Decreto piano casa, al via fiducia. Movimenti: protesta sotto Montecitorio
I Movimenti per la casa, assieme al sindacato di base USB, annunciano che oggi 19 maggio saranno nuovamente a Roma, sotto Montecitorio, per protestare contro il decreto che vara il piano casa 2014 di Lupi perché questo ucciderebbe "l'edilizia residenziale pubblica" e regalerebbe "soldi e nuove opportunità di profitto alla rendita e alle banche".
"Dopo cinque giorni di mobilitazione sotto il Senato e la Camera, iniziative in diverse città italiane e contestazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il governo decide di mettere la fiducia1 sulla conversione in legge del decreto approvato a marzo e denominato impropriamente'piano casa'. Una decisione che conferma l'assoluta indifferenza verso le emergenze di questo Paese, verso chi vive la precarietà ed una prepotenza antidemocratica assoluta" denunciano i Movimenti per la casa e il sindacato di base l'USB, annunciando che oggi la protesta tornerà nuovamente a Roma, sotto Montecitorio. I Movimenti per la casa ricordano che Matteo Renzi sie era "presentato dicendo che non avrebbe governato a colpi di fiducia", evidenziando invece come stia facendo "l'esatto contrario", soprattutto per la "necessità di raccogliere voti per le prossime elezioni europee". E ciò ha causato, precisano i Movimenti per la casa, una restrizione rispetto a "qualunque spazio di confronto e di contrasto", anche in merito al decreto che andrà a varare il piano casa 2014 di Maurizio Lupi. Per questo motivo i Movimenti per la casa dichiarano quindi di essere indisponibili "verso un decreto che uccide l'edilizia residenziale pubblica, regala soldi e nuove opportunità di profitto alla rendita e alle banche, aggredisce i poveri, i movimenti per il diritto all'abitare e le occupazioni in generale". E così, dopo le manifestazione contro le privatizzazioni e per i beni comuni indetta dal Forum per l'acqua pubblica, iMovimenti per la casa assieme all'USB torneranno oggi 19 maggio in piazza, alle ore 16:00 contro "un Jobs Act che - concludono - aggredisce pesantemente le vite di milioni di precari".