Asti - Occupata una palazzina, in 200 manifestano per il diritto alla casa.
10 / 4 / 2010 (da Global Projet)
E' stata una giornata molto intensa per le famiglie e gli attivisti del Coordinamento Asti Est, una associazione che da anni si batte sul territorio per il diritto alla casa. Alla mattina è stata occupata una palazzina di proprietà del demanio per far fronte alla situazione di forte emergenza abitativa che si trovano a vivere decine di famiglie nella cittadina piemontese. Una palazzina praticamente nuova ma abbandonata da diversi anni, che ricomincierà a vivere con le sei famiglie che da stamattina hanno deciso di abitarla.
Al pomeriggio era invece prevista una manifestazione per dar manforte all'iniziativa della mattina. Oltre duecento le persone che hanno sfilato per il centro cittadino fino a giungere alla palazzina di via Allende 13 che era stata liberata dall'abbandono in mattinata. Alle famiglie e agli attivisti astigiani si sono unite delegazioni da Alessandria e Torino, a testimonianza di come il problema della casa sia vissuto in modo drammatico da un numero sempre maggiore di famiglie in ogni angolo del Piemonte.
Per il momento sembra che nessuna azione di forza verrà eseguita dalle forze dell'ordine e Lunedì dovrebbe aprirsi un tavolo di trattativa fra le Istituzioni e il Coordinamento Asti est che chiede l'assegnazione degli appartamenti che erano stati lasciati abbandonati da molto tempo.
Il tempo dirà se questa straordinaria iniziativa riuscirà a consegnare definitivamente un tetto sopra la testa delle famiglie, sicuramente la solidarietà dimostrata dagli astigiani e dalle delegazioni piemontesi dimostra che non sarà certamente un'azione di forza a fermare le lotte di chi organizzandosi in basso rivendica casa, diritti e dignità.
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Riportiamo il comunicato di indizione della manifestazione:
In città il diritto all'abitare viene negato ad un numero sempre maggiore di famiglie.
Gli sfratti per morosità si susseguono come drammatico effetto collaterale di una crisi sociale che non ha fine e di cui sono beneficiari/responsabili i ceti che hanno fatto della ricchezza, soprattutto finanziaria, la loro ragione di essere.
Centinaia di famiglie popolari affollano le graduatorie dell'atc nell'interminabile attesa di una casa popolare. Intanto vivono condizioni abitative che ne mettono in pericolo la coesione : coabitazioni, sovraffollamenti, abitazioni improprie, impossibilità di comporre nuove famiglie o di accompagnare senza ulteriore danno gravi problemi di handicap o di relazione.
Ma questo scempio di un diritto fondamentale delle persone, troppo spesso ipocritamente proclamato, avviene con modalità che aggiungono al danno sociale il senso di una ingiustizia lucidamente esercitata da una minoranza. Banchieri, finanzieri, proprietari di aree edificabili e di beni immobiliari, corporazioni delle professioni, un complesso di poteri favoriti dall'assenteismo o dalla complicità degli enti pubblici, che agiscono mossi esclusivamente da egoismo sociale, cinismo e volontà di sopraffazione.
Questo scenario è sotto gli occhi di tutti, almeno di quelli che hanno conservato un minimo di valori repubblicani e civili. Ci sono in città migliaia di alloggi sfitti, di proprietà immobiliari pubbliche e private, lasciati all'incuria, edifici il cui valore d'uso, che in questo momento sarebbe preziosissimo per le persone in carne ed ossa, sfrattate o minacciate da sfratto, viene cancellato da una astratta attesa di “valorizzazione”. Sono veri monumenti all'ingiustizia ma anche ad un fondamentalismo mercantile di cui si dovrà presto fare a meno.
PROMUOVONO: Coordinamento Asti Est e Coordinamento delle associazioni per il diritto alla casa.(Associazione Amal, Varie&Eventuali, AISAP, CollettivoSherwood, Associazione A Sinistra, Cobas Asti, ForumSociale, Tempi di Fraternità, Psichiatria democratica,Collettivo Pecore Nere).