Bergamo. La gente di Alzano mobilita per lo sfratto di una famiglia indiana
Una ventina di cittadini con una mobilitazione pacifica coordinata dal sindacato As.I.A è riuscita a far annullare lo sfratto della famiglia Krishan, composta da padre e madre, originari dell'India, e da tre figli di 19, 17 e 6 anni, nati in Italia.
Una ventina di cittadini con una mobilitazione pacifica coordinata dal sindacato As.I.A è riuscita a far annullare lo sfratto della famiglia Krishan, composta da padre e madre, originari dell'India, e da tre figli di 19, 17 e 6 anni, nati in Italia.
Per la seconda volta sono riusciti a far rinviare lo sfratto di una famiglia indiana. Una ventina di cittadini nei giorni scorsi ad Alzano Lombardo con una mobilitazione pacifica coordinata dal sindacato As.I.A, è riuscita a far annullare lo sfratto della famiglia Krishan, composta da padre e madre, originari dell'India, e da tre figli di 19, 17 e 6 anni, nati in Italia. I Krishan vivono in affitto nell'abitazione di un privato ad Alzano.
Più di un anno fa Lal, il padre della famiglia, che lavorava alla Pigna, ha perso il lavoro: da quel momento è diventato sempre più difficile pagare l'affitto. Divenuta morosa, nel giugno scorso la famiglia riceve la prima sentenza di sfratto e decide così di rivolgersi al sindacato As.I.A. facendo domanda per l'assegnazione di una casa popolare di Bergamo. Per il momento è ancora in lista d'attesa. A seguito ad un primo tentativo di sfratto del 27 novembre scorso, anche quello di venerdì scorso è stato rinviato al 15 gennaio grazie alla mobilitazione di circa venti persone e alcuni membri di As.I.A. Non sono intervenute le forze dell'ordine e tutto si è svolto in modo pacifico.
Il sindacato As.I.A si lamenta una situazione ormai invivibile, caratterizzata dall'assenteismo dei servizi sociali, da tempo irreperibili: "Se le istituzioni scompaiono è la popolazione che dovrà formulare da sé le risposte. Auspichiamo che si trovi una destinazione per i migliaia di alloggi che, in tutta la provincia di Bergamo, continuano a rimanere chiusi quando molte persone ne avrebbero bisogno".
Giorgia Latini