A Roma c'è il Lascia o Raddoppia degli sfratti

Fra le decine e decine di segnalazioni che ci arrivano, fra sfratti a sopresa e violenze messe in atto dai proprietari per cacciare inquilini fino a ieri tenuti in nero, oggi abbiamo ottenuto due rinvi in altrettanti tentativi di esecuzione. Sappiamo che spostare la data di un'esecuzione non risoleve il dramma degli sfratti, per cui chiediamo a tutte le istituzioni di intervenire con politiche abitative serie, in grado di fermare questo stillicidio quotidiano.

Roma -

Anche stamattina a Roma abbiamo impedito che venissero eseguiti 2 sfratti. Il primo ai danni di un nucleo familiare di 4 persone, in un alloggio Inps a Cinecittà, rinviato al 13 di novembre. Il secondo, socialmente molto più grave, a carico di una donna sola con tre figli minori, fra i quali una bimba di soli 2 anni a casa con l’influenza. Nel corso del confronto con la controparte, non c’è stato modo di trovare una mediazione per guadagnare quel tempo necessario ad ottenere un’assegnazione di un alloggio pubblico. Di fatti è stata rifiutata la proposta di risanare il debito, così come è stata rifiutata in seconda battuta la proposta di attivare la morosità incolpevole, che avrebbe consentito un rinvio più lungo. La proprietà ha insistito per l’intervento delle forze dell’ordine. Ciò non ha cambiato l nostra posizione ed infine abbiamo ottenuto un rinvio al 30 ottobre. Adesso la palla passa agli Uffici comunali che devono entro quel termine trovare una soluzione abitativa alla famiglia, detentrice di un ottimo punteggio in graduatoria.

Asia-Usb è soddisfatta per i risultati ottenuti stamattina dai presidi solidali, ma rimane consapevole del fatto che il mero rinvio di un problema non porta automaticamente alla sua soluzione. Anzi, al contempo esprimiamo forte preoccupazione per i caratteri che sta assumendo la questione abitativa e specificamente quella degli sfratti. Ogni giorno decine di famiglie vengono buttate per strada e tra loro vi sono minori, anziani, persone malate, famiglie intere con salari o pensioni troppo basse per far fronte ai canoni che vengono richiesti, assolutamente fuori scala. Il cosiddetto welfare abitativo pubblico, ridotto all’osso dal governo Meloni, appare inoltre insufficiente a soddisfare la fame proprietaria, spinta dall’ideologia di alcune associazioni di categoria a pretendere garanzie che quasi nessuno ha o a trasformare i propri immobili in bancomat attraverso la turistificazione di massa, in nome del Giubileo della Misericordia.

Asia-Usb Roma