Case coop vendute a peso d'oro, senza luce e con il rischio sfratti Gabrielli: «Comune responsabile»
Il Corriere della Sera del 13 dicembre, in cronaca di Roma, ha pubblicato un'intervista al Prefetto Gabrielli che interviene sulla truffa dell'edilizia agevolata nei piani di zona. Finalmente, ci viene da dire, ma nel contempo ribadiamo la domanda che tanti cittadini romani stanno facendo: quando si mette fine a questa diffusa illegalità delle ditte e coop costruttrici?
Per il blocco degli sfratti cosa si aspetta? Il governo Renzi sta negando la consueta proroga natalizia, indifferente anche allo stesso periodo del Giubileo straordinario della misericordia.
Il 23 dicembre, proprio alla vigilia di Natale, 27 famiglie del P.d.Z. di Castelverde vedranno arrivare nuovamente l'U.G. e rischiano lo sfratto su richiesta della banca creditrice, questo dopo aver pagato il proprio alloggio più di quanto stabilito dalla legge. L'ASIA-USB invita tutti a partecipare al presidio per fermare il nuovo tentativo di sgombero delle famiglie.
Il prefetto agli abitanti di Piansaccoccia, sulla Braccianese: «Concessioni non revocate. Ci sono chiarissime responsabilità omissive della amministrazione comunale»
di Fulvio Fiano
«Nella vicenda dei piani di zona ci sono chiarissime responsabilità omissive della amministrazione comunale». Lo dice non un attivista dei Movimenti per la casa ma il prefetto Franco Gabrielli. Per il quale il problema è così grave «da rientrare nell’ambito della immoralità». Di più, Gabrielli dice di essersi mosso con alcuni parlamentari («Dei quali non rivelerò i nomi per non fare pubblicità») per chiedere al Governo una moratoria sugli sfratti degli inquilini delle case costruite in edilizia agevolata e rimasti vittima di una truffa più o meno occulta.
Prezzi oltre i limiti di legge
Dopo l’appoggio garantito in passato, il prefetto torna a occuparsi, stavolta in prima persona, delle migliaia di alloggi costruiti in convezione col Campidoglio da molti dei principali imprenditori edili capitolini e poi lasciati in uno stato di abbandono senza leggi. Gabrielli parla - la conversazione è di qualche giorno fa - con gli abitanti di Piansaccoccia, piano di zona B49. Un quartiere sorto sulla Braccianese e in gran parte già abitato, senza che però siano mai state completate le cosiddette opere di urbanizzazione a carico dei costruttori: illuminazione pubblica, strade, allacci fognari. Eppure il prezzo a cui le coop edilizie le hanno vendute, dopo aver intascato i contributi, è alto. Molto più di quanto la legge stabilisce per l’edilizia convenzionata. Il tutto in mancanza conclamata della presentazione dei piani finanziari, un riassunto atteso da cinque anni su spese e costi realmente sostenuti (e dunque sovvenzionati dalle casse pubbliche). Ma è solo un caso fra i tanti disseminati su tutto il territorio della Capitale. Da qui è partita una prima denuncia, l’estate scorsa, contro il Campidoglio per omissione d’atti d’ufficio.
Il dramma sfratti
Accuse che Gabrielli ha sposato in pieno: «L’amministrazione comunale ha mancato di attivare gli strumenti specifici forniti dalla legge, tra i quali rientra la revoca delle concessioni». Sull’illuminazione mancante il prefetto dice di aver già incontrato il commissario Francesco Paolo Tronca in un recente vertice su ordine e sicurezza pubblica: «Un tema che mi coinvolge direttamente, perché ha a che fare con la sicurezza personale e la sicurezza percepita dai cittadini». Ancora più impellente il dramma degli sfratti. Come a Castelverde, Ponte di Nona, dove con la promessa di un appartamento nuovo una ventina di famiglie hanno versato negli anni fino a centomila euro all’impresa senza che questa svolgesse mai i lavori necessari e, dunque, potesse completare la vendita. Le famiglie intanto hanno cominciato a vivere nelle case senza abitabilità e quando si sono rifiutate di pagare l’ennesima gabella sotto forma di indennizzo di occupazione su immobili super valutati da una banca non convenzionata ad erogare mutui agevolati si sono visti recapitare l’ingiunzione di sgombero, che il 23 dicembre sarà eseguito. Poi toccherà ad altre otto famiglie a Tor Vergata. «Persone che hanno perso centinaia di migliaia di euro e ora rischiano di andare in strada - dice Gabrielli -. Qui sconfiniamo nell’immoralità».
13 dicembre 2015 | 08:37