Commissione Speciale del Parlamento Europeo sul Diritto all'Abitare: l'intervento di Asia-Usb

Palermo -

All’incontro del 18 settembre con la Delegazione HOUS dell'Europarlamento, nella Sala Piersanti Mattarella del Palazzo Reale di Palermo, siamo intervenuti con forza sulle questioni abitative che riguardano i lavoratori e le lavoratrici siciliane. Le famiglie hanno aperto uno striscione chiarissimo che accompagnasse l'intervento del rappresentante territoriale Gabriele Rizzo, che riportiamo integralmente:

Intervento alla Commissione speciale del Parlamento Europeo sul diritto all’abitare

Buon pomeriggio Membri della Commissione,
vi ringrazio per l’opportunità di portare la voce di una comunità che oggi vive una condizione di disagio abitativo profondo, in una città simbolo del Mediterraneo: Palermo.

Quella che vi espongo non è soltanto una questione locale, ma un fenomeno che attraversa l’intero continente e che mette in discussione i principi fondamentali dell’Unione Europea: la coesione sociale, la dignità della persona, l’uguaglianza di opportunità.

A Palermo, come in molte altre grandi città europee, i canoni di locazione sono cresciuti ben oltre le possibilità economiche della maggioranza degli abitanti. I quartieri storici, custodi di memoria e identità collettiva, stanno vivendo un processo di espulsione silenziosa: intere famiglie, spesso con redditi modesti o con contratti di lavoro precari, sono costrette a lasciare i luoghi dove hanno sempre vissuto. Sempre più sfratti, sempre più sgomberi. Questo produce fratture sociali, perdita di comunità, e un senso di precarietà esistenziale che mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. 

La scarsità di alloggi pubblici e sociali accentua ulteriormente la crisi: chi viene estromesso dal mercato privato non trova alcuna alternativa. Di fronte a questa emergenza, le famiglie sono spesso abbandonate a sé stesse: costrette a soluzioni abitative insalubri dalle istituzioni locali, o a coabitazioni forzate, o infine a occupare per necessità. 

Crediamo che la casa non sia un asset speculativo, o un cespito, ma una necessità. Abitare significa radicarsi, partecipare alla vita collettiva, contribuire allo sviluppo economico e culturale dei territori. Negare questo diritto significa sfaldare l’intero tessuto sociale.

Per questo motivo chiediamo con forza che il Parlamento Europeo si faccia promotore di un’azione coordinata tra istituzioni europee, nazionali e locali che includa:

-un piano straordinario di investimento nell’edilizia sociale e pubblica, evitando la costruzione di nuove cubature, evidentemente ingiustificate; gli immobili sfitti nel solo Comune di Palermo sono più di 67.000, di cui anche diversi condomini abbandonati di proprietà pubblica;

-un piano straordinario per le aree interne colpite a morte dal rischio idrogeologico, dallo sfruttamento dei lavoratori migranti e dalle carenze infrastrutturali, condizioni che si specchiano nell'attuale andamento demografico;

-strumenti normativi per limitare la speculazione immobiliare tutelando chi i territori li abita: non accettiamo più le proposte di chi non tiene conto degli attuali tassi di assorbimento dei suoli delle nostre città e neanche di chi trasforma la nostra storia in un fast food per turisti. 

-vogliamo misure di sostegno diretto per le famiglie e i lavoratori colpiti dall’aumento insostenibile dei canoni di affitto e dalla precarietà del lavoro che porta scarse garanzie di pagamento ai proprietari;

-utilizzo del patrimonio confiscato alle mafie a fini sociali e non più speculativi;

-vogliamo che siano favoriti processi di sanatoria delle occupazioni e non più di stigmatizzazione e criminalizzazione; chi attende l'assegnazione di una casa a Palermo può attendere anche 15 anni o più;

-vogliamo l'abolizione immediata dell'art. 5 del decreto-legge 47/2014 che non permette ai nostri abitanti di godere della cittadinanza, locale ed europea;

-l’inserimento del diritto alla casa e all'abitare come pilastro non negoziabile delle politiche sociali europee.


Signore e Signori,
senza case accessibili e sicure, non vi è Europa della solidarietà, non vi è Europa della coesione e non vi è soprattutto dignità. Le città non possono diventare friggitorie a cielo aperto o mercati immobiliari globali e le aree interne deserti per estrarre valore senza sviluppo alcuno: devono restare luoghi vivi, abitati da comunità radicate e partecipi.

Vi chiediamo dunque di ascoltare e di agire. Non per carità, ma per giustizia. Perché l’abitare è il filo rosso che ci unisce e unisce i popoli del mondo. Per questo chiudo socializzando con voi un pensiero di solidarietà alla resistenza all'apartheid e al genocidio del popolo palestinese. 

Vi ringrazio.

AS.I.A USB Sicilia