ABRUZZO: TERREMOTO E DISASTRI AMBIENTALI, APPELLO E PIATTAFORMA PER INIZIARE LA MOBILITAZIONE PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO

L'aquila -

ERA PREVISTA PER OGGI UNA PRIMA INIZIATIVA DAVANTI ALLE REGIONE ABRUZZO DURANTE I LAVORI DEL CONSIGLIO REGIONALE.

In seguito alla mancata convocazione del consiglio regionale ci siamo trovati costretti a rinviare la data del sit-in al prossimo consiglio utile.
Nel frattempo abbiamo inviato al Presidente del consiglio regionale ed a tutti i Presidenti di commissione una richiesta d'incontro.

Riportiamo l'appello e la proposta di piattaforma per la prima iniziativa prevista all'Aquila:

L'Abruzzo cade a pezzi: da tutta la regione davanti al Consiglio regionale
Viviamo in una regione che cade a pezzi, letteralmente. A 8 anni dal terremoto dell'Aquila molte delle scuole e degli edifici pubblici non sono sicuri. A questo si sono aggiunte decine di scuole in tutto il territorio, come a Teramo, dove inoltre da mesi sono migliaia le persone sfollate e sgomberate. Per queste ed altre ragioni abbiamo deciso di scendere in piazza e incontrarci a L'Aquila, il prossimo 4 aprile, dalle ore 12, di fronte al Palazzo dell'Emiciclo, sede del Consiglio regionale.
Nelle aree interne i paesi rimangono isolati perché franano le strade, sulla costa si aprono voragini anche nei centri storici, come a Chieti. Migliaia di cittadini sono sfollati e sgomberati, mentre si pianificano e realizzano investimenti che portano al profitto di pochi. I territori sono stati messi a dura prova negli scorsi mesi, a causa di politiche pubbliche criminali, lasciate all'abbandono intere zone: in una regione dove terremoti, neve, frane e alluvioni non sono una novità, persino acqua e luce sono mancate per giorni interi a un terzo della popolazione.
Le aree interne del paese soffrono di una forte depressione anche per i continui tagli delle risorse pubbliche e per l'atteggiamento predatorio delle imprese private, dedite più al saccheggio che al benessere delle economie locali. E così anche il Corpo dei Vigili del Fuoco è stato penalizzato in questi anni, con la precarizzazione del personale e la riduzione della capacità di intervento.
L'Abruzzo è quella regione che si piega ad accettare che il suo territorio diventi terra di conquista di grandi aziende multinazionali, per mega-opere inutili a tutti, tranne ai pochissimi che ne traggono profitti: come nei casi del metanodotto Snam “Rete Adriatica” e dell'elettrodotto Terna, progetti che non producono “sviluppo” ma accrescono i rischi in un territorio già disastrato.
A fronte dell'indifferenza di chi ci governa nei confronti della popolazione e del territorio che essa abita, a fronte dell'assenza di un piano di tutela ambientale, preservazione del suolo e messa in sicurezza dell’assetto idrogeologico, a fronte dei livelli drammatici di disoccupazione che subiamo sulla nostra pelle, chiediamo il rispetto del diritto alla vita nei nostri territori.
Siamo donne e uomini, individui e associazioni, sindacati, comitati e movimenti, che non vogliono continuare ad essere vittime di mancata prevenzione, di interessi predatori, di risorse drenate verso grandi opere costose e inutili, di mancanza di lavoro. Sappiamo di vivere nei diversi territori quotidianità e peculiarità differenti, ma siamo determinati a non rassegnarci, a non arrenderci, a costruire ogni giorno alternative politiche e sociali. Conosciamo uno ad uno i responsabili dei disagi che vivono gli abruzzesi, ad ogni livello: dal governo centrale fino ai potentati locali.
Vogliamo politiche radicalmente differenti e lo affermeremo chiaramente di fronte al massimo organo istituzionale della terra che ci unisce: il Consiglio Regionale. Per questo chiamiamo a raccolta le popolazioni abruzzesi: porteremo anche di fronte al massimo organo istituzionale della regione le nostre proposte di redistribuzione delle risorse e di nuovi investimenti.
Appuntamento il 18 aprile di fronte al Consiglio Regionale, a partire dalle ore 12.

Sindacato di base Usb, As.i.a.-Usb, Zona 22 , Uallò Uallà, Uds L'Aquila, Link L'Aquila, 3e32 (AQ), CaseMatte, C.P.C. S. Santacroce Teramo, AltreMenti Valle Peligna, Paola Cardelli e Fabio Berardini (cons. comunali Teramo), etc.

Piattaforma generale.

Per intervenire in modo credibile nella messa in sicurezza del territorio dell'intero paese c'è bisogno dell'impegno del governo nazionale di un piano decennale di finanziamento straordinario di 20 miliardi annui. Senza una inversione di tendenza nelle scelte economiche nazionali difficilmente potremo rilanciare le zone del paese che periodicamente soffrono gli effetti di catastrofi naturali, sempre amplificate dalla mancata azione preventiva dell'uomo.
Sul piano locale rivendichiamo:
• Impegno da parte della Regione Abruzzo di fondi regionali per l’attuazione di un piano per la ricostruzione, per la messa in sicurezza del territorio a partire dagli edifici pubblici, le scuole e gli ospedali. Un piano di rilancio dei servizi pubblici e di ripristino delle infrastrutture primarie (strade, ponti, ecc.) costituisce la condizione indispensabile per rilanciare l’economia e lo sviluppo locale, favorendo la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro e per bloccare la fuga delle giovani generazioni;
• Utilizzo immediato dei 3,4 miliardi di fondi europei stanziati per il terremoto, spariti nella Legge di Bilancio per coprire invece i buchi provocati dal governo a causa dei regali fatti alle banche, per i quali la UE ha rinunciato al cofinanziamento da parte dell'Italia;
• Piano per la ricostruzione delle città e dei paesi gravemente feriti dal terremoto e dai disastri ambientali; messa in sicurezza del patrimonio abitativo pubblico e privato con l'applicazione di criteri antisismici; bonifica delle discariche (a partire da quella di Bussi) che avvelenano centinaia di migliaia di cittadini abruzzesi;
• Rientro nei luoghi di provenienza di tutti gli sfollati, requisendo nell’immediato gli immobili pubblici e privati sfitti e blocco delle ordinanze di sfratto;
• Moratoria delle imposte e dei tributi nelle zone del cratere (Imu, tassa rifiuti, ecc.) per tutti i cittadini residenti e le piccole attività economiche;
• Istituzione di un reddito sociale per tutti coloro che hanno perso il lavoro o le attività lavorative e per i disoccupati;
• Valorizzazione del patrimonio paesaggistico e naturale incentivando la microeconomia agrituristica, l’allevamento e i pascoli di montagna, la cura dei boschi, per evitare i numerosi danni alluvionali che si ripetono spesso nel nostro paese e nella nostra regione;
• Fermare la logica delle grandi opere e i progetti che mettono a rischio il territorio, come quelli presenti anche all’interno del Masterplan approvato dalla Regione Abruzzo.

18 aprile 2017