CORRIERE DELLA SERA SULL'HOUSING: CON I MILIARDI DISPONIBILI SI POSSONO REALIZZARE 20/30 MILA ALLOGGI SOCIALI!

10 ottobre 2012 – Corriere della Sera – Dario Di Vico

Roma -

Giuseppe Guzzetti cerca le parole giuste. “Il governo sta perdendo un’occasione incredibile. Potrebbe comunicare al Paese che si sta per realizzare nelle varie Regioni uno straordinario piano di edilizia sociale ma non lo fa. Ci vorrebbe una bella conferenza stampa! Ci sono almeno altri due miliardi di investimenti da qui al 2015 che aspettano solo di partire. Valgono tra i 20 e i 30 mila alloggi da offrire in affitto a prezzi vantaggiosi. E tutto ciò mentre metà delle imprese edili italiane rischia di chiudere per mancanza di lavoro. La nostra, poi, è un’edilizia di qualità perché oltre alla casa dà servizi, verde e risparmio energetico”.

Guzzetti parla da presidente dell’Acri ma anche in virtù del fatto che ha seguito sin dal primo giorno dal suo ufficio in Fondazione Cariplo l’esperienza italiana dell’housing sociale, una formula che da noi ha una tradizione recente mentre in altri Paesi europei (Olanda e Inghilterra) vanta radici robuste. In Italia esiste un apposito Fondo nazionale, il Fia, che è partecipato dalla Cassa depositi e prestiti e dalle principali banche, assicurazioni ed enti previdenziali. In virtù del decreto emesso a luglio il Fia è stato dotato di maggiori spazi di intervento nelle realtà territoriali e potrà intervenire in misura più consistente nei singoli fondi locali. Ma purtroppo il decreto governativo da agosto a oggi non ha fatto un passo in avanti e non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Le indiscrezioni di stampa parlano di dubbi avanzati da parte della Corte dei conti e la sensazione è che le burocrazie centrali non amino questa novità e in qualche modo non ne facilitino lo sviluppo. Guzzetti sogna una bella conferenza stampa nella quale l’esecutivo spieghi agli italiani che cosa è l’housing sociale e che straordinaria possibilità c’è di dare affitti alle giovani coppie, lavoro alle imprese e maggiore occupazione. È questo il motivo che ha visto impegnare negli anni le fondazioni di origine bancaria. Secondo le stime degli esperti si può costruire un’abitazione di classe a un costo di costruzione di soli mille euro al metro quadro.

I tre miliardi di euro complessivamente disponibili (tra quelli che hanno già generato interventi edilizi e quelli fermi) possono determinare un volano di attività superiore di almeno tre volte e, pur senza risolvere i problemi strutturali dell’edilizia italiana, possono permettere a molte imprese di passare la nottata, tenere aperto in attesa della ripresa. E non è solo l’industria del mattone che guarda all’housing sociale ma anche l’arredamento. Da tempo le associazioni di categoria come la Federlegno sono attente a questo fenomeno e si sono attrezzate per fornire una sorta di catalogo del made in Italy democratico, divani e armadi di standard italiano a prezzi contenuti. Guzzetti ci tiene a spiegare che l’housing sociale non è “l’industria del mattone low cost” ma è legato e veicola un’idea di coesione sociale “che in un momento come quello che vive il Paese è particolarmente necessaria”. Le giovani coppie e gli extracomunitari che vanno a vivere nelle nuove abitazioni sono coinvolti in progetti di solidarietà di vario tipo, dai gruppi di acquisto collettivo per risparmiare sul carrello della spesa alla banca del tempo per mettere a disposizione occasioni di lavoro e di assistenza alle persone. “Reinventiamo in un contesto nuovo i concetti della cooperazione e del mutuo soccorso. E il welfare di domani passa proprio per esperienze di questo tipo”.

Tra i progetti che sono in attesa di partire ci sono interventi di riqualificazione urbana a Milano (via Voltri), a Figino sempre vicino Milano e a Verona. A Torino nella centrale via Milano è avanzato un progetto di recupero e rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente come ad Ascoli e a Milano in via Padova. Altri interventi in aree di completamento della città sono previsti sempre a Milano (via Cenni), Parma, Crema, Cremona e Senago ma sono in attesa anche progetti della Regione Sicilia, della Sardegna e della Provincia di Trento. Il governo sfrutterà quest’occasione per aiutare la crescita?

 

10 ottobre 2012 – Corriere della Sera – Dario Di Vico