Emergenza abitativa. Un governo imbelle
C'è da rimanere stupefatti davanti alle "soluzioni" che il governo intende mettere in campo a fronte di una crescente e drammatica emergenza abitativa. Mentre a poche decine di metri da via della Stamperia - dove dalle 12.00 si è tenuto il vertice Stato-Regioni sull'emergenza casa - migliaia di persone, di sfrattati, senza casa, occupanti premevano sul blocco degli agenti di polizia posti a difesa del palazzo, poco più in là ministri e presidenti delle regioni avanzavano idee risibili e ridicole per affrontare un'emergenza sociale che da tempo ha cessato di essere tale solo nella grandi aree metropolitane per estendersi anche a città minori una volta prospere.
Sfratti e pignoramenti si stanno abbattendo ormai su decine di migliaia di famiglie in tutto il paese. Ieri a Roma per sfrattare una donna con tre figli nel quartiere di Centocelle hanno dovuto mobilitare ben sei blindati e sei macchine della polizia. In pratica una operazione militare per eseguire uno sfratto. Ma gli sfratti esecutivi sono almeno 60mila. E allora?
Qui di seguito due agenzie con le dichiarazioni, dei ministri Lupi e Delrio al termine del vertice, ci danno una idea della inettitudine del governo a fronte del problema:
Lupi: "Tre fondi contro emergenza abitativa"
Il rifinanziamento di due fondi contro L'emergenza casa: il primo per l'affitto, attualmente a 100 milioni, ed il secondo per i morosi incolpevoli. E poi l'istituzione di un terzo fondo a garanzia dei proprietari di immobili. È Quanto ha annunciato questo pomeriggio il ministro delle infrastrutture, maurizio lupi, al termine di una riunione unificata con regioni, province e comuni, nell'ambito della conferenza stato-regioni, per contrastsre l'emergenza casa. "Quello di oggi- ha spiegato il ministro- e il primo di un rapidissima serie di incontri operativi che portanno il governo a fare un secondo provvedimento per svilppare i punti concordati: per l' emergenza a breve è necessario affrontare i due anelli deboli della catena: chi non riesce a pagare l'affitto non per sua colpa da un lato, e i proprietari delle case dall'altro".
Delrio: "Priorità assoluta aiutare inquilini morosi e incolpevoli"
"La priorità assoluta del governo è quella di aumentare il fondo a sostegno degli inquilini morosi e incolpevoli" che sono sottoposti alle procedure di sfratto. A spiegarlo è stato il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, in una conferenza stampa al termine della riunione della conferenza unificata che oggi ha affrontato il tema delle politiche abitative. Delrio ha anche ricordato che nel provvedimento legislativo di riforma dell'imu "c'è un forte impegno a sostenere i percorsi di accompagnamento per i soggetti sottoposti agli sfratti".
Quindi il governo propone due provvedimenti poco più che assistenziali a fronte di una emergenza sociale strutturale. Una logica fuori da ogni logica se non quella di tenere aperte tutte le strade per consentire che sulla casa sia ancora dominante la speculazione, la rendita fondiaria senza mettere mano a misure risolutive per mettere fine al problema dell'abitare come emergenza.
I ministri forse non sanno che, in via della Stamperia, a pochi metri dal palazzo dove hanno tenuto il vertice, ce n'è un altro al centro di una inchiesta giudiziaria. Quel palazzo in un solo giorno era passato di mano - tramite il senatore Conti del Pdl e l'Ente previdenziale degli psicologi - creando dalla mattina alla sera una plusvalenza di ben 18 milioni di euro tra acquisto (la mattina a 26 milioni) e vendita (la sera stessa a 44 milioni). Di fronte a questa dimensione della speculazione finanziaria sulla casa e l'immobiliare, il governo mette a disposizione un fondo di .... 100 milioni. Ci sarebbe da disperarsi, ma la gente scesa in piazza anche oggi ha affermato che per la disperazione non c'è più posto e - per affermare diritti e dignità - si è passati all'organizzazione e al conflitto sociale. Difficile sapere se l'acre odore dei lacrimogeni tirati dalla polizia o dei fumogeni lanciati dai manifestanti abbia schiarito le idee a ministri e presidenti di regione. Ma è certo che l'inerzia e i palliativi non sono la risposta necessaria ai problemi posti dai movimenti per il diritto all'abitare.
Ultima modifica il Giovedì, 31 Ottobre 2013 17:37
www.contropiano.org/editioriali/item/20031-emergenza-abitativa-un-governo-imbelle
CASA, PIAZZONI (SEL): "SUBITO MORATORIA SFRATTI, MISURE GOVERNO INSUFFICIENTI"
(OMNIROMA) Roma, 31 OTT - "Sel sostiene le richieste dei movimenti per il diritto alla casa e all'abitare, a partire dalla richiesta di una immediata moratoria degli sfratti, assolutamente necessaria per invertire la rotta di questa tragica situazione che è la principale emergenza nella aree urbane". Lo afferma, in una nota, la deputata di Sel Ileana Piazzoni.
"Le proposte del ministro Lupi - aggiunge il comunicato - ci appaino insufficienti rispetto al problema che coinvolge migliaia di persone. Per affrontare seriamente l'emergenza casa sono necessarie molte più risorse e devono essere messi in campo, fin da subito, provvedimenti urgenti. Sel chiede che siano fermati in particolare gli sfratti degli immobili di proprietà degli enti previdenziali pubblici e privatizzati in attesa che s'intervenga seriamente sulla disciplina delle loro dismissioni, su cui abbiamo presentato mesi fa una mozione che andrà finalmente in discussione alla Camera nei prossimi giorni. E' inoltre necessario che si avvii una ricognizione del patrimonio abitativo sfitto, e che questo sia messo a disposizione dei Comuni per fronteggiare l'allarmante crisi abitativa. Su questo ci batteremo con fermezza nelle prossime settimane, a partire dalla prossima legge di stabilità". red
CASA, D'AUSILIO (PD): "EMERGENZA CRONICA, SERVE UNO SCATTO IN AVANTI POLITICA"
(OMNIROMA) Roma, 31 OTT - "Ci troviamo di fronte a un'emergenza che sta diventando cronica e che rischia di sfuggire al controllo delle istituzioni, come testimoniano gli scontri di oggi. C'è bisogno di uno scatto in avanti della politica. Come abbiamo già detto in molte occasione, a Roma serve un vasto programma di housing sociale. Il Comune di Roma ha come suo obiettivo quello di farsi carico delle fasce più deboli società: lo abbiamo dimostrato fin dai primi giorni dell'insediamento della giunta Marino, incontrando i rappresentanti delle associazioni per la casa. Il momento che stiamo vivendo è molto delicato, sia dal punto di vista sociale che da quello economico. Il problema c'è e colpisce migliaia di cittadini, ma dobbiamo avere le capacità e la sensibilità per mantenere la calma e avviare un dialogo costruttivo con persone che vivono un grave disagio". Lo dichiara, in una nota, Francesco D'Ausilio, capogruppo Pd all'Assemblea capitolina.
La protesta sulla casa:
una scusa per picchiare
di Diana Alfieri
www.ilgiornale.it/autore/diana-alfieri.html
Inferno nel centro di Roma e tensione davanti a Montecitorio. Negli scontri feriti 4 carabinieri
Roma - Momenti di tensione e scontri in pieno centro ieri a Roma. Da un lato i cordoni della polizia, dall'altro gruppi di manifestanti. La protesta è degenerata presto in violenza.
E le forze dell'ordine hanno dovuto fare uso di lacrimogeni per disperdere i più facinorosi. L'occasione della protesta era rappresentata dalla riunione, in agenda proprio ieri mattina, della Conferenza delle Regioni per discutere l'emergenza casa. A via della Stamperia, nella sede del ministero degli Affari regionali, l'assise era prevista per le 11 e, a seguire, quella tra il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e i rappresentanti delle associazioni dei senza casa. I movimenti per la casa hanno scelto questa data per tornare in piazza e far sentire la propria voce e per chiedere da subito il blocco degli sfratti. Alcune centinaia di persone, armate di fischietti, hanno manifestato prima davanti a Montecitorio, con l'idea di trasferirsi poi proprio davanti al palazzo di via della Stamperia. «Stop agli sfratti», si poteva leggere sulle bandiere con sigla Usb sventolate dai manifestanti insieme ad altre con scritto «La casa si prende».
È una piazza multiforme. Ci sono studenti, attivisti dei movimenti, immigrati e anziani. Ognuno ha una storia da raccontare, qualcosa da