BERGAMO: STOP SFRATTI! SERVE UNA MORATORIA SUBITO!

Bergamo -

L’esponenziale crescita degli sfratti esecutivi in Bergamo e provincia non può non preoccupare le associazioni degli inquilini, i sindacati, i movimenti per il diritto alla casa ed i singoli cittadini sensibili alla questione.

La situazione degli sfratti per morosità incolpevole a Bergamo, come nel resto di Italia, si fa ogni giorno più disperata.
Questo appare chiarissimo osservando l’ultimo Rapporto statistico, redatto dal Ministero degli Interni, che riassume i dati degli sfratti del 2013. Sono stati 15.387 i nuovi sfratti per morosità convalidati in Lombardi, con un incremento del 19% sul 2012.

A Bergamo e provincia i nuovi sfratti per morosità nel 2013 sono stati 1.173; le richieste di esecuzione 1.702 (+17%), le esecuzioni con l’ausilio della forza pubblica (con tutti i costi a carico dei contribuenti che ne derivano) sono state ben 529 con un incremento del 10%.
In tutta la Bergamasca ed in particolare nelle aree industriali la perdita del posto di lavoro determinata dalla crisi economica, la crescente precarietà e la diminuzione del salario reale hanno fatto sì che ormai da molti anni gli sfratti per morosità abbiano ampiamente superato quelli per scadenza contrattuale (finita locazione), raggiungendo nel 2013 il 91% del totale; al contempo crescono in maniera rilevantissima le esecuzioni immobiliari (pignoramenti) determinate dal mancato pagamento dei mutui.

Infatti rispetto all’anno 2007, (cioè nell’arco di 5 anni) si è avuto un incremento del 140% .
E’ perciò evidente che esiste una correlazione diretta tra lo straordinario aumento degli sfratti e pignoramenti con la crisi economica in corso.
Proprio per questo, la “morosità incolpevole” è stata riconosciuta ufficialmente nell’ultimo decreto attuativo del piano casa, ed indica “quella situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo, a ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo famigliare”.
La perdita della capacità reddituale può essere dovuta a licenziamento, mancato rinnovo di contratti a termine o atipici, cessazione di attività libero-professionali, cassintegrazione, malattia.
La grande maggioranza degli sfratti per morosità emessi sono da includere all’interno del paradigma della morosità incolpevole.

Le risposte istituzionali al problema sono più che insufficienti.
Negli ultimi anni sono state le associazioni degli inquilini, i movimenti per il diritto alla casa e la spontanea solidarietà tra le persone a colmare un vergognoso vuoto istituzionale salvando molte famiglie dalla strada.
I 39 milioni di euro stanziati dalla regione Lombardia per gli inquilini morosi, non sembrano promettere una svolta.
I pochi fondi effettivamente messi a disposizione delle famiglie non serviranno nemmeno a sanare i debiti con i proprietari di casa, e tantomeno potranno garantire alle persone il passaggio da casa a casa come effettivamente il bando regionale si propone.
Al contempo l’attuazione del decreto Lupi apre la strada a nuove svendite di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, anche se la domanda di affitti a canone sociale non è mai stata così elevata come oggi.

E’ più che mai necessario promuovere la moratoria sugli sfratti per morosità incolpevole, come peraltro già avvenuto in altre provincie.
Il Comune di Bergamo e la Prefettura hanno la possibilità di uscire dall’immobilismo che li ha contraddistinti in questi anni e di porre in opera immediatamente una misura socialmente indispensabile.
In particolare il blocco degli sfratti per morosità incolpevole deve essere finalizzata a salvaguardare l’incolumità delle persone, soprattutto dei soggetti più deboli come persone con disabilità, anziani e minori, che sono peraltro alcune delle categorie sociali più colpite dagli sfratti.
La moratoria è auspicabile in un contesto che ha visto negli ultimi anni un incremento dei prezzi dei canoni di locazione e dei valori immobiliari delle case sul mercato.
Le grandi proprietà edilizie, gli speculatori finanziari e gli istituti di credito si sono arricchiti a lungo sulla pelle delle famiglie più deboli, mentre il prezzo della crisi è stato scaricato totalmente su chi in questi anni ha perso il lavoro.

Questo appello si rivolge a tutti i cittadini, alle istituzioni, all’associazionismo, alle forze politiche e sindacali.
Esse devono prendere fermamente posizione sulla questione dell’emergenza sfratti e soprattutto agire concretamente per promuovere il blocco degli sfratti in tutta la provincia, come unica, reale e immediata soluzione per migliaia di persone la cui incolumità è messa seriamente a repentaglio dalla povertà generata dalla crisi.

As.I.A. Bergamo

Unione Inquilini Bergamo