BOLOGNA: IL LUNGO CAMMINO VERSO IL DIRITTO ALLA CASA #29/11
Quella di oggi è stata una manifestazione bella ,importante e decisa ad ottenere passo dopo passo casa,diritti e dignità.
Gli  slogan che sono usciti dal megafono non erano i soliti rituali di  movimento; oggi Bologna ha avuto una lezione di come l'organizzazione  del diritto marciando compatta può aprire un conflitto sociale  importante.
Noi di ASIA/USB  ,con a fianco le compagne e i compagni   della Federazione USB Bolognese, abbiamo sfilato per le vie  cittadine  gridando, come sempre abbiamo fatto , le nostre soluzioni per risolvere  una situazione di crisi democratica sociale  e politica che altri hanno  creato, Moratoria degli sfratti per morosità e requisizione degli  stabili pubblici sfitti per assegnarli in autugestione.
Non possiamo,  non dobbiamo, non vogliamo far finta che niente è accaduto in questi  anni nella nostra città, le colpe ricadono interamente sulle spalle di  una classe dirigenziale incompetente che ammorba l'intero arco  istituzionale, politico e sindacal-concertativo.
Abbiamo cercato,per  l'ennesima volta, il dialogo con il Sindaco Merola che, come previsto,  ha chiuso le porte del Comune  chiamando a difesa del portone di Palazzo  d'Accursio la Polizia senza incontrare i manifestanti-cittadini che  chiedevano quei diritti che il primo cittadino dovrebbe tutelare; ha  tutelato solo un portone chiuso usando la violenza del manganello.
Non  ci fermeremo; continueremo imperterriti a far sentire i nostri diritti e  le nostre soluzioni per risolvere i problemi di questa città e di  questa nazione.
Lanciamo il conflitto sindacale appoggiando le  iniziative che USB ha in cantiere per lo sciopero del trasporto del 6  Dicembre e la campagna per il "no all' obbligo di lavorare nei giorni  festivi" che vedrà un primo momento l'8 dicembre, due scadenze per  lanciare l'assedio al vero centro di potere decisionale legislaitivo a  noi più vicino, la Regione Emilia Romagna.
Nel frattempo dormiremo,  con i nostri compagni di cammino, nella sala borsa che abbiamo occupato  per far sentire la nostra voce, speranzosi che la notte porti consiglio  anche a quelle istituzioni che dovrebbero tutelarci.
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