Chi comanda Roma.

Recenzione di Antonello Sotgia

Roma -

Ylenia Sina, in un libro per Castelvecchi,

racconta chi sono i necrofori della città bene comune.

]* Con quest’inchiesta su Roma si chiude la panoramica sui Padroni delle città che la Castelvecchi RX- edizioni ha intrapreso andando a stanare i tanti che stanno mettendo le loro avidissime mani su città come Napoli,Torino, Milano e Firenze. Ad osservare il movimento di quello che accade nella capitale è ora Ylenia Sina che, da giornalista d’inchiesta, ha subito compreso che ogni decisone urbanistica è il corrispettivo di un atto del comando dispotico di chi intende la città e il territorio come merce.

Se Vezio De Lucia - che anche di questo testo è un essenziale riferimento oltre comparire con una specifica intervista- per descrivere in un libro uscito in contemporanea a questo, il risultato del cataclisma dell’abitare al tempo degli scempi, dei condoni, delle “iniziative”(sic) dei signori del cemento, parla di “città dolente”, l’attenzione di Ylenia si stringe intorno al sistema di potere che tutto questo ha prodotto , per dirla con David Harvey, “con atti di distruzione creativa che hanno comportato la spoliazione delle masse urbane di qualsiasi diritto alla città”.

Ylenia fa proprio il procedimento di lettura del camminatore urbano. Entra nei luoghi, varca soglie, va ad interrogare assessori ed urbanisti, attivisti e cittadini, chi da sempre si rompe il capo e mette in campo iniziative ed azioni intorno il cortocircuito urbano romano rappresentato da casa ed abitare, chi organizza comitati che ormai sanno capire cosa nasconde una delibera perfettamente e al tempo stesso proporre soluzioni alternative.

I libro restituisce tutta quest’indagine istruttoria attraverso la modestia, propria solo ai talenti investigativi, con cui l’autrice è riuscita a far parlare, magari in un caffè di fronte a uno spazio occupato, chi di questo ha scritto da tempo e si scopre improvvisamente capace di spiegarsi; tira fuori con delicatezza e rispetto la rabbia di chi non l’avrebbe mai fatto, ma è stato costretto ad occupare una casa e introduce il concetto di cura urbana sconosciuto a chi le case progetta e costruisce; compulsa i siti e i testi della narrazione urbana per poi andare a vedere di persona.

Scopre quasi sempre e racconta che la storia è ancora più complicata, esemplare del punto di vista della battaglia della rendita contro il reddito. Ci dice che chi comanda Roma, lo può spiegare benissimo, uno tra i moltissimi degli occupanti di edifici e spazi pubblici abbandonati. Chi cacciato di casa da un canone predatorio si è saputo trasformare in uno straordinario investigatore e implacabile “ narratore” perché può e sa misurare le proprie condizioni di sofferenza attraverso i mille passaggi proprietari compiuti per fare di quel bene pubblico che è ora la sua casa, strumento di rendita per il privato di turno.

Ylenia non o ha paura di sembrare irrispettosa, così pone precise domande ai due assessori che: il primo per averlo fatto (Morassut assessore di Veltroni), il secondo per averlo interpretato in modo ancora più creativo (Corsini assessore di Alemanno), non hanno saputo reagire a chi proponeva e realizzava altrettanti progetti invasivi questi si irrispettosi ( eufemismo) per l’abitare romano.

Ylenia fa anche di più. Sapendo che nominare i poteri forti non basta; che è necessario capire l’intreccio tra finanza e immobiliarismo pone al nuovo assessore Giovanni Caudo, chiamato dal Sindaco Marino alla guida delle trasformazioni urbane, sostanzialmente la domanda che potrebbe essere la risposta del libro.

Essendo stato proprio lui che ha spiegato come le “ case di carta” siano state le leve con cui si è dispiegato il fenomeno liberista che ha ridotto all’indebitamento perenne una massa enorme di cittadini e portato la miseria dell’abitare presente, come fare per assicurare il diritto alla città ?

E’ un peccato che la forma libro non possa permettere quello che il cinema rende possibile al regista (e al montatore): mischiare tra loro gli avvenimenti, far parlare più persone in contemporanea, far ricorso al flashback . A chi leggerà questo libro succederà perché Ylenia è riuscita a montare questa storia come un invito, ad ognuno di noi che Roma viviamo, ad intrecciare, di nuovo, storie su storie. Quelle che compaiono nel testo con quelle che veniamo a conoscere; quelle, che anche dopo questa lettura, riusciremo a comprendere meglio nel dispiegarsi delle rispettive dinamiche; quelle che sapremo scoprire sapendo bene che , De Lucia è perentorio:
“a Roma a comandare è la proprietà fondiaria” e “il PRG di Veltroni non serve a niente”.

Ylenia lo sa bene. Così ci racconta cosa gli strumenti dell’urbanistica nascondono; di come il capitale finanziario abbia dichiarato, da tempo, la guerra alla città. Va a vedere il ruolo delle banche, il bingo realizzato di chi viene pilotato verso facili acquisizioni di edifici in dismissione pubblica; perché un banchiere può cancellare, per fare rendita immobiliare. il grande spazio dove con l’immaginario cinematografico romano si è costruita una buona parte dell’immaginario cittadino; perché il testo di Renato Zero “il carrozzone va avanti da se” rappresenti la perfetta colonna sonora dell’affaire Eur fatto di più elementi dove tutti enti pubblici, finanzieri, costruttori, politici, sono i necrofori della città bene comune.

Altri testi: tra tutti, Roma di Francesco Erbani ( Laterza edizioni), ci hanno raccontato in questi mesi puntualmente delle più significative battaglie intorno i temi della città. Per lo più perse in termini di garanzie per l’abitare. Urbanisti e giornalisti sembrano rassegnarsi e arrendersi . Significativo, a questo proposito, che il libro per di Erbani inizi con la proposizione di una cartina che mostra di come tutte le vicende urbanistiche più devastanti si siano sviluppate sul lato sinistro del Tevere senza che questo lo spinga a chiedersene il perché o ad andare verificare se è proprio cosi . Non lo è perché andando a vedere chi comanda Roma scopriamo che anche, se lo afferma, il capitale finanziario questa guerra ancora non la ha vinta.

Ylenia Sina non si arrende ne si rassegna. Non dice mai può bastare. Sa bene che, superata una certa scala, le vicende urbanistiche assumono le caratteristiche di lotta per i diritti alla città e se c’è chi crede di comandare troverà sempre sula sua strada chi ( a questi il libro è dedicato) “ resiste e continua a provare ed affermare il proprio diritto alla città “.

Dovete darci la città, la città, la città; poi ne riparliamo.

 (Ylenia Sina “Chi comanda Roma” Palazzinari, banche e stampa:un sistema di potere che tiene in pugno la Capitale” RX Castelvecchi edizioni 2013 euro 14,90.)

 

*pubblicato sul sito dinamopress.it il 3 .settembre 2013.