Enti previdenziali privatizzati: comitati inquilini ASIA/USB. Un contributo di Enrico Giardino.

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Roma -

Dopo l’affollata assemblea del 15 giugno u.s. alla Provincia di Roma è necessario riflettere sulla situazione  e sul nostro percorso per individuare - nel metodo e nel merito - la strategia più efficace. Questo contributo, che si aggiunge ad altri già pubblicati anche sul sito www.asia.usb.it, fornisce qualche indicazione.

 

Grazie all’azione dei comitati inquilini degli Enti previdenziali privatizzati, guidati dall’ ASIA/USB in questi mesi, il dramma abitativo di questi inquilini (30.000 a Roma) è diventata finalmente vertenza collettiva forte, invece che disperazione familiare ignorata e silenziosa. L’ultimo suicidio di una giovane donna di 42 anni a Genova ne è la prova più eloquente.

Come ho scritto in testi precedenti – in particolare sulla lettera aperta agli inquilini romani del 29 aprile u.s. -

la lotta per i diritti abitativi negati è ormai una primaria emergenza nazionale, non più evadibile. Anche l’ultima affollata e combattiva  assemblea del 15 giugno u.s alla Provincia di Roma lo ha dimostrato.

L’appello lanciato qui di “moratoria subito” riguarda tutti: sfrattati, vessati, indebitati, impoveriti. Lo stesso vale per altre istanze di ambito generale: l’abrogazione della legge 431/98 (liberalizzazione speculativa dei canoni di locazione) e l’acquisizione di funzione pubblica degli Enti privatizzati e dei fondi pensione e immobiliari. Istanze costituzionali e sacrosante, ma che confliggono con le leggi esistenti, con le logiche bipartizan dominanti nelle Istituzioni e nel giornalismo, con lo stravolgimento di principi–cardine complementari della  Carta costituzionale  e dell’ONU.

In primo luogo, la casa- non più bene vitale, diritto inalienabile, servizio pubblico essenziale (art.43 e 36 Cost.) – ma come merce privata aggiotata su cui speculare, con il solo “limite” – fittizio e fraudolento – di accordi consociativi tra proprietà speculative e “sindacati di comodo”, direttamente interessati all’affare immobiliare e  finanziario, i cui costi ricadono su inquilini esclusi e paganti, oggi come da decenni .

In secondo luogo, con la subordinazione del ruolo costituzionale dello Stato e della politica ai profitti ed alle rendite (immobiliari e finanziarie) dei privati commerciali, grandi  monopoli e piccoli proprietari. Ciò in piena violazione dell’art .41 della  nostra Costituzione (che perciò si vuole abrogare).

Perciò la demarcazione della politica non è più tra destra/sinistra – come molti ancora pensano - ma quella tra chi promuove o subisce questi due principi eversivi  e chi invece li nega e li combatte sul serio.

Nella nostra assemblea del 15 giugno – i rappresentanti istituzionali di maggioranza hanno disertato – con la sola lodevole eccezione di Teodoro Buontempo – assessore alla casa della regione Lazio - l’incontro, presenti invece  quelli di “opposizione o di minoranza”. Un gioco di “alternanza” legato a cicli di governo e di opposizione. Per 5-6 anni almeno la “sinistra di governo”era scomparsa, per ricomparire oggi come              “ minoranza impotente”. Se posso fare non ci sono, vengo quando non “posso più fare”.

Perciò politici “sinceri” di vario colore ci dicono che “nulla possono fare”- se non cementificare all’infinito ed inseguire, con i soldi dei contribuenti a reddito fisso, la rendita parassitaria privata (sussidi pubblici, agevolazioni fiscali,ecc.). Ci spiegano che le leggi esistenti (431/98) e le logiche dominanti, fondate sui due principi (anticostituzionali) concordati, bloccano ogni loro possibile intervento. Come in ogni altro campo privato - imprese, banche, assicurazioni, ecc. – lo Stato e la politica possono solo “sperare” che gli speculatori di ogni risma, concedano qualche briciola. Perciò gli Enti previdenziali privatizzati ignorano e beffano istanze di prefetti, di Istituzioni, di partiti, di sindacati non collusi. La privatizzazione serve appunto ad affermare, sul piano giuridico e politico, i due principi anticostituzionali illustrati sopra.

In realtà, la legge dell’equo-canone - smantellata con una campagna mediatica strumentale – come l’edilizia popolare pubblica (ATER) - costituiva ancora un argine e ribadiva principi costituzionali sulla casa, sul ruolo dello Stato, della politica, sui diritti dei cittadini-inquilini. Anche le leggi 104/96 e 104/04 - riferite agli Enti previdenziali pubblici – conservano un minimo di rispetto per i principi costituzionali. In particolare,  contengono garanzie minime su condizioni e prezzi di vendita e di affitto, riferiti all’anno 2001.

Perciò a questi Enti vanno riferiti i prezzi degli Enti comunque privatizzati (anche con raggiri).

