ENTI PRIVATIZZATI: UNA LETTERA APERTA AI PARLAMENTARI ITALIANI

Pubblichiamo la lettera inviata ai parlamentari da Alessandro, inquilino Enasarco.

Roma -

La lettera nasce da una anomalia legislativa che tiene in ansia, ormai da tempo, circa 30.000 famiglie che vivono a Roma.

Vorrei esporvi le riflessioni ed il problema partendo da quest’ultimo:
dismissione del patrimonio immobiliare di  enti pubblici che cambiando pelle e facendosi privati si sono impossessati di un patrimonio  nato pubblico .

Solo l’Enasarco  coinvolge 15.000 famiglie romane quindi prendiamolo ad esempio:

  • Nasce come ente pubblico, quindi dipendenti dello stato pagati con fondi versati dai cittadini;
  • Riceve tra gli altri il mandato di investire i fondi raccolti dai cittadini in immobili per calmierare il mercato dei fitti e delle vendite;
  • Riceve agevolazioni e finanziamenti pubblici e solo così può giungere ad acquisire il patrimonio attuale;
  • Nel 1996 il governo decide di intervenire per calmierare il mercato immobiliare con il D.Lgs.104/96 dando 5 anni di tempo per alienare il patrimonio immobiliare agli enti pubblici  indicando la  regolamentazione e come formare i prezzi;
  • Nel 1997 enasarco ed altri enti pubblici cambiano pelle privatizzandosi, senza che nessuno si opponga, certo non era compito degli ignari cittadini;
  • Il cambio pelle si definisce nel suo effettivo scopo nell’agosto del 2004, mentre gli italiani erano al mare, il 23  viene emanata una legge la 243 che tratta la materia pensionistica e ci viene piazzato, ben nascosto il famoso comma 38, con il quale si reinterpreta una legge che guardacaso è la 104/96 affermando che questa non si ritiene valida per gli enti che si sono privatizzati anche dopo la sua regolare entrata in vigore e gli si dà una valenza retroattiva .     Questo colpo di mano svincola gli enti privatizzati dagli obblighi di legge precedenti e nessuno ma proprio nessuno interviene ancora una volta, dove erano i sindacati? Quali interessi hanno tutelato i parlamentari presenti?
  • Oggi quei dipendenti pubblici si sentono proprietari di un patrimonio pubblico e vorrebbero sanare tutti gli orrori commessi nella gestione patrimoniale facendo pagare ancora una volta ad altri, gli inquilini le loro incapacità;
  • NON E’ GIUSTO che venga permesso questo, chi vive in queste case da 30 anni ha acquisito un diritto che gli è stato sottratto, chi è appena entrato (e sono tanti) paghi pure il prezzo di mercato ma non si permetta questa profonda ingiustizia nei confronti di chi quella casa ha già pagato abbondantemente!
  • Conoscete bene la realtà del problema abitazione e la crisi economica attuale che accentua il disagio, in questo contesto si vogliono commettere tali GRAVI  INGIUSTIZIE  ai danni di chi ha finanziato il tutto?

QUESTO E’ INAMMISSIBILE

Chiedo pertanto a voi che ci rappresentate di:

  • Bloccare il processo in atto, dismissione, aumento esponenziale dei canoni di locazione e sfratti, perché mal organizzati con una MORATORIA DEGLI ACCORDI;
  • Poter portare direttamente il nostro contributo ad un TAVOLO TECNICO con i comitati inquilini sorti in risposta alla inconsistenza dell’azione dei sindacati che tutto ciò hanno permesso.

FIDUCIOSO IN UNA RESIDUA VITALITA’ DEL SENSO DELLA GIUSTIZIA E CERTO DI RICEVERE ASCOLTO RIMARO LA GRAVITA’ DELLA SITUAZIONE CHE RIGUARDA 30.000 FAMIGLIE ROMANE.