'500 famiglie rischiano di perdere la propria casa'
Sono 510 le famiglie che in città sono sotto sfratto e questo è solo il dato di chi chiede aiuto ai servizi sociali. Aiutarle tutte è difficile ma l’assessore Cislaghi annuncia: “Stiamo preparando 10 appartamenti per le emergenze"
226 famiglie nell'edilizia privata e 284 negli alloggi gestiti da Aler. Totale: 510 famiglie che rischiano di perdere la propria casa nel giro di breve tempo. Questi sono i dati che i Servizi Sociali e l'agenzia di alloggi popolari si trovano a dover fronteggiare e «rappresentano solo la punta dell'iceberg -spiega l'assessore Mario Cislaghi- perchè non tutte le famiglie in difficoltà si rivolgono ai nostri uffici». Ma già a fronte della somma delle richieste di aiuto ai servizi sociali della città e i dati riferiti alle morosità superiori ai 1.000 euro riscontrate da Aler la situazione non pare certo facile.
SERVIZI SOCIALI: Nel corso di questi primi mesi del 2014 sono state presentate 226 richieste di aiuto e di queste 64 sono state prese in carico dal Comune (nel 2013 erano state complessivamente 102, ndr). Si tratta di famiglie che nella stragrande maggioranza dei casi abitano in appartamenti privati -37, il 60% del totale- mentre 9 nuclei famigliari sono in strutture pubbliche e 18 hanno la propria abitazione all'asta. Complessivamente sono stati già 13 gli sfratti eseguiti e a seguito dei quali l'amministrazione è intervenuta con soluzioni tampone.
ALER: Se invece dovessero essere eseguiti tutti gli sfratti nell'edilizia pubblica sarebbe una vera emergenza difficilmente fronteggiabile. Ad oggi, infatti, sono 284 gli inquilini con debiti superiori a 1.000 euro all'interno dei 1901 alloggi di edilizia pubblica (1438 sono di proprietà diretta di Aler mentre 463 sono di proprietà del comune e dati in gestione all'ente). I provvedimenti di sfratto attualmente in corso in questo caso ammontano a 42 famiglie delle quali 13 hanno minori sotto i 15 anni e 3 anziani con più di 65 anni.
LE CONTROMISURE: Guardando i dati del 2013 il comune è dovuto intervenire direttamente in diversi casi. Sono stati complessivamente 34 gli sfratti eseguiti nello scorso anno (rilevati dai servizi sociali, ndr) e di questi quasi la metà ha trovato una nuova sistemazione in alloggi privati, chiedendo spesso un aiuto da parte del comune, mentre il 18% è stato sistemato nelle 3 strutture di accoglienza attive in città (alle quali viene corrisposto un canone annuo di 25.000 euro) mentre le rimanenti persone hanno trovato ospitalità da parenti e amici.
Per il futuro «stiamo cercando di entrare in possesso di 10 dei 110 alloggi che non sono assegnabili da Aler», spiega Mario Cislaghi. Di questi appartamenti non agibili, infatti, 19 sono di proprietà comunale «e vorremmo metterli a disposizione delle persone in momentanee situazioni di difficoltà». I preventivi per rendere nuovamente disponibili le strutture sono già stati fatti e prevederebbero una spesa complessiva di 207.000 euro.