Gli Enti previdenziali – ai quali il governo di centro-sinistra ha consentito di privatizzarsi dopo il 2001

(come l’Enpaf e altri) – conservavano gli obblighi di legge pregressi, come hanno sancito il TAR del Lazio e il Consiglio di Stato. Perciò, per speculare in libertà sono stati costretti a far passare (con la fiducia) il comma 38 della legge 243/04 basato sull’ uso strumentale della “interpretazione autentica” della legge 104/96, che veniva così cancellata retroattivamente. Dunque tutta la speculazione degli Enti previdenziali privatizzati (dopo il 2001) è basata su questo comma 38, che - se cancellato- riporta Enti oggi privati

agli obblighi delle leggi 104/96 e 104/04. Su questo comma, la Corte costituzionale - chiamata in causa nel 2006 - non ha espresso giudizio di merito, per vizi formali nell’atto di rinvio alla Corte. Per quanto ne so, dovrà esprimersi presto sullo stesso comma 38 su altra istanza di un giudice diverso da quello del 2006.

Lo stesso uso strumentale  ed illegittimo della “interpretazione autentica” deve essere condannato, perchè costituisce una palese negazione dello Stato di diritto e della certezza del diritto, nella “patria del diritto”

Teodoro Buontempo - ed altri parlamentari del 2004 – ben conoscono tutta questa vicenda .In una intervista video in mio possesso – egli – che pronunciò in Parlamento parole di fuoco contro la manovra Enpaf e il comma 38 – promise che, dopo il voto di fiducia forzato, avrebbe ripreso la sua battaglia. Non mi risulta che lo abbia fatto da parlamentare. Oggi dice di non poterlo fare da assessore regionale. Potrebbe però testimoniare  pubblicamente quei misfatti e le conseguenze che ne derivano oggi.

Inoltre, di fronte ad una emergenza drammatica, come quella abitativa, i ruoli del Prefetto, del Sindaco e dell’assessore regionale alla casa, non sono affatto nulli, come si va dicendo.

La Regione - soprattutto in una fase di potenziamento delle sue funzioni legislative e politiche – ha un ruolo di legislazione concorrente in materia urbanistica ed edilizia. Con il suo piano casa sta finanziando costruttori e palazzinari; a Roma il sindaco vuole costruire nuovi grattacieli; tutti parlano di housing sociale futuro e di nuove costruzioni; perchè non  investire invece per garantire la casa a chi la abita da 40-50 anni e per realizzare ora housing sociale con gli immobili degli Enti previdenziali?

Il “tavolo” di confronto suggerito da Buontempo ed altri - senza dire se gli inquilini paganti  vi saranno o no – può essere uno strumento dilatorio, se non pone condizioni precise agli Enti. Se questi ultimi non vedranno politiche cogenti, snobberanno sempre ogni trattativa. In questi giorni l’Unione inquilini - da decenni legata a SICET ed UIL-casa – sta assumendo posizioni meno consociative, anche per la spinta dei nostri comitati. Cambierà rotta rispetto al passato o aprirà solo un “secondo fronte” vertenziale?  E ACTION o il PRC- presenti alla nostra assemblea,  come a quella dell’Unione inquilini – come si collocherà? E’ pensabile una piattaforma unitaria, almeno su alcuni punti significativi?

Intanto i soggetti di minoranza/maggioranza e di garanzia - come  Parlamento, Governo,  Prefetto, Regioni, EE.LL, Corte costituzionale – possono fare molto per fronteggiare l’emergenza abitativa, aggravata dalla introduzione speculativa dell’euro e dalla gravissima crisi economica in atto, ad una condizione: che riportino tutta questa materia e l’iniziativa privata dentro la nostra Costituzione. Non è un’utopia velleitaria, ma una realtà che vive da anni in molti Paesi capitalistici (europei e mondiali).

A questo proposito, credo che  anche la Corte di giustizia europea (Consiglio d’Europa) - i cui tempi di riposta non sono affatto biblici – possa essere chiamata ad esprimersi sullo scandalo del comma 38 e sulla diversità di trattamento praticata nei confronti di inquilini di uno stesso Ente e/o di Enti affini (per storia, natura, fini sociali,sussidi ricevuti, ecc.).

Un fronte omissivo e deviante – come quello della stampa e delle radio - TV maggiori – va affrontato e chiamato in causa, perchè ha pesanti responsabilità in materia abitativa. Ora reclamizza gli affari eccellenti sulle case degli Enti per sostenerne le ragioni, presentando gli inquilini-vittime come furbi speculatori.

In ogni caso, la speculazione finanziaria degli Enti immobiliari deve essere bloccata e vietata.

Come ho già scritto e detto pubblicamente, credo che il percorso ed i contenuti della nostra  difficile vertenza

debba essere impostata da un coordinamento eletto dai comitati inquilini in assemblea, e sulla base di una piattaforma articolata su due livelli: generale e specifica (Ente per Ente). Una piattaforma che gli inquilini debbono approvare e sostenere in ogni sede di confronto.

 

Roma 16 giugno 2010