DISMISSIONI ENASARCO: GLI INQUILINI DI VIA DE MARCO A ROMA PROTESTANO CONTRO I PREZZI DI VENDIDA DEGLI ALLOGGI!

Roma -

DISMISSIONE IMMOBILI DI VIA MICHELE DE MARCO: ARRIVATE LE PRIME LETTERE DI PRELAZIONE!

PREZZI INGIUSTIFICATI, OPERAZIONE PRIVA DI TRASPARENZA CON PALESI INCONGRUENZE E VIOLAZIONI DEGLI ACCORDI SOTTOSCRITTI DALLA FONDAZIONE, SILENZIO E COMPLICITA’ DEI SINDACATI “MANDATARI”!

I perché della beffa a danno degli inquilini, qualche spunto di riflessione:

- Enasarco, benché sia un ente gestore di prestazioni previdenziali e assistenziali obbligatorie, ha inteso dismettere il proprio patrimonio immobiliare, agendo come soggetto giuridico privato, ai sensi del D.Lgs. n. 509/1994, sulla base di accordi sindacali che ne definiscono i criteri e le modalità di vendita, non ritenendo applicabili le normative sulle dismissioni degli enti pubblici, che risultano socialmente più eque e favorevoli agli inquilini;

- la proprietà ha determinato il prezzo degli immobili del civico 50, scegliendo quello massimo consentito (€2.750 mq lordi, che equivalgono a 1.732 netti al mq), nonostante che tale valore possa essere applicato, secondo quanto disciplinato dagli accordi sindacali, unicamente a condizione che gli stabili siano in uno stato conservativo normale e siano accatastati in A/2. E’ a tutti noto che gli interventi eseguiti dalla Fondazione risultano, a tutt’oggi, limitati e largamente insufficienti; il requisito del normale stato conservativo è palesemente insussistente. Perplessità, altresì, suscita l’attuale accatastamento in A/2, in ragione del cattivo stato conservativo, della scarsa qualità costruttiva e funzionalità degli edifici, che non risulterebbe coerente con la normativa catastale vigente e con le rilevazioni dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia del Territorio (O.M.I.), per il quale la tipologia prevalente nella zona è quella con caratteristiche di “abitazioni di tipo economico” (A/3). Sulla materia, sebbene ai soli fini di determinazione dell’equo canone, il Tribunale Civile di Roma, con sentenza definitiva n. 19884/98, aveva stabilito che le unità immobiliari locate di via M. De Marco dovevano considerarsi appartenenti alla categoria A/3. Tale circostanza determina effetti distorsivi nella individuazione del più congruo valore di vendita, giacchè le quotazioni O.M.I. della citata area territoriale esprimono valori assai diversi per le tipologie catastali A/2 (€/mq 2.750) e A/3 (€/mq 2.400). In buona sostanza, l’Enasarco avrebbe potuto determinare un prezzo base, non superiore a € 2.400 (che diventano a 1.512 netti al mq), ma si è ben guardata dal farlo. I criteri scelti incidono sul prezzo finale, come vedete, di oltre 200 euro a mq.

- clamoroso è il caso dei pozzi privi di acqua, che renderebbero giuridicamente inidonee le parti a verde condominiale e inabitabili i giardini di pertinenza privata. Nonostante il grave vizio Enasarco vende e calcola i giardini privati a prezzo pieno, secondo le regole previste dal DPR 138/98. Il giochino vale intorno ai 30.000-40.000 euro e oltre; queste sono, con ragionevole approssimazione, le cifre richieste per giardini e verande. E’ una vera e propria vessazione che intendiamo adeguatamente contrastare.

- le lettere inviate dalla proprietà non forniscono alcuna indicazione sui criteri di formazione del prezzo delle singole unità abitative, né sono specificati i coefficienti dei listini di frazionamento che assegnano a ciascun appartamento i correttivi migliorativi o peggiorativi, in funzione di alcune variabili (piano, tipologia, orientamento, esposizione);

- la gestione degli accordi tra oo.ss. e Fondazione non garantisce sufficiente trasparenza alle operazioni di vendita, vede prevalere interpretazioni unilaterali e sfavorevoli agli inquilini (tra le quali vi è l’obbligo del condominio di stipulare un contratto di servizi di portierato) e non offre né alcuna possibilità di contraddittorio né adeguate tutele giuridiche all’acquirente;

- l'Enasarco, con gara del 14/1/2013, ha deliberato lavori per l’eliminazione delle stato di pericolo degli edifici resosi necessari a seguito degli accertamenti eseguiti dai VV.F.. Si tratta per lo più interventi per la loro messa in sicurezza, senza i quali la Fondazione non può procedere ai rogiti. Allo stato delle informazioni disponibili non è dato sapere se e in che misura sono previsti quegli interventi di manutenzione straordinaria indispensabili per ristabilire il normale stato conservativo, senza i quali, lo ribadiamo, non può ritenersi giustificato il prezzo di €/mq 2.750. Sostenere che questi lavori siano sufficienti per risanare gli stabili senza conoscere l’importo e il dettaglio degli stessi è una gran balla. E cosa ne sarà delle singole porzioni immobiliari bisognose di importanti manutenzioni straordinarie? Lo sappiamo come la Fondazione gestisce queste problematiche, le scarica sugli inquilini; qualche volta interviene, se è proprio costretta dalla ASL, dai VV.F. o da qualche opportuna segnalazione.

PER LA DIFESA DEI LEGITTIMI INTERESSI LE RISPOSTE DEGLI INQUILINI NON POSSONO CHE ESSERE QUESTE: ORGANIZZAZIONE, COMPETENZA E TUTELA LEGALE!

SIAMO A UNA FASE DECISIVA, NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE! COSA FARE SUBITO?

CHIEDERE LA IMMEDIATA SOSPENSIONE E REVOCA DELLE LETTERE DI PRELAZIONE!

CONTRASTARE I PREZZI ENASARCO CON PERIZIE TECNICHE E ANALISI DEI COSTI PER RIPORTARE GLI STABILI AL NORMALE STATO CONSERVATIVO. E’ LO STRUMENTO INDISPENSABILE CHE MISURA LA CONGRUITA’ DEL PREZZO SCELTO DALL’ENASARCO CON GLI ONERI DEGLI INEVITABILI LAVORI!

ORGANIZZARE LA TUTELA LEGALE CON MANDATARI INDIPENDENTI!

 

IL COMITATO INQUILINI via M. De Marco