Emergenza casa, prima vittima astigiana del Piano Lupi?

Asti -

Ennesima protesta mercoledì mattina sotto il palazzo della Prefettura di Asti da parte del Coordinamento Asti Est e di un gruppo di famiglie in emergenza abitativa. Oltre ai già consueti argomenti di rivendicazione che riguardano il numero crescente di nuclei famigliari non più in grado di accedere al mercato privato degli affitti e in vista di un programma serrato di sfratti da qui fino ad agosto, si aggiunge anche l'effetto della nuova legge del cosiddetto "piano Lupi". Con l'entrata in vigore di essa, chiunque occupi un immobile senza titolo non può richiedere la residenza nè l'allacciamento delle utenze di luce, acqua e gas e tutti gli atti che, fino ad oggi, hanno regolarizzato queste situazioni per il governo sono nulli a tutti gli effetti di legge.

Per quanto riguarda la retroattività di questa legge, il Coordinamento ha dichiarato di aver strappato al sindaco Brignolo la promessa di una "sospensione" nel Comune di Asti in attesa di un regolamento attuativo della legge. Ma per tutti coloro che d'ora in avanti occuperanno non ci sarà più storia. E fra una settimana potrebbe profilarsi proprio il primo caso astigiano di famiglia che occupa e che si vedrà negare oltre alla residenza anche tutti gli allacciamenti delle utenze domestiche. Rimanendo, di fatto, a vivere come in mezzo alla strada.

Riguarda la famiglia marocchina di sei persone che vive in un alloggio privato di corso Gramsci colpita da uno sfratto esecutivo in quanto morosa da oltre un anno e mezzo di canone di affitto e di spese condominiali. Con ogni probabilità, quello fatto al 20 giugno è stato l'ultimo rinvio e venerdì prossimo potrebbe profilarsi lo sgombero forzato in caso di resistenza della famiglia. Visto che loro non possono permettersi un altro alloggio e il Comune di Asti ha già dichiarato di non avere una soluzione abitativa per loro, l'unica soluzione sembra essere quella dell'occupazione.

Daniela Peira