Palazzo Raggi, indagato anche l'ex assessore Giovanni Caudo

ASIA-USB: quelli che chiedono il ripristino della legalità con gli inquilini poveri delle case popolari e che dovevano garantirla sui piani di zona!

Roma -

Per uno dei fedelissimi di Marino l’accusa è corruzione. Il nome nelle intercettazioni, ma gli accertamenti sono all’inizio

Fra gli indagati per la trasformazione in megastore di Palazzo Raggi (Settecento) c’è anche Giovanni Caudo, l’ex assessore all’Urbanistica della giunta Marino che, dopo le dimissioni dell’ex sindaco, era tornato a occuparsi di docenza all’Università di Roma Tre. Nei mesi scorsi gli uffici della procura gli hanno notificato un avviso di garanzia per corruzione. Solo una prima ipotesi investigativa a fronte di un fatto, che cioè il suo nome è emerso nel corso d’intercettazioni disposte per altri indagati.Piccola premessa. Per ottenere il via libera al suo progetto - frazionare Palazzo Raggi in piccoli lotti commerciali - il costruttore Domenico Bonifaci si affida a un suo collaboratore, Giuseppe Costa, che dialoga con dirigenti e funzionari dell’assessorato all’ Urbanistica.

 

Le telefonate fra Bonifaci e «Pino» Costa

Alcuni di questi, come l’ex dirigente Antonello Fatello, hanno i cellulari sotto controllo. Il loro nome è stato fatto nel corso dell’inchiesta contemporanea («Vitruvio») da piccoli imprenditori che, distribuendo favori nella Roma nord, sostengono di essere incappati nelle sue pretese. Mentre gli investigatori stanno cercando di ricostruire il profilo di Fatello vengono captate telefonate fra Bonifaci e il suo uomo, Costa, nelle quali quest’ultimo assicura di avere una sponda in Campidoglio. É a questo punto che viene fatto il nome di Caudo. L’ex assessore di Marino viene indagato assieme a Fatello che ieri è stato anche sottoposto a perquisizioni, benché trasferito ormai alla Mobilità. Il reato, anche qui, è lo stesso: corruzione. Prima di essere spostato alla Mobilità dal prefetto Francesco Paolo Tronca, Fatello avrebbe cioè «collaborato» con il costruttore per aiutarlo nella realizzazione del megastore.

 

 

«Sereno ma amareggiato»

É andata così? Sono millanterie? Questo filone d’indagine è ancora al principio, di soldi si chiacchiera al telefono ma sono ancora in corso accertamenti e solo ieri sono stati acquisiti documenti e file degli indagati. Tra gli indagati anche Nando Antonelli dipendente di un’impresa del gruppo Bonifaci. Quanto al costruttore, malgrado le perquisizioni di ieri nella sua abitazione fa sapere attraverso i suoi difensori Nicoletta Piergentili e Massimo Krogh di essere «sereno, sebbene amareggiato».