Emergenza casa, la svolta di Zuppi. In campo gli immobili della Curia

Bologna -

Via Altabella sta mappando le strutture disponibili: una parte, in accordo con il Comune, andrà a chi ne ha più bisogno

 

 

BOLOGNA - Matteo Maria Zuppi l’aveva detto qualche giorno dopo il suo insediamento come nuovo vescovo di Bologna. «Dobbiamo capire le situazioni, cercare di dare risposte, fare di tutto perché avere una casa sia possibile per tanti che ne hanno un disperato bisogno». E aveva aggiunto: «La sfida è creare un sistema nel quale non bisognerà più occupare: un modo per evitare e prevenire». Ebbene, a meno di un mese dal suo arrivo in città, Zuppi ha tenuto fede a quelle parole consegnate il 17 dicembre in un’intervista al Corriere di Bologna.

Il vescovo ha infatti avviato una mappatura degli immobili che fanno capo alla Diocesi. L’obbiettivo è chiaro: destinare parte del patrimonio immobiliare sfitto o sotto utilizzato all’emergenza abitativa che ha segnato l’ultima parte del 2015 e l’inizio del 2016. Interpellato sull’operazione, ieri mentre era in visita alla rassegna dei presepi in San Giovanni in Monte, Zuppi si è limitato a dire: «È una questione molto seria. Ne parlerò a tempo debito».

In Curia, però, il censimento degli immobili è già partito. È un’operazione che il Comune non solo segue da vicino ma che ha addirittura contribuito ad avviare. A Natale il sindaco ha incontrato Zuppi e gli ha dato la lista aggiornata delle occupazioni cittadine che sono fondamentalmente quattro: ex Beretta, ex Carisbo di via Toscana, Mura di Porta Galliera e via De Maria, per un totale di circa 300 persone. Il vescovo, da sempre sensibile al tema dell’emergenza abitativa — a Roma era in contatto con gli inquilini abusivi di «Spin Time Labs», tra piazza Vittorio e l’Esquilino — ha garantito che avrebbe fatto la propria parte. Merola, che all’inizio dell’anno ha detto di voler risolvere entro marzo l’emergenza abitativa, non nasconde di aspettarsi tantissimo dalla collaborazione con la Curia. Le due trattative avviate dal Comune per ottenere dall’Inps un palazzo in Gramsci e dalle Poste la vecchia sede di via Agucchi sono infatti ferme al palo.

Naturalmente, gli immobili della Diocesi dovranno essere attrezzati in modo adeguato per potere accogliere delle persone. Zuppi non esclude di destinare alla bisogna (utenze comprese) almeno una parte dei cinque milioni di euro di dividendi della Faac, il colosso dei cancelli ereditato dalla Curia, che erano stati destinati alla Caritas. Già il predecessore di Zuppi, Carlo Caffarra, aveva deciso di destinare ai poveri i proventi della multinazionale. Zuppi proseguirà sulla stessa rotta, privilegiando i senza casa. Una decisione nell’aria. Coerente, secondo Zuppi, con la linea tracciata da papa Francesco, che lo scorso ottobre ha inviato «un caldo incoraggiamento» ad Andrea Alzetta, ex consigliere comunale romano conosciuto come Tarzan, storico leader dei movimenti di lotta capitolini per la casa. Nella missiva, inviata attraverso l’assessore della segreteria di Stato vaticana, monsignor Brian Wells, il Papa mandava ad Alzetta «una parola di paterna comprensione e vivo incoraggiamento », ricordando di avere «più volte richiamato l’attenzione degli organi competenti in favore dei deboli»

09 gennaio 2016