CASE CONSORZIO VESTA: AS.I.A./USB, INCREDIBILE LO SFRATTO DI INQUILINO NOMINATO CUSTODE GIUDIZIARIO DI IMMOBILE SOTTOPOSTO A SEQUESTRO

Roma -

COMUNICATO STAMPA

Sembrava una vicenda finita bene, dove finalmente veniva resa giustizia a tanti inquilini romani, appartenenti a fasce protette (anziani, giovani coppie e famiglie a basso reddito), ai quali erano stati illegittimamente applicati canoni di affitto di mercato quando invece avevano diritto ad alloggi a prezzi calmierati.

La denuncia era partita qualche mese fa dall’AS.I.A./USB tramite l’avvocato Vincenzo Perticaro,  attivando le indagini del nucleo di Polizia Tributaria, coordinato dal Pm Francesco Dall'Olio, per truffa aggravata da circa sei milioni di Euro ai danni dello Stato e degli inquilini. Su provvedimento del Gip, nel novembre scorso sono stati sequestrati 326 alloggi del Consorzio Vesta e nominati custodi giudiziali degli alloggi gli stessi inquilini che vi abitavano.

Ma dopo il sequestro il “Consorzio Vesta”, nella persona del suo Presidente, ha provveduto ad inviare uno sfratto per morosità a quegli stessi inquilini, i quali non erano riusciti a pagare gli elevati canoni d’affitto loro imposti in violazione di legge.

“Lo sfratto  – afferma Angelo Fascetti, dell’AS.I.A./USB - giunge ora alla Sezione VI del Tribunale Civile di Roma e assegnato al GOT,  il quale,  noncurante di un provvedimento del Giudice Penale che affida in custodia l’appartamento all’inquilino, noncurante della richiesta di sospensione del processo civile poiché pendente un processo penale sulla medesima vicenda; noncurante della circostanza che il canone non era regolare e l’inquilino non era moroso, ma anzi, deve ricevere indietro delle somme ingiustamente versate, ha emesso un’ordinanza in cui sfratta l’inquilino e impone il rilascio in favore del locatore”.

“Stiamo sostenendo il primo inquilino colpito dallo sfratto – prosegue Fascetti -  che si è costituito per mezzo dell’avvocato Perticaro. Inoltre, giorni addietro, l’ASI.A./USB aveva già sollevato delle perplessità sui provvedimenti di alcuni Giudici della Sez. VI del Tribunale Civile di Roma, presentando un esposto agli organi preposti, ma ancora non è successo nulla”.

Conclude Fascetti: “Se è vero che dal nuovo quadro politico del nostro Paese è emersa con evidenza una forte richiesta popolare di cambiamento, l’ASIA-USB auspica che ciò si traduca in termini concreti e che la giustizia intervenga a garantire anche i diritti dei più deboli”.

Roma, 29 marzo 2013

 

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