DIRITTO ALLA CASA NEL 2025: RAFFORZARE L'IMPEGNO PER BATTERE LA RENDITA CHE IMPONE AFFITTI E MUTUI INSOSTENIBILI!

Roma -

RIPORTIAMO LE CONCLUSIONI DEL LIBRO ‘PRIGIONIERI DEL MATTONE’, PUBBLICATO A MAGGIO 2023 DA ASIA-USB, CHE INDICANO I CONTENUTI E LA STRADA PER RAFFORZARE LA BATTAGLIA PER IL DIRITTO ALL’ABITARE NEL 2025!

La casa è diventata il simbolo di questo decennio. Nessun altro bene economico ha, infatti, la straordinaria capacità di rappresentare la quasi totalità dei temi importanti dell’agenda politica: disagio sociale, ricchezza, povertà, lusso, rabbia qualunquista, antagonismo radicale, problema fiscale, speculazione finanziaria, devastazione ambientale, poteri criminali, cultura della rendita, familismo amorale, scarsa mobilità territoriale, demagogia politica, marketing elettorale, mancanza di autonomia delle giovani generazioni, crisi del sistema industriale, finanziarizzazione dell’economia, strapotere delle banche, mutazione delle città.

La casa continua a condizionare le scelte politiche perché troppi interessi si muovono intorno ad essa e perché il suo peso in termini elettorali è determinante. Sono diverse le elezioni politiche e/o amministrative fortemente condizionate dal tema della casa e il blocco politico enorme dei proprietari continua a essere al centro delle attenzioni del Governo, come se non ci fossero altri problemi o altri punti di vista sul tema, se non garantire al massimo la proprietà privata, interamente votata e tesa alla speculazione ed al profitto. Bisogna dire basta alla finanziarizzazione delle città, alla speculazione immobiliare e finanziaria. Le case devono diventare oggetti normali, si deve ridimensionare il loro valore, la loro capacità di rendita parassitaria, favorire il mercato degli affitti per i giovani, per le famiglie con disagi economici e per tutti quelli con non vogliono contrarre mutui con le banche.

Il ritorno alla regolazione dei canoni di locazione secondo un principio di sostenibilità economica e il massiccio aumento di Edilia residenziale Pubblica, determinerebbe automaticamente la scelta di migliaia di cittadini, perlopiù giovani, a vivere tranquillamente in affitto, come avviene in moltissimi paesi europei, o a chiedere l’assegnazione di un alloggio pubblico, vedendo soddisfatta questa istanza in poco tempo. Ciò avrebbe rilevanti effetti sul piano dell’autonomia dalle famiglie di origine, il che consentirebbe di fronteggiare il problema generato dal combinato effetto tra i salari più bassi d’Europa e i prezzi elevatissimi degli affitti, che determinano l’insostenibilità dell’abitare. Ciò consentirebbe di rispondere all’emergenza abitativa avviando un processo di redistribuzione economica con un’inversione di tendenza culturalmente e politicamente significativa, con passaggio di ricchezza dalla rendita - di cui il settore immobiliare costituisce un settore importante - al lavoro.

Abitare è un diritto, essere proprietari di casa no. E se la Repubblica favorisse l’affitto equo con politiche pubbliche efficaci non sarebbe neanche conveniente, dati i tassi di interesse dei mutui. Anzi bisognerebbe, al contrario, rivendicare il diritto ad “abitare senza debito”. Occorre innescare un processo di profondo ripensamento del ruolo delle politiche pubbliche per fare ciò è necessaria una rivolta culturale e politica contro il sistema culturale legato alla proprietà che spinge verso l’indebitamento diffuso della popolazione.

È opportuno disattivare la cultura della rendita, anche quella da locazione che oggi è più remunerativa di un’attività di lavoro, persino di quelle strategiche per il futuro come l’istruzione e la ricerca, e favorire un rilancio della cultura del lavoro. È quindi necessario riconfigurare il carico fiscale sulla base di un principio: bisogna sostenere chi “fa” e chiedere di più a chi “ha”. È necessario, inoltre, ritornare a mobilitare la città anche per rivendicare il diritto ad essa e alla fruizione completa dei commons urbani sempre più spesso utilizzati dal sistema immobiliare per le sue speculazioni.

Per fare questo occorre mettere in moto la società italiana ma non con la mobilitazione di istanze qualunquistiche e corporative caratterizzate dalla rabbia contro il ceto politico e la casta. Queste sono nient’altro che espressioni di una società civile disorientata e rancorosa totalmente immersa nel brodo mediatico delle rappresentazioni della politica che guarda il dito e non luna.

PREFAZIONE del libro 'Prigioniere del Mattone' pubblicato da ASIA-USB a maggio 2023.