Appello per la mobilitazione in Zona San Paolo 6 aprile ore 15 piazza Sabotino a Torino

Sabato 6 aprile ore 15 piazza Sabotino

CORTEO in quartiere CONTRO SFRATTI-SGOMBERI-SPECULAZIONI

Torino -

Torino capitale degli sfratti. Famiglie buttate in mezzo alla strada; ma anche solidarietà, portoni chiusi da anni che si riaprono, case lasciate vuote, tantissime volte per interessi economici e speculativi, che tornano a vivere. Poco meno di 4mila le persone sfrattate senza una casa, poco meno di 50mila gli appartamenti vuoti nella nostra città; circa un migliaio le case popolari che potrebbero essere sistemate e assegnate, invece che lasciate vuote, protette da serrature sempre più blindate che la polizia municipale installa su ordine di ATC.

Le istituzioni, primo fra tutti il Comune di Torino, balbettano, parlano di legalità per non assumersi le proprie responsabilità politiche, e ogni volta che famiglie, uomini, donne e bambini senza casa si impossessano di un edificio abbandonato, gridano allo scandalo e invocano soluzioni di ordine pubblico. Intanto lasciano a marcire l'edilizia popolare, e tramite società di cartolarizzazione e fondi immobiliari speculativi il Comune continua a vendersi parti sempre più considerevoli di patrimonio immobiliare pubblico, per coprire la voragine che il grande evento olimpico ha aperto nelle casse comunali.

In zona San Paolo, il nostro quartiere, nel corso dell'ultimo paio d’anni, le occupazioni abitative si sono moltiplicate, e al grido di “la dignità non si sfratta”, a ogni sgombero forzato ha fatto seguito una nuova occupazione e dalle occupazioni la resistenza ai picchetti antisfratto si è consolidata ed è cresciuta.

Contro la svendita del patrimonio pubblico, da mesi un gruppo di abitanti della zona ha ripreso possesso dell'ex area Diatto-Snia di via Frejus, zona dove si vorrebbe abbattere l'ultimo pezzo di storia operaia del nostro quartiere, invece di recuperarla per un uso sociale e pubblico, per costruire palazzine di alloggi di pregio (ma chi se li compra!) e un centro commerciale (a un isolato giusto giusto dal mercato di corso Racconigi).

Le occupazioni, si sa, sono fastidiose; con la loro semplice presenza testimoniano che esiste la possibilità di organizzarsi, mettere in piedi una rete di solidarietà, opporsi concretamente agli sfratti, e garantirsi collettivamente una casa in cui vivere. Perché la loro presenza ostacola progetti speculativi, e la loro esistenza fa emergere con forza e rabbia la questione della casa in una città che fino a un paio di anni fa sembrava un'isola felice e ora si riscopre invece sull'orlo di una crisi sociale e di nervi.

E questo lo testimonia molto bene il modo di operare della Questura e degli ufficiali giudiziari che nell'impossibilità di vincere le resistenze agli sfratti si affidano a ordinanze dei giudici e a veri e propri sgomberi di famiglie eseguiti militarmente. Lo testimonia il nervosismo dei politicanti, dagli assessori ai presidenti di circoscrizione sempre più impegnati a sollecitare interventi prefettizi, sempre più incapaci di assumere una posizione politica nei confronti della questione casa. Lo testimoniano in ultimo le recenti parole del Presidente di ATC Elvio Rossi, che con arroganza ha definito chi occupa un alloggio popolare come “ladro di case”, e fa un po' specie pensare che quel comunicato sia uscito dalla sede di Corso Dante proprio poche ore dopo una perquisizione della guardia di finanza che ha indagato cinque dirigenti di ATC e di sue partecipate per corruzione negli appalti riguardanti la sicurezza delle case popolari.

Le resistenze agli sfratti, la solidarietà, le occupazioni di case e la riappropriazione di spazi pubblici che si vorrebbero svendere ai privati, dimostrano che oltre le parole vuote della politica ufficiale, nei quartieri maturano scelte immediatamente praticabili, risposte concrete ai bisogni che non delegano più coloro i quali hanno già ampiamente dimostrato di non voler trovare una soluzione.

Le case occupate nella nostra zona resistono, giorno dopo giorno, forti di una lotta che in tanti quartieri è diventata quotidianità; ma subiscono anche le mire mai sopite di proprietari influenti che continuano a sollecitare gli sgomberi e di sbirri ansiosi di eseguire gli ordini dei potenti.

Difendere le case occupate e gli spazi sottratti alla privatizzazione, significa difendere territori che si liberano dai ricatti della crisi, significa sostenere la solidarietà attiva come arma contro i diktat dell'austerity, significa lottare per affermare che nel nostro quartiere non vogliamo più case vuote né persone senza, non vogliamo più sfratti, sgomberi e speculazioni.

 

Sabato 6 aprile ore 15 piazza Sabotino

CORTEO in quartiere CONTRO SFRATTI-SGOMBERI-SPECULAZIONI

 

 

Sportello per il Diritto alla Casa Zona San Paolo - Comitato SniaRischiosa