MENTRE IL GOVERNO NON RICONVOCA IL TAVOLO SULLA CASA, L'ENPAIA INVIA DECINE I SFRATTI. GLI INQUILINI SI MOBILITANO!

 

Roma -

DISATTESI GLI IMPEGNI PRESI, GLI INQUILINI TORNANO IN PIAZZA MERCOLEDI' 11 MAGGIO.

Sono oramai molte le richieste di sfratto che stanno piombando sulla testa dell’inquilinato Enpaia, procedure che vanno ad aggiungersi ai tanti provvedimenti che minacciano altri enti privatizzati, casse (quella dei ragionieri, dei geometri, la forense ecc.) e istituti assicurativi. Tra esecuzioni giudiziarie, caro affitti e dismissioni a prezzi speculativi l’orizzonte appare molto buio e la luce che ci era sembrato di scorgere nell’ultimo incontro presso il ministero delle infrastrutture torna a spegnersi.

 Il previsto tavolo interistituzionale che doveva essere convocato nella prima settimana di maggio non c’è stato, oltretutto la Regione Lazio ha inviato solo il 4 maggio scorso il suo programma per avere la parte spettante dei 298 milioni di euro stanziati per il social housing e non è detto che potrà ottenere ciò che chiede fuori dai tempi stabiliti per legge.

 L’assoluta lontananza delle amministrazioni locali e statali dalla forte sofferenza in cui versa l’inquilinato coinvolto, e parliamo di migliaia di nuclei familiari, arriva poi al paradossale quando la stessa regione Lazio stanzia fondi per mutui agevolati finalizzati alla costruzione di abitazioni da affittare a canoni calmierati (gli stessi canoni di 1000 euro al mese applicati come housing sociale agli inquilini di Spinaceto 2?).

 Questa operazione che serve solo per far ripartire l’economia legata all’edilizia, che solo nel Lazio fattura 24 miliardi di euro, vedrà i comuni fornire le aree che verranno utilizzate dalle imprese e dalle cooperative costruttrici che si aggiudicano il bando, così ciò che ne scaturirà sarà nuovo cemento privato con dubbie finalità sociali. Nel frattempo l’edilizia sovvenzionata rimane al palo e decine di migliaia di persone aspettano un alloggio o lo stanno perdendo.

 Dulcis in fundo, proprio ieri un inquilino, occupante senza titolo di un alloggio Enpam, durante una mobilitazione alla Pisana nel 2009 sgomberata dalle forze dell’ordine aveva subito un procedimento giudiziario insieme ad altri, è stato condannato a nove mesi di reclusione in prima istanza. Va ricordato che proprio da quella manifestazione è scaturito il finanziamento di cento milioni di euro per dieci anni ed è per questo che suona stonata la decisione presa dalla magistratura, una decisione che deve maggiormente tener conto del contesto in cui sono accaduti i fatti e del livello di esasperazione di coloro che vivono in una condizione di alloggio precaria. Auspichiamo che nel ricorso in appello si tenga conto delle ragioni della protesta.

 Decisamente allarmati da ciò che avviene riteniamo assolutamente importante tornare a mobilitarsi. Torneremo al ministero delle Infrastrutture per reclamare il tavolo promesso e per sostenere le richieste fatte e fino ad oggi inascoltate.