Bamboccioni alla riscossa, le generazione precarie reclamano il diritto al futuro.
Questa mattina sono stati occupati gli uffici di Inforomagiovani che rappresenta l’inconsistenza di un vero sistema di welfare per lanciare la manifestazione del 5 giugno a Roma contro la crisi economica.
Inforomagiovani, dove sono le politiche di sostegno ai giovani precari?
Oggi le Generazioni Precarie prendono parola dopo una settimana di martellante azione mediatica imposta dal governo come corollario all’imminente approvazione della legge finanziaria.
Siamo stati definiti Generazione NEET (ne studio ne lavoro e ne formazione), bamboccioni, mammoni e nullafacenti coperti dal welfare familiare attraverso la mistificazione dei dati pubblicati dal Rapporto annuale a cura dell’Istat e di altri enti di ricerca. Dietro i freddi numeri e le cicliche statistiche c’è la nostra vita, i nostri sogni, il nostro futuro.
L’operazione mediatica costruita per cancellare e rovesciare la verità e per sublimarla ai fini del consenso governativo non può coprire la realtà materiale che si cela dietro ai numeri: Il 30% dei giovani tra i 18 e i 25 anni è disoccupato. Nel complesso dei senza lavoro nella fascia fino ai 45 anni il tasso di disoccupazione arriva a sfiorare il 45%. Tra disoccupati che sono oltre 2.5 ML, i cassaintegrati superano 1.5 ML di lavoratori, si sommano gli inattivi e i lavoratori a nero. La condizione sociale e lavorativa di questo pezzo di paese precipita verso il baratro.
La crisi la stanno pagando e la continueranno a pagare invece della banche, dei grandi manager, della cricca dei costruttori e speculatori, tutti questi soggetti insieme ai lavoratori del pubblico impiego, gli ultimi colpiti dai provvedimenti della finanziaria. Per questo siamo qui ad occupare gli uffici di Inforomagiovani che rappresenta l’inconsistenza di un vero sistema di welfare e di protezione sociale per i giovani, i disoccupati e i tanti precari che vivono tra un lavoro a termine ed un affitto insostenibile. Un condizione simile nel contesto europeo esiste solo in Grecia dove insieme ai salari da fame non esiste nessuna rete di welfare realmente corrispondente ai bisogni sociali delle generazioni precarie.
Siamo qui per lanciare la manifestazione del 5 giugno contro la crisi economica