Contro la guerra ai poveri di Renzi: Roma rilancia! 4 giugno assemblea pubblica

Roma -

Le settimane di mobilitazione che si sono appena concluse contro il decreto Lupi e il jobs act hanno visto i movimenti partecipi di una contestazione incondizionata al governo Renzi. Un governo che appena si è insediato ha prodotto decreti e provvedimenti, passati a colpi di fiducia, che si riversano su tutti coloro che sono già impoveriti dai precedenti governi dell’austerity. Il piano casa, il jobs act non fanno altro che distribuire ulteriore precarietà nel paese e che nel territorio romano si riversa ulteriormente attraverso il decreto Salva Roma.

Dopo le elezioni ci rendiamo conto, inoltre, di quanto una parte dell’elettorato abbia confermato il governo dell’ordine quello che garantisce sogni tranquilli a quella parte del paese che non vuole mettere in discussione i propri privilegi. Il 40% al Pd è l’espressione di quella violenza messa in campo a Piazza del Popolo quella che è contenta, nonostante un alto tasso di astensionismo, di stare sempre sulla quella strada che, già da tempo, segue l’Europa neoliberista. Le briciole degli 80 euro al mese solo per alcuni, le garanzie alla borghesia delle grandi opere e della rendita hanno prodotto la continuità che il nostro caro Presidente della Repubblica Napolitano sperava.

La classe dirigente infatti, prosegue nel voler usare le risorse pubbliche a favore delle banche come è previsto nel piano casa attraverso la fine dell’edilizia popolare nonostante i limiti che questa presentava; attraverso l’housing sociale sostituendo le case popolari con un’idea di abitare destinata comunque a quei solvibili sempre più in crisi. Un piano casa scellerato in gran parte a favore della città di Milano sede dei futuri interessi personali e di potere del ministro Lupi.

Il jobs act, allo stesso modo, punta ancora una volta ad abbassare il costo del lavoro nel paese attraverso l’introduzione di ulteriore flessibilità. Dietro la menzogna della produttività utile a contrastare la disoccupazione, si nascondono dispositivi e cambiamenti all’interno del mercato del lavoro che statisticamente provano un peggioramento delle condizioni di ognuno proprio in quei paesi la dove tali provvedimenti sono stati già applicati.

Infine, e non per importanza, il Salva Roma privatizzando le municipalizzate e i principali servizi della Capitale costringerà tutti gli abitanti della città ad un servizio peggiore ad un costo più alto, prevedendo inoltre, tagli al personale e ai salari dei dipendenti comunali.

Ma questo è solo il volto della burocrazia, quello che attraverso le leggi dichiara chiaramente guerra ai poveri. C’è anche il volto violento che ha trovato la sua massima espressione nell’alleanza Renzi-Alfano-Pecoraro. Di fatto, il nuovo centro destra, utile in questa fase al partito democratico, ha basato la sua campagna elettorale sull’ordine da ristabilire all’interno dei territori che non vogliono essere pacificati e dove si alza forte, la contrarietà ai decreti della povertà e dei sacrifici. I movimenti che si autorganizzano per resistere all’austerity vengono sempre di più relegati alla figura di criminali e gli si vieta l’acceso al centro della capitale per esprimere il proprio dissenso.

In questo ultimo anno e mezzo i movimenti di lotta per la casa hanno sferrato un colpo molto duro alla dirigenza di questa città attaccando direttamente la rendita attraverso la riappropriazione diretta e pretendendo l’uso degli immobili invenduti tanto quanto del patrimonio pubblico non utilizzato. Questo ha provocato una riorganizzazione chiara della controparte che attraverso l’art.5 del decreto Lupi che titola “Lotta agli abusivi” sta già applicando sgomberi e il taglio delle utenze alle occupazioni negando di fatto, i principali diritti civili come il diritto alla sanità e alla scuola che passano attraverso la residenza. Un articolo presentato alla camera e al senato come necessario per poter combattere il sistema degli abusivi che arrivano prima degli aventi diritto! Una bufala che chiaramente vuole mettere i poveri contro i poveri.

L’alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati [UNHCR], pochi giorni fa ha espresso la sua “preoccupazione per gli effetti che la recente approvazione del decreto legge cosiddetto “Piano Casa” potrebbe provocare sulla vita di migliaia di rifugiati presenti in Italia. La legge vieta infatti che chi occupi illegalmente un edificio possa avere accesso alla registrazione della residenza.” Aggiungendo inoltre, che questo comporterebbe “il rischio di non poter più accedere all’assistenza sanitaria, al lavoro, nonchè all’istruzione per migliaia di bambini”. Questioni che vengono denunciate da mesi e che confermerebbero la gestione scellerata dei problemi sociali che in città come Roma e non solo, si sono palesati proprio nelle settimane scorse nel CARA di Castelnuovo di Porto. Il prefetto Pecoraro infatti dovrà rispondere di una situazione esplosiva quella che vede ogni giorno scoppiare rivolte nei Cie e nei Cara della città, che si aggraverà ulteriormente con il decreto Lupi. Per anni, senza alcun dubbio, le occupazioni sono state l’unica risposta concreta per centinaia di rifugiati e migranti che popolano il territorio urbano.

L’arresto di Paolo dei blocchi precari metropolitani e di Luca del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, vorrebbe avere la pretesa di fermare le lotte che rispondono a tutto questo. E come abbiamo già ribadito: Luca e Paolo sono volti pubblici, la rabbia e la voce di tutti e tutte. Se questo non fosse abbastanza chiaro, quello che si sta mettendo in discussione è l’agibilità politica nel territorio urbano e l’attacco che viene fatto ai movimenti di lotta per la casa è un attacco generale e generalizzato. Il potenziale di una lotta che organizza la riappropriazione dal basso di un bisogno essenziale deve essere fermato prima che possa espandersi ad altri settori della società.

Un flusso che già si è espanso e che ha visto nell’ultimo anno il moltiplicarsi di studentati in tutta Italia e anche nella città di Roma. Gli studenti scelgono di riappropriarsi del proprio presente prima di tutto, attraverso la liberazione di spazi all’interno delle università ultimo luogo rimasto ad avere un potenziale aggregativo e sociale importante ribellandosi ai meccanismi di disciplinamento come il merito e all’accesso sempre più esclusivo al diritto allo studio. Ma non solo, connettendosi con il resto della città e con un’intera generazione di precari si riappropriano delle case rispondendo nell’immediato al ricatto degli affitti, dei lavori malpagati per conquistare il reddito e la dignità che gli spetta.

Le piazze, le strade che si sono riempite in queste settimane hanno voluto parlare a tutti e tutte coloro che non vogliono subire ancora la riorganizzazione del capitale in crisi che ha come ultima risorsa quella di estrapolare profitto dal diritto alla casa, dalla privatizzazione dell’acqua pubblica e dei trasporti, dalla devastazione ambientale, dall’imposizione di ulteriore sfruttamento.

Per questo motivo invitiamo tutti e tutte a partecipare ad un’assemblea pubblica che lanci un percorso cittadino propositivo verso la città; che sappia discutere per tornare nelle piazze e nei quartieri; che sappia ristabilire un ordine del discorso che non veda i poveri contro i poveri;che ristabilisca la possibilità di rispondere alla guerra che ci stanno dichiarando; che sappia mettere in discussione chi e come vengono utilizzate le risorse nel paese; che nel breve periodo possa costruire una campagna che ci porti al vertice sull’occupazione giovanile dell’11 luglio a Torino.

I movimenti per il diritto all’abitare e contro la precarietà e l’austerity invitano tutti ad un’assemblea cittadina il 4 Giugno alle ore 18 al Porto Fluviale Occupato.