LA GUERRA DELLE ISTITUZIONI CONTRO I POVERI.

Firenze -

Se perdono la casa diranno addio ai figli

E' colpa della crisi? La burocrazia rischia di essere il male peggiore

Si era incatenato sul Battistero di Pistoia per protestare contro l'allontanamento dei figli sottratti mentre si trovavano a scuola per essere trasferiti in una struttura religiosa di Firenze.
Secondo gli assistenti sociali "Eravamo troppo buoni, ovvero non impartivamo le dovute regole ai nostri figli, di questo ci hanno accusato, ma non è mai mancato l'amore nei loro confronti". La coppia di Pistoia è stata seguita da uno psicologo per la 'riabilitazione' alla potestà genitoriale.
Al termine di 4 mesi di terapia l'uomo, che era disoccupato, ha oggi due licenze e con Partita Iva svolge l'attività di ambulante. Gli esperti sarebbero ora pronti a riunire la famiglia, ma la burocrazia ci ha messo lo zampino, o meglio, gli artigli.

L'uomo, Stefano, incatenandosi al monumento si è reso autore di un fatto di cronaca nei mesi scorsi che lo ha visto finire sulle reti Mediaset dove il cronista Giorgio Sturlese Tosi ne ha raccolto la drammatica testimonianza. Una storia che però non è legata alla crisi ma ha i suoi risvolti sociali e quei paradossi tutti nostrani.

Lo sfratto. "Forse non è piaciuto il clamore dato alla vicenda e ci hanno preso in antipatia" commenta l'uomo che si è visto inviare l'avviso di sfratto per non essere subentrato alla madre nella casa popolare che occupa nel comune toscano.
Al decesso della madre, infatti, non sarebbero state effettuate le dovute pratiche di subentro nell'alloggio assegnato secondo graduatoria. La municipale si è presentata all'inizio di settembre e per novembre, il 10, è previsto l'utilizzo della Forza pubblica. Solo due mesi di proroga (per fare un confronto, a Firenze, gli sfratti rimandati il mese scorso vanno a primavera inoltrata).

La coppia è pronta ad effettuare il piano di rientro per le mensilità arretrate (quelle non pagate durante la fase di mancata assegnazione) e continuare la riqualificazione dell'alloggio già iniziata per venire incontro alle richieste dei servizi sociali: "Abbiamo sistemato casa - spiegano - sono cardiopatico con il 65% di invalidità, ma questo non mi ha fermato ed abbiamo anche verniciato tutto. Adesso che eravamo pronti a richiedere il rientro a casa dei nostri figli ci è arrivata l'ennesima mazzata".

La protesta proseguirà nelle prossime ore sino a che qualche assessore o consigliere regionale non si sarà interessato al caso "Vorremmo che intercedessero presso il Comune di Pistoia che non ci ascolta. Non vogliamo un euro - spiegano - non chiediamo soldi, solo la possibilità di riunire la nostra famiglia".