ABITARE NELLA CRISI: ripartiamo da qui!

Conclusioni dell'ncontro di Firenze, che si è tenuto dal 12 al 14 di Marzo 2010.

Firenze -

Abbiamo partecipato a Firenze, dal 12 al 14 di Marzo 2010, all'incontro nazionale dei movimenti per il diritto all'abitare: Abitare nella crisi.

L'incontro si è articolato in diversi momenti di discussione tematici (recupero delle città ed autorecupero, inchiesta sociale, migranti e seconda generazione,...) ed in un seminario di approfondimento sul contesto di crisi in cui si inseriscono le nostre lotte per la casa e non solo. Si è svolta un'assemblea di confronto tra le esperienze delle scuole di italiano autogestite per stranieri in Italia e una discussione di approfondimento sui temi proposti dal progetto “Sorvegliati e puntiti”: la creazione di un libro bianco di inchiesta sulla repressione e il controllo, un percorso che sta coinvolgendo singoli attivisti, collettivi autorganizzati, sindacati di base, reti che si muovono per i diritti e la libertà, oltre a diversi studi legali della penisola (per info: libertadimovimento@inventati.org).

Abitiamo nella crisi con le nostre esperienze di lotta, che si rappresentano sui territori, nei conflitti e nei bisogni di una nuova e larga composizione sociale. La lotta per la casa rappresenta solo una parte della lotta più generale per l'abitare, inteso come diritto fondamentale ad una vita dignitosa, come recupero e difesa del territorio, del suolo e dei beni comuni, come riappropriazione di una parte di reddito, contro la crisi e fuori dalle logiche del mercato. 

Abbiamo aperto una discussione critica sulle forme e le modalità del nostro agire: sugli elementi in comune e le specificità legate ai diversi contesti territoriali, sulla necessità di trasformazione ed innovazione delle lotte e dei linguaggi che attraverso lo strumento dell'inchiesta sociale si aprono alla composizione meticcia dei nostri movimenti e delle nostre città, per la costruzione di nuove forme di mutuo soccorso e cooperazione dal basso che agiscano nella crisi e contro la crisi. 

L'assemblea di Firenze propone, quindi, di rilanciare la mobilitazione a partire dalla necessità di una piattaforma di contenuti condivisi, con una serie di iniziative da declinare nei propri territori, per iniziare da subito a fornire degli strumenti e delle risposte adeguate all'urgenza e alla trasformazione dei bisogni del corpo sociale di cui siamo parte. 

Diciamo no all'idea di "housing sociale" che troviamo all'interno del Piano Casa nazionale e dei relativi Piani regionali. Questa proposta infatti completa un percorso che è passato per l’approvazione della legge 431 che, affossando l'"equo canone", ha liberalizzato il mercato della casa contribuendo a creare la situazione drammatica che tutti abbiamo davanti agli occhi oggi. I percorsi delineati in questi Piani hanno al centro gli interessi dei costruttori, della finanza, della politica e non rappresentano affatto una soluzione per i settori sociali maggiormente colpiti dalla crisi: nè le fasce più deboli per le quali l’housing sociale rappresenta solo la scusa con cui si tenterà di chiudere definitivamente la stagione dell’edilizia residenziale pubblica nè tantomeno per il cosiddetto ceto medio impoverito che si vuole incatenare al mutuo a vita o ad affitti stabiliti a prescindere dai redditi a tutto vantaggio dei palazzinari, devastando i territori delle nostre città, precarizzando ancora di più le nostre vite. 

Più che garantire il diritto all’abitare, questo modello favorisce infatti innegabilmente un aumento indiscriminato della cementificazione, del consumo di suolo e dell'aggressione ai territori, mentre noi ribadiamo che ci opponiamo con forza ad ogni tentativo di ulteriore cementificazione e devastazione ambientale.  

Il diritto alla casa è pienamente realizzabile attaccando la rendita e la speculazione,  rispettando l'ambiente, creando contesti eco e socio-sostenibili. 

Sosteniamo l'occupazione come una delle forme più valide ed efficaci di riappropriazione e di difesa di un diritto fondamentale come quello all’abitare. Occupazione intesa non solo come pratica di lotta e conflitto dal basso, ma anche come progetto di recupero urbano e sociale, inserito in un tentativo di ricostruzione dei legami di solidarietà e di uguaglianza, capaci di sgomberare il campo dal razzismo e dalla frammentazione. 

Rilanciamo in tutte le Regioni delle iniziative per un aumento consistente del patrimono edilizio pubblico, in modo che esso sia finalmente adeguato al soddisfacimento del diritto alla casa e allo stesso tempo non sia speculativo ma “sostenibile”, soprattutto attraverso il recupero delle aree dismesse e delle aree militari e la riconversione degli stabili sfitti e vuoti, oggetto della speculazione immobiliare.  

Difendiamo il patrimonio pubblico, degli Enti e delle Fondazioni, da ulteriori processi di svendita e cartolarizzazione insieme a tutto l'inquilinato residente.  

Esigiamo e ci attiviamo per il blocco degli sfratti per morosità e degli sgomberi, contrastando tutte le politiche di assistenzialismo e controllo che generano la distruzione dei legami di solidarietà nei quartieri e sperperano ulteriore denaro pubblico.  

Sosteniamo e promuoviamo in questo ambito le esperienze di autorecupero che, autonomamente  e dal basso, inventano nuove forme dell’abitare, investendo il proprio tempo e la propria capacità creativa nella costruzione di progetti alternativi nelle forme progettuali architettoniche e di socialità. Sosteniamo dove possibile la creazione di proposte di legge nelle diverse regioni che riconoscano e valorizzino questi percorsi. 

Pensiamo infatti che sia necessario da un lato individuare un terreno nazionale di coordinamento delle pratiche di lotta e di contenuti condivisi che possa portare anche a momenti di precipitazione unitari, d’altro canto rimane fondamentale il nostro spazio di azione politica a carattere regionale e locale sul quale agire anche spingendo per l'adozione di normative e pratiche più avanzate in quelle Regioni ancora carenti di strumenti e di iniziative di nuovo welfare.  

Siamo convint* che sia necessario proseguire un percorso di discussione e di coordinamento su questi punti, attraversando tutti i territori, anche laddove nonostante le contraddizioni e i bisogni non sono ancora esplose in tutta la loro forza le nuove lotte.  

Per questo indichiamo alcuni passaggi utili nella costruzione di questo percorso: - Costruzione di una narrazione plurale delle lotte attraverso il blog

 

 

www.abitarenellacrisi.noblogs.org; - Partecipazione alla manifestazione nazionale di lotta per l'acqua pubblica a Roma il 20 marzo 2010, per collegare le lotta per l’abitare con le lotte territoriali per i beni comuni.; - Sostegno alle mobilitazioni dei cittadine e di cittadini dell'Aquila e dell'Abruzzo anche attraverso la costruzione di un’iniziativa per la liberazione della città dell'Aquila dalla macerie e dalla Protezione Civile in occasione del 25 aprile e costruzione di una scadenza nazionale di due giorni nel mese di Giugno; - Proponiamo la costruzione di nuovi momenti di discussione promuovendo incontri a carattere inter-regionale verso una possibile mobilitazione nazionale contro la crisi in autunno.
 
I partecipanti e le partecipanti ad ABITARE NELLA CRISI 
 
Firenze 14 marzo 2010