidere le iniziative da prendere nei prossimi giorni.

Per quanto riguarda il Comune e il piano casa in via di definizione, la rete dei movimenti per il diritto all’abitare si è data appuntamento la prossima settimana per ragionare sulle affermazioni di Antoniozzi e prendere le decisioni necessarie, anche tenendo conto delle deliberazioni di giunta previste in questi giorni.

Per quanto riguarda viale Colli Portuensi e via Pincherle siamo in dirittura d’arrivo. Ora i comitati dovranno vigilare sul processo di tutela avviato.