CONTINUANO GLI ATTACCHI ALLE OCCUPAZIONI ABITATIVE. LE FAMIGLIE DI VIA IRNERIO RESTANO DOVE SONO!

Bologna -

Ci risiamo. L’estate è agli sgoccioli e i membri della direzione dell’Azienda Ospedaliera Sant’Orsola, evidentemente rinfrancati da ferie che non tutti possono permettersi, hanno ritrovato le energie per rinnovare l’attacco all’occupazione abitativa di via Irnerio 13. Si direbbe che le vacanze siano foriere di cattivi consigli per lor signori, dato che già il rientro dalla pausa natalizia era stata occasione per confermare alle famiglie la volontà di sgombero, con tanto di missiva. La posizione non cambia di un millimetro, i (deboli) argomenti avanzati sono sempre gli stessi e pare che il tavolo prefettizio apertosi nei mesi scorsi assieme a una rappresentanza di Palazzo d’Accursio e dei proprietari dei grandi immobili sfitti risulti per loro solo una riunione in più da appuntare periodicamente sull’agenda.

 

Dopo aver cercato in prima battuta di mettere in moto i meccanismi della magistratura paventando una pretesa inagibilità dei locali, poi smentita dai periti competenti, già nei mesi scorsi l’A. Osp. aveva intavolato un piano d’attacco basato su un’unica parola d’ordine: la mission aziendale. Ieri come oggi si ricorda infatti agli abitanti delle Case Occupate Nelson Mandela che un ospedale non ha il compito di trovare una soluzione al loro problema abitativo. Già lo scorso inverno, qualcuno degli inquilini considerati illegittimi ebbe modo di chiedere personalmente al direttore amministrativo se fosse però compito dell’ospedale curare chi si ammala perché costretto a vivere sotto un ponte. Anche questa volta siamo quindi costretti a prendere atto dell’impianto ideologico aberrante dei ragionamenti fossilizzati ormai a ogni livello delle strutture dirigenziali di questo paese che dalla crisi del neo liberismo vuole uscire con un’accelerata di liberismo! E’ durato anche troppo, in tutto il mese di agosto, il gioco dello scarica barile sulle sorti di chi oggi vive l’emergenza abitativa sotto le torri. Gli abitanti di un’altra occupazione, quella delle ex-scuole Ferrari in via Toscana, ne stanno ancora pagando le conseguenze sulla loro pelle, in seguito a una vicenda indecente che si è conclusa al momento con il distacco delle utenze di luce e acqua. Ora purtroppo ci tocca constatare che questo gioco piace a chi non dovrebbe, e che il processo di privatizzazione della sanità pubblica porta con sé il tarlo dell’irresponsabilità sociale in luoghi in cui invece dovrebbero prevalere principi di sussidiarietà. Insistere sul tasto dell’irrinunciabilità dell’immobile di via Irnerio, per di più entrato nelle disponibilità del Sant’Orsola per una mera donazione testamentaria, e senza attendere prima l’esito dell’asta di settembre (la seconda, dato che la prima alcuni anni fa andò deserta), è vergognoso quanto ipocrita. Infatti, per chi è chiamato ad amministrare un bene pubblico nell’interesse dei cittadini, questa piuttosto potrebbe essere l’ennesima buona occasione per sottolineare l’improponibilità dei tagli orizzontali perpetrati da tutti gli ultimi governi ai danni del servizio sanitario nazionale.

 

Qualcuno quindi vorrebbe chiudere così un’estate già pesante per chi vive il dramma di non poter pagare un affitto. Dopo che la scorsa primavera si era visto in tutta Italia l’attacco poliziesco fatto di sgomberi e manganelli, dopo le prime nefaste conseguenze del decreto Lupi e delle sue norme palesemente lesive dei diritti fondamentali della persona, dopo l’attacco fazioso e squallido che la testata locale de Il Carlino ha portato avanti in settimane in cui ha fatto del suo giornale carta da pattume, qualcuno vorrebbe infliggere un altro duro colpo alla comunità degli inquilini morosi incolpevoli e degli occupanti di Bologna, vanificando gli sforzi politici realizzati sin qui intorno al tavolo prefettizio per l’utilizzo degli immobili sfitti. Ma Asia-Usb non ha alcuna intenzione di abbandonare a se stesso nessuno di quelle donne e di quegli uomini che hanno capito che l’unico strumento per essere più forti è organizzarsi assieme per immaginare strade alternative alla crisi e alla precarietà che altri pensano debbano diventare le loro uniche prospettive di vita. Assieme a queste persone, faremo invece ricorso a tutti i mezzi necessari per garantire loro un futuro dignitoso.

 

In tutto ciò non possiamo non chiamare in campo anche l’amministrazione cittadina, e soprattutto quella sua parte che si è dimostrata meglio disposta a trovare strade per una soluzione reale, perché le pratichi davvero e mantenga coerenza con i buoni propositi fin qui palesati. Rinnoviamo quindi specificamente il nostro appello affinché si proceda immediatamente alla stesura di un progetto per la requisizione del costruito inutilizzato sulla base di quanto proposto in senato dal sen. Casson (Pd) che conduca al reperimento di alloggi da mettere a disposizione di quei nuclei morosi incolpevoli che non rientrano nei parametri del protocollo prefettizio e delle norme del piano casa.

 

ASIA/USB BOLOGNA