CANCELLANO I POVERI MA NON LA POVERTA', BERGAMO CITTA' VETRINA!

Bergamo -

Negli ultimi mesi, a Bergamo, abbiamo visto i senza tetto spostati da un luogo all’altro, cacciati prima dalla stazione ed ora dai portici della Galleria Fanzago, dove si installano barriere per impedirgli di trovare rifugio; le coperte vengono sequestrate e la mensa di via Bonomelli è stata allontanata dal centro.

Questo è lo stesso modello repressivo visto a livello nazionale: l'esatta traduzione locale delle politiche securitarie del Governo Meloni che criminalizza le marginalità, intensifica la repressione urbana e smantella ogni tutela sociale. Si parla di sicurezza, di “decoro urbano”, di controlli coordinati tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e unità cinofile. Si “ripulisce” il centro città come se la marginalità umana fosse sporcizia da limitare alla periferia o ai paesi dormitorio. La città viene trasformata in una vetrina escludente e repressiva, dove il disagio sociale viene gestito con la forza.

Non accettiamo che si continui a cancellare la marginalità con le transenne, che si militarizzino le vie del centro per nascondere le contraddizioni prodotte da anni di abbandono sociale, che si perseguitino le persone in nome del “decoro”. Le persone senza fissa dimora non sono un problema di sicurezza, ma il risultato di precise scelte politiche. Chiediamo al Comune di Bergamo di smettere con la propaganda e di assumersi la responsabilità di affrontare la questione abitativa in modo strutturale: servono case, risorse, interventi pubblici.