Angelo Mai, presidio davanti al tribunale: "Il diritto alla casa è 'la prima cosa'"

Roma -

Performance con le costruzioni di carta sono state lasciate sul marciapiede di piazzale Clodio mentre, dentro le aule giudiziarie, è in corso l'udienza del ricorso dell'inchiesta che vede coinvolti alcuni attivisti nei confronti del gip che ha negato 14 misure cautelari

di VIOLA GIANNOLICentinaia di casette di carta, alcune multi piano, altre in condominio, qualcuno con verde, altre ancora dalle facciate colorate. Un intero marciapiede, davanti al tribunale di piazzale Clodio a Roma, riarredato con "la prima cosa" ovvero la casa. E' la performance artistica e simbolica messa in campo dall'Angelo Mai e dal Comitato di lotta popolare per la casa mentre, dentro le aule giudiziarie, è in corso l'udienza del ricorso presentato dal pm dell'inchiesta che vede coinvolti alcuni attivisti nei confronti del gip che ha negato 14 misure cautelari (5 custodie cautelari e 9 divieti di dimora a Roma)."Sono case auto-costruite, fatte con le proprie mani e insieme, come quelle per cui questi attivisti vengono processati. Casette che ribadiscono che il diritto alla casa è 'La prima cosa' e che chiedono la libertà per tutti coloro che si battono per esso" scrivono gli attivisti colpiti dagli sgomberi del 19 marzo allo spazio sociale di Caracalla e alle due occupazioni abitative di via delle Acacie a Centocelle e dell'ex Hertz a Tuscolano. E mentre l'inchiesta si muove per associazione a delinquere ed estorsioni, gli occupanti ribattono: "In sostanza si chiedono galera e confino per 14 persone che hanno semplicemente occupato vecchie scuole dismesse per trasformarle  -  a spese proprie, attraverso un fondo cassa comune  -  in appartamenti dignitosi per famiglie a cui il Comune non ha mai consegnato la casa popolare a cui avevano diritto. 14 persone che hanno diffuso un modello di convivenza basato sulla collaborazione e sulla solidarietà gravemente tradotto in associazione a delinquere".Un boato, abbracci e un lungo applauso hanno poi accolto l'uscita dal tribunale di Pina Vitale, ritenuta leader delle occupazioni, che ha spiegato "non sono una criminale, ho un brutto carattere ma non ho mai picchiato nessuno nè estorto denaro. Non ce l'ho con chi ha denunciato, sono degli ultimi anche loro, ma i reati di cui ci accusano sono pazzeschi". Il giudice si riserva però di decidere entro qualche giorno sulle misure cautelari. L'inchiesta intanto prosegue.