"Case subito", i movimenti occupano gli uffici della Regione
29 ottobre 2014
Gli attivisti protestano "contro la mancata applicazione della delibera sull'emergenza abitativa. Il progetto non tiene conto delle necessità di milioni di precari, studenti, disoccupati"
Blitz a Roma dei movimenti per il diritto all'abitare, che hanno occupato l'assessorato alla Casa della Regione Lazio per protestare "contro la mancata applicazione della delibera sull'emergenza abitativa, mentre il Consiglio sta per votare un Piano casa devastante, che non tiene conto delle necessità di milioni di precari, studenti, disoccupati", si legge in una nota degli organizzatori della protesta. Intanto, a causa delle numerose poltrone ancora vuote, il vicepresidente dell'Aula Massimiliano Valeriani ha rimandato la seduta odierna del Consiglio regionale del Lazio, aggiornata alle 12.15.
"Non andremo via finché non riceveremo risposte concrete. La delibera della Regione Lazio strappata con le mobilitazioni non ha avuto in questi mesi attuazione per un continuo rimbalzo tra Regione e Comune - fanno sapere i movimenti per il diritto all'abitare sotto l'assessorato alla Casa - Intanto in discussione alla Pisana c'è un Piano casa che va in controtendenza rispetto ai bisogni della città e del territorio laziale, dove continuano a moltiplicarsi gli sfratti per morosità incolpevole. Invece di risolvere l'emergenza abitativa a cui la delibera dava una risposta, seppur ancora insufficiente, si continuano a varare leggi che favoriscono i privati e nuove speculazioni. Il patrimonio già esistente e non utilizzato sia del Comune che della Regione deve essere messo a disposizione per risolvere l'emergenza abitativa in questo Paese".
"Con deliberazione numero 18 del 15 gennaio 2014 - spiegano - la Regione Lazio ha avviato un Piano straordinario per l'emergenza abitativa attraverso il recupero e l'autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico, l'acquisizione e/o il recupero di immobili privati sul libero mercato a prezzi calmierati, 'nonché ulteriori attività ritenute più idonee al fine di rendere fruibile il patrimonio immobiliare già esistente nell'ottica della rigenerazione urbana', prevedendo di dare attuazione a uno specifico programma straordinario per Roma in considerazione della particolare situazione emergenziale della Capitale. Una delibera strappata con un anno di lotte e mobilitazioni, che entro 60 giorni dalla pubblicazione avrebbe dovuto dar via al censimento dell'emergenza e all'individuazione del patrimonio immobiliare da destinare all'attuazione del piano straordinario".
E invece "ci siamo seduti svariate volte intorno a tavoli inconcludenti. Sopportato con pazienza la melina istituzionale del Comune di Roma. Osservato preoccupati i continui rinvii nel censimento degli aventi diritto designati dal provvedimento regionale sbandierato dal governatore Nicola Zingaretti, plaudito dal prefetto e dal sindaco Ignazio Marino. Ora ci siamo stancati. Vogliamo ora sapere con chiarezza - scrivono ancora i movimenti per il diritto all'abitare - quali sono le programmazioni regionali rispetto all'emergenza e al fabbisogno abitativo. In buona sostanza, vogliamo comprendere se il piano casa è solamente un ulteriore regalo alla rendita e alle lobby del mattone, in linea con le indicazioni nazionali di Renzi e Lupi, o se intende mettere in cantiere un progetto alloggiativo socialmente utile, orientato verso quei ceti sociali in precarietà abitativa e le nuove povertà. Con un'attenzione particolare verso i giovani, completamente impossibilitati ad accedere ad un affitto o ad un mutuo, in quanto disoccupati o lavoratori precari e in nero, con redditi decisamente insufficienti".