Casalbruciato, Asia USB: sempre più evidente la carenza di case popolari, Casapound foglia di fico di un sistema che è marcio

Roma -

A Casalbruciato ancora un episodio di guerra tra poveri che torna a rimettere al centro la cronica carenza di case popolari e dello stato di abbandono di quelle esistenti. Non le costruiscono più da anni, anzi le vendono, e la gente in graduatoria aspetta decenni senza vedersi corrisposto quello che le leggi ancora prevedono.

Attribuire la causa della mancanza di alloggi alle famiglie rom o migranti vuol dire nascondere le responsabilità che tutti i governi, centro-destra e centro-sinistra e ora anche il giallo verde detengono, che è quella di aver abbandonato qualsiasi politica sulla casa, riducendo all'osso il numero di case popolari che è rimasto in Italia.

Roma vive da decenni in uno stato di emergenza sul tema abitativo ed è per questo che ci sono migliaia di famiglie che sopravvivono nelle occupazioni: se non ci sono le case popolari l'unica chance per tanti è stata occupare. 

Per fermare questa situazione si possono requisire o acquistare appartamenti, dando casa a tutti quelli che hanno i requisiti di reddito e patrimoniali che la legge prevede. I soldi ci sono, devono decidersi a spenderli per noi. Quello che non bisogna fare è, invece, cambiare la legge, per restringere il diritto e circoscriverlo solo alle cosiddette fragilità. La casa è un diritto sociale e se gli stipendi non consentono di pagare gli affitti o i mutui, ci vuole una riserva di alloggi che assicuri un tetto a tutti.

La guerra ai rom e ai migranti, che Casapound e la destra estrema stanno aizzando, non solo diffonde il razzismo ma serve a far credere che le case ci siano, solo che sono distribuite male. Ma le cose non stanno così, e i veri responsabili di questa situazione vanno smascherati senza ipocrisie.

 

Asia USB