Diritto alla casa, presidio di Sovescio: "Ritirare ordinanze di sgombero e dichiarare stato di emergenza"

www.ilmattinodiparma.it

di ANDREA BERNARDI

Parma -

Fa caldo a Parma. Ed il periodo estivo è noto che sia un momento di apparente calma. Così non è per gli attivisti dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio, che nel pomeriggio di venerdì hanno indetto un presidio con relativa conferenza stampa sotto Portici del Grano in piazza Garibaldi per continuare a dare visibilità alla lotta che oramai portano avanti da 8 mesi, da quando occuparono lo stabile di via Bixio che ora è sede di una palestra popolare, della biblioteca ‘Liberamente’, oltre ad essere punto di ritrovo per numerose iniziative culturali, sociali e politiche e soprattutto alloggio per 8 nuclei familiari che altrimenti difficilmente potrebbero permettersi una casa con tutte le conseguenze che ne derivano.

RITIRO DELLE ORDINANZE DI SGOMBERO E ATTI CONCRETI DA SINDACO E PREFETTO-Lo scopo pratico del presidio, che va di pari passo con la distribuzione del materiale informativo, è quello di attivare una raccolta firme per chiedere il ritiro delle ordinanze di sgombero per Sovescio e la casa occupata di p.le Barbieri, notificate nel mese di aprile da Prefettura e Comune di Parma (leggi). Gli attivisti chiedono inoltre un “forte atto concreto” che sta solo nel potere di Sindaco e Prefetto, ovvero di dichiarare lo stato di emergenza abitativa “come ad esempio fece il famoso Giorgio La Pira”. Questo passo – secondo Sovescio – potrebbe aprire la strada a delle soluzioni immediate per il problema casa: blocco degli sfratti e requisizione delle case sfitte da molti anni.

“Anche se l’amministrazione si è dimostrata collaborativa – dice Irene di Insurgent City – sedendosi al tavolo delle trattative e garantendo due edifici, uno da lasciare in comodato d’uso e finalizzato all’autorecupero per 5 nuclei familiari, e l’altro come soluzione tampone per le famiglie sotto sgombero, ribadiamo che lo spazio di via Bixio è insostituibile perché prima di tutto siamo un laboratorio anti esclusione e non possiamo accettare di essere relegati ai margini della città”. “Quindi oltre l’emergenza abitativa – continua Irene – rivendichiamo la necessità di restare in via Bixio perché abbiamo creato un luogo che rappresenta una società positiva senza barriere che va oltre alle dinamiche del sistema attuale, che tende ad escludere l’individuo e a ragionare solo sulla base del mero profitto economico”.

 “SOVESCIO NON E’ 4 MURA MA UN QUARTIERE”-Da questo punto di vista, la presenza nel quartiere Oltretorrrente di Sovescio – prosegue nello stesso discorso Giovanni – è un’occasione di ricomposizione sociale e di condivisione con tutti gli abitanti, con i quali abbiamo buoni rapporti. E’ di questa settimana la lettera aperta ai concittadini dell’Oltretorrente per spiegare cosa facciamo e invitarli a partecipare attivamente alle nostre iniziative”.

Così, nell’ottica di apertura dello spazio, “Sovescio non è solo 4 mura” – specifica Giovanni – domenica 20 luglio in Piazzale Picelli, dalle 10 ci sarà una festa che coinvolgerà tutto il quartiere dove verranno portate le iniziative e i corsi che già animano l’edificio di via Bixio. Il programma prevede anche un pranzo popolare e la presentazione del dossier sugli edifici pubblici lasciati al degrado oltre alla distribuzione di materiale informativo e alla musica che farà da sottofondo alla giornata.

“Chiediamo al Comune di recepire ulteriormente le nostre richieste. L’emergenza abitativa è risolvibile solo con il recupero degli spazi vuoti, è inutile costruire altre quartieri residenziali come ‘Parma Mia’ (nella zona sud della città compresa tra la tangenziale, strada Farnese e via Chiavari), che arricchiscono i soliti costruttori per poi restare vuoti. I costi a carico dei servizi sociali in questo modo diminuirebbero. Negli ultimi periodi non vengono più eseguiti gli sfratti, segno che l’emergenza è davvero ad un livello preoccupante.”

Queste le conclusioni dei ragazzi del Sovescio mentre si accingono ad iniziare la raccolta firme contro le ordinanze di sgombero sotto il gazebo che hanno montato per proteggersi dalla calma piatta del sole estivo.