Bologna. Continua l'attacco al welfare: il commissario Cancellieri vuole aumentare gli affitti delle case popolari.
Un bilancio lacrime e sangue si prefigura per il comune di Bologna per l’anno 2011, che ha come obiettivo il fare cassa sempre prendendo dalle tasche di chi questa crisi la sta già pagando abbondantemente. Non fanno eccezione in questo quadro le politiche abitative di questo commissariamento, che senza soluzione di continuità con le politiche del governo Berlusconi, attacca e nega il diritto alla casa. Da una parte sgombera, in nome di una presunta legalità, famiglie che a seguito della perdita del lavoro si erano auto-assegnate un alloggio nel mese di aprile in uno stabile vuoto da anni e che tale resterà, dall’altra adesso vuole aumentare gli affitti per gli assegnatari di case popolari, che in quanto tali sono coloro che necessitano di una tutela. Tutela che non solo deve essere mantenuta sul piano degli affitti, ma che in un momento in cui le famiglie stanno subendo un frontale attacco al reddito, dovrebbe essere estesa anche alle utenze e agli oneri accessori. Queste ultime due spese sono ciò che sta già strozzando gli assegnatari di case popolari e che spesso li pone in una condizione di morosità, basti pensare che più del 60% degli assegnatari fa parte della così detta fascia protetta, ovvero non supera i 7000 euro di ise all’anno. E invece si pensa di praticare degli aumenti dell’affitto che superano il 30%, sostenendo il ritornello in voga da anni che l’edilizia residenziale pubblica deve sostenersi da sola, e che quindi è un’attività anti-economica. Questo è solo il tentativo di sostituire l’idea di diritto alla casa, che concretamente in Italia è rappresentata dalla casa popolare, con la percezione di quest’ultima come un’elemosina, preparando il terreno alla realizzazione del “piano casa” che prevede la fine del finanziamento all’Erp per sostituirlo con un modernissimo “housing sociale”. Ovvero si vuole farla finita con un affitto legato al reddito, regalando a privati patrimonio pubblico per alimentare meccanismi legati alla rendita e alla speculazione, a beneficio di pochi noti come Geronzi e Caltagirone. Con questo bilancio il commissario Cancellieri fa abdicare l’amministrazione comunale dalla sua funzione ovvero la tutela delle minime garanzie sociali, e nascondendosi dietro la facciata del cassiere che deve far quadrare i conti legittima l’impoverimento dell’intera città. L’AS.I.A.-USB non sarà complice delle scelte di questo commissariamento e vuole essere strumento di tutti coloro che queste scelte le vogliono impedire, per la costruzione di un nuovo patto sociale che metta al fianco degli assegnatari, degli sfrattati, tutti quelli che subiranno le conseguenze di questi tagli, attraverso la ripresa della mobilitazione e del conflitto.
Bologna, 11 settembre 2011
per AS.I.A-USB Bologna
Lidia Triossi