BOLOGNA EX-TELECOM: LA POLITICA DEI PONZIO PILATO

Bologna -

Sgombero ex Telecom, Merola: "Noi abbiamo tenuto insieme solidarietà e legalità"

"La Questura è intervenuta in assetto da guerra"
Il sindaco favorevole al blocco degli sfratti anche a Bologna

Le famiglie coi bambini trasferite al Galaxy - foto

"Se c'è un fallimento non è il mio", la parole del sindaco favorevole a un blocco degli sfratti anche a Bologna. "Questura in ssetto di guerra". L'assessore Frascaroli: "E' stato il giorno più brutto della mia vita"

di ELEONORA CAPELLI

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"La nostra è politica democratica, andiamo avanti tenendo insieme solidarietà e legalità". Sono le parole di Virginio Merola in conferenza stampa con l'assessore al welfare Amelia Frascaroli. Il giorno dopo lo sgombero dell'edificio ex Telecom la partita diventa tutta politica. "La situazione è sotto controllo, la città non vuole contrapposizioni", insiste Merola. "Non c'è contraddizione tra lavorare perché in città ci siano convivenza civile, umanità e ordine pubblico. Se queste cose non stanno insieme c'è un fallimento, che però non ci riguarda". Il sindaco si smarca delle polemiche: "Le discussioni tra i tifosi degli sgomberi e i tifosi dei non sgomberi le lasciamo ai tifosi. Noi stiamo attuando politiche concrete per risolvere i problemi concreti delle persone". Ma pur ribadendo che non ci sono problemi fra Comune, Questura e Prefettura, Merola sottolinea che "la Questura in assetto di guerra ha cercato di contenere al massimo possibile l'impatto sui bambini, ma è evidente che se vai lì con i poliziotti l'impatto c'è. Comunque non credo fossero contenti di questo gli stessi poliziotti, quindi andiamo avanti".

L'assessore Amelia Frascaroli ha ribadito: "E' stato il giorno più brutto della mia vita, non era mai successo a Bologna e non deve più succedere. Ieri si è prodotta una grande frattura". Sull'ipotesi di un blocco degli sfratti, come deciso a Roma dal prefetto Gabrielli, Merola è possibilista: "Potrebbe servire. Credo che la situazione a roma sia un po' più complicata della nostra. Le valutazioni in questo senso appartengono alla Prefettura. Lavoriamo perché non ci siano più sgomberi con la forza, questo, però, non dipende solo dal Comune ma anche da tutti gli altri attori".

Intanto il palazzo ex Telecom sgomberato è ancora presidiato dalle forze dell'ordine: davanti all'ingresso sono schierate diverse camionette e numerosi agenti del reparto mobile; un altro mezzo della polizia è collocato all'angolo con una delle strade laterali. Il grande portone dello stabile non è stato murato, ma sui vetri compaiono i sigilli della questura: "Immobile sottoposto a sequestro", per ordinanza del tribunale del riesame datata 3 marzo 2015. Uno dei cartelli è stato affisso proprio sotto il fiocco azzurro che testimonia una delle diverse nascite registrate tra le famiglie dello stabile durante l'occupazione.

La Procura: "Sgombero è atto dovuto". "Nella giornata di ieri è stata data esecuzione al provvedimento di sequestro della palazzina ex Telecom, richiesto dalla Procura della Repubblica e disposto dal Tribunale del Riesame. Questa azione giudiziaria è atto dovuto a tutela della legalità non come principio astratto, ma come unico modo per assicurare il rispetto dei diritti di tutti secondo legge". Lo ha voluto chiarire con una dichiarazione il procuratore reggente di Bologna Massimiliano Serpi. La precisazione, letta ai giornalisti con a fianco il procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del gruppo 'ordine pubblico', arriva dopo alcune prese di posizione critiche apparse sulla stampa. La Procura attraverso Serpi ha anche espresso "apprezzamento per la professionalità dimostrata nella delicata fase dell'esecuzione del provvedimento giudiziario da parte delle forze di polizia".

Social log contro la Procura. Sulla procura di bologna e le sue azioni "bisogna aprire un'attenzione costante da parte di tutta la città". A chiedere una "presa di posizione" è il collettivo Social Log, durante la conferenza stampa in corso convocata dopo lo sgombero. "La Procura - attacca Fulvio, uno dei portavoce - esautora la sovranità della politica con ordinanze, sequestri e aggressioni", ma anche con "iniziative continue ed esasperate con cui si accanisce contro i movimenti e chi si autorganizza, perchè pensa che non si debba aprire una contrattazione e una mediazione sociale". In altre parole, insiste il collettivo parlando di "pericolosa deriva", la Procura "non può entrare a gamba tesa ogni volta che si può trovare una soluzione politica ai problemi". Da qui la richiesta alla città di una "presa di posizione".

Tributo agli operatori sociali. Ieri operatrici e operatori del pronto intervento sociale, del servizio a bassa soglia e dei servizi sociali territoriali del Comune "hanno garantito una risposta dignitosa alle persone in stato di bisogno, a partire dalle famiglie con minori, dopo lo sgombero dell'occupazione dello stabile ex Telecom". E di questo l'assessore comunale alla sanità Luca Rizzo Nervo, nel ringraziarli, si dice oggi "orgoglioso e fiero". Il Comune si è dimostrato capace di mettere in campo "professionalità che sono state fondamentali non solo ieri ma nella quotidiana gestione delle tante fragilità, nella gestione dell'emergenza (che emergenza non è, ma dato storico e strutturale) dei profughi con la chiusura del Cie e la realizzazione di due strutture di accoglienza hub di carattere regionale per adulti e minori senza che questo producesse impatti sul territorio". Un contributo fondamentale, conclude su Facebook, "nel mantenere questa città una città umana".

L'avvocato degli occupanti: "Faremo azioni legali". Per fare chiarezza sulle decisioni prese e le modalità con cui è stato eseguito il sequestro dell'ex Telecom di via Fioravanti l'avvocato

Marina Prosperi annuncia azioni legali. "Verranno fatte tutte", dichiara Prosperi ai microfoni di Radio Città del Capo. Prosperi intende anche verificare "se c'è stato un abuso d'ufficio nell'esecuzione dello sgombero. La pagina di ieri vista dall'esterno è stata dura, ma vista dall'interno è stata durissima" ed è questa una cosa "sulla quale io credo bisogna sviluppare una riflessione forte".