Da Porta Pia il corteo dei movimenti. "Assedio ai ministeri"

Roma -

In campo 1500 agenti. Oggi la manifestazione degli antagonisti. Marino: "Sono preoccupato, isolare i violenti". Blindati il centro storico e i palazzi istituzionali

di MAURO FAVALETredici tende in tutto, tre blindati dei carabinieri a sorvegliare, musica raggae dagli amplificatori, una trentina di persone che prendono il sole: sotto al ministero delle Infrastrutture, a Porta Pia, c'è anche chi si fa una fotoricordo in mezzo alle forze dell'ordine. Alla vigilia della manifestazione che domani dovrebbe portare nella capitale 20mila persone da tutta Italia (NoTav, No Muos e quell'area dell'antagonismo che aveva già sfilato a Roma lo scorso 19 ottobre), la preoccupazione e le tensioni sono soprattutto nelle parole del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e di uno dei leader del movimento in città, Paolo Di Vetta."Tutte le manifestazioni che si annunciano con qualche dichiarazione violenta mi preoccupano", afferma il primo, in questi giorni costantemente in contatto con questura, prefettura e Viminale: "Ho avuto tutte le rassicurazioni che saranno in campo tutte le forze dell'ordine necessarie  -  sottolinea Marino  -  affinché, come accadde lo scorso ottobre, di fronte a possibili disordini e violenze, la città possa permettere a coloro che vogliono manifestare pacificamente di farlo e, invece, isoli chi pensa di trasformare le nostre strade in un teatro di violenze"."Sarà un corteo deciso, non si può fare con le rose in mano", dice a distanza Di Vetta che, meno di due mesi fa, è finito ai domiciliari per gli scontri del 31 ottobre in via del Tritone. Parla davanti alle prime tende che, due sere fa, sono state aperte sotto al ministero delle Infrastrutture a Porta Pia, uno dei simboli dei provvedimenti più contestati dal movimento: le grandi opere (la Tav in primis) che, secondo i manifestanti, drenano risorse che dovrebbero essere messe su un reddito di cittadinanza e sulla casa, e il nuovo pianocasa messo a punto dal ministro Maurizio Lupi. Saranno questi, insieme al Jobs act del governo Renzi, i principali bersagli della manifestazione di domani.

 

Tredici tende in tutto, tre blindati dei carabinieri a sorvegliare, musica raggae dagli amplificatori, una trentina di persone che prendono il sole: sotto al ministero delle Infrastrutture, a Porta Pia, c'è anche chi si fa una fotoricordo in mezzo alle forze dell'ordine. Alla vigilia della manifestazione che domani dovrebbe portare nella capitale 20mila persone da tutta Italia (NoTav, No Muos e quell'area dell'antagonismo che aveva già sfilato a Roma lo scorso 19 ottobre), la preoccupazione e le tensioni sono soprattutto nelle parole del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e di uno dei leader del movimento in città, Paolo Di Vetta."Tutte le manifestazioni che si annunciano con qualche dichiarazione violenta mi preoccupano", afferma il primo, in questi giorni costantemente in contatto con questura, prefettura e Viminale: "Ho avuto tutte le rassicurazioni che saranno in campo tutte le forze dell'ordine necessarie  -  sottolinea Marino  -  affinché, come accadde lo scorso ottobre, di fronte a possibili disordini e violenze, la città possa permettere a coloro che vogliono manifestare pacificamente di farlo e, invece, isoli chi pensa di trasformare le nostre strade in un teatro di violenze"."Sarà un corteo deciso, non si può fare con le rose in mano", dice a distanza Di Vetta che, meno di due mesi fa, è finito ai domiciliari per gli scontri del 31 ottobre in via del Tritone. Parla davanti alle prime tende che, due sere fa, sono state aperte sotto al ministero delle Infrastrutture a Porta Pia, uno dei simboli dei provvedimenti più contestati dal movimento: le grandi opere (la Tav in primis) che, secondo i manifestanti, drenano risorse che dovrebbero essere messe su un reddito di cittadinanza e sulla casa, e il nuovo pianocasa messo a punto dal ministro Maurizio Lupi. Saranno questi, insieme al Jobs act del governo Renzi, i principali bersagli della manifestazione di domani. Il corteo partirà alle 14 proprio da Porta Pia, da dove si era conclusa la manifestazione del 19 ottobre. Poi sfilerà lungo via XX Settembre, piazza Barberini, via del Tritone, via del Traforo e via Nazionale in direzione di piazza della Repubblica, per ritornare a Porta Pia, passando per piazza Indipendenza e viale del Policlinico. Dalla Questura mantengono i toni bassi: emerge soltanto una "cauta preoccupazione". I numeri delle forze dell'ordine messe in campo parlano di 1.500 agenti, con reparti mobili in arrivo da tutta Italia. Particolarmente presidiati i palazzi istituzionali, soprattutto quelli che i manifestanti hanno dichiarato di voler "assediare": il ministero dell'Economia, in via XX Settembre (dove già il 19 ottobre ci furono brevi e circoscritti scontri), e quello del Welfare in via Veneto.Il centro storico sarà blindato, per impedire improvvise deviazioni del corteo. Anche per questo, comunica il presidente di Federmoda Roma, ci sarà una serrata per diversi negozi, soprattutto quelli tra via Barberini e via del Tritone, fino a piazza della Repubblica.Intanto, l'accampada in stile spagnolo sotto Porta Pia va avanti: per oggi è attesa l'apertura di altre tende. "Vogliamo lanciare un segnale  -  conclude Di Vetta  -  questa sarà la prima manifestazione contro il governo Renzi: nessuno l'ha ancora fatta, noi abbiamo avuto il coraggio di iniziare".