La lezione del movimento spagnolo contro gli sfratti

Roma -

C’è aria di vittoria tra le migliaia di cittadini dell’associazione contro gli sfratti, PAH (Plataforma afectados por la hipoteca). La Corte europea di giustizia ha sentenziato che la legge spagnola sugli sfratti è illegale. Madrid dovrà modificare la normativa sui mutui per garantire maggiori diritti ai cittadini e frenare lo strapotere delle banche nell’ottenere gli sfratti dei cittadini che non riescono più a pagare la rata.
Per la Corte sono incompatibili con le direttive europee perché troppo favorevoli alle banche e poco attente a garantire i diritti delle famiglie. Il governo Rajoy si vede ora alle strette per una modifica legislativa chiesta al Parlamento da una campagna anti-sfratti che ha raccolto un milione e mezzo di firme e dopo una drammatica serie di suicidi d cittadini a rischio imminente di sgombero.
La sentenza dell’Alta corte europea critica la legge spagnola che autorizza lo sfratto nel caso in cui un cittadino che ha sottoscritto un mutuo, non riesca più a pagare: “La normativa spagnola che impedisce al giudice di sospendere il procedimento di esproprio anche quando sia provata l’esistenza di una clausola illecita nel contratto di prestito ipotecario, è contraria al diritto dell’Unione” afferma in un comunicato la Corte europea di giustizia.
Ada Colau, giurista di Barcellona, è la leader della PAH. Con piglio fermo in questi due anni ha portato alla ribalta un dramma fino a questo momento nascosto: “Dopo le prime azioni di “Stop desahucio!”, siamo diventati un vero fenomeno. Abbiamo bloccato fino ad ora 597 sfratti. Noi dell’associazione, insieme ai partecipanti del 15-M presidiamo la strada dove è previsto lo sgombero. Poi insieme all’inquilino, l’ufficiale giudiziario e il responsabile della banca cerchiamo una soluzione. In quel caso esercito la mia preparazione come giurista, anche se le emozioni a volte sono difficili da governare. Vediamo casi di tutti i tipi, persone talmente disperate da aver alle spalle un tentato suicidio. Cerchiamo di sostenere, spiegando che la vergogna per un debito non è ammessa. Il diritto alla casa è un diritto universale”.
Ma parliamo da un paese dove il crollo del settore immobiliare ha provocato il default del sistema finanziario e travolto anche le famiglie, sorprese dalla gravità della crisi economica e del lavoro: “Non si pensi che la requisizione di una casa colpisca solo i più poveri – aggiunge Ada Colau – In questo paese la “burbuja immobiliaria”, ci ha regalato con l’abisso finanziario una certa omogeneità. Nel febbraio del 2009, quando abbiamo creato la PAH, c’eravamo accorti che l’accesso alla proprietà privata in Spagna stava avvenendo attraverso un indebitamento dei cittadini. vertiginoso. E soprattutto al di fuori di ogni controllo.
Il risultato è che anziani, giovani, cittadini della classe media rischiano di finire per strada. Ma in più ora che il sistema basato sul mattone è crollato, le banche riescono ancora a guadagnare. Con quale escamotage? Semplice. Rivalutano la casa che stanno requisendo basandosi sull’attuale prezzo di mercato. Ma mantengono invariato il debito dell’inquilino che si rifà al prezzo di quando aveva sottoscritto il mutuo. Quindi se una casa è stata valutata 300 mila euro 15 anni fa ed ora vale la metà, al cittadino cui viene requisito l’immobile resta da pagare il debito che risale a prima del crollo del mercato. Oltre al danno la beffa”. Una beffa ora smascherata.
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afectadosporlahipoteca.com