I COMITATI LOCALI PER L'USO PUBBLICO DELLE CASERME, SI FANNO CITTÀ.

Assemblea cittadina il 18 febbraio, ALLE OE 17.00, presso la ex caserma di via del Porto Fluviale 12.

 

Roma -

La delibera 8/2010 del Comune di Roma dà il via ad una operazione di vendita su larga scala di un patrimonio pubblico immenso e di grande valore:si tratta di quindici caserme presenti nel territorio metropolitano e dismesse dal ministero della difesa.La scelta assunta dalla maggioranza capitolina, conferma la volontà di abdicare (in favore di poteri economici) al proprio ruolo di pianificazione, progettazione e decisione, possibilmente in accordo con i territori interessati, sulle trasformazioni urbane .Come rivendicano i comitati che si sono costituiti contro la delibera e per rivendicare servizi, residenze popolari, verde pubblico, il riutilizzo tutto pubblico delle caserme permetterebbe di risparmiare soldi e tempo: per la realizzazione, all’interno di territori già strutturati, di quelle infrastrutture e servizi di cui i quartieri rivendicano da lungo tempo; per ridurre le necessità di nuove cementificazioni che consumano verde ed estendono a dismisura i confini di una città dove è sempre più difficile muoversi.Spetta ancora una volta ai cittadini, alle realtà attive nei territori, ai movimenti per i diritti sociali come per l’abitare,mobilitarsi per impedire che nei quartieri si verifichino operazioni dal sapore speculativo privando la città e i territori di utilizzare questa occasione irripetibile fatta di aree ed edifici pubblici che con pochi investimenti potrebbero riqualificare e ridisegnare quartieri e l’intera città.L’appuntamento del 18 febbraio, alle ore 17, i comitati che si battono per l’ uso sociale delle caserme (www.usopubblicodellacaserme.it) si sono dati appuntamento nei locali di via di Porto Fluviale 12 per costruire un comitato cittadino trasferendo a scala metropolitana la rivendicazione di un quartiere, di un territorio; qualificando una domanda locale in progetto di città, riconsegnando agli abitanti il loro diritto ad essere cittadini. Perché in questa città non regni la speculazione e la logica del profitto ma quella dell’attivazione dal basso e della partecipazione dei territori ai problemi che li riguardano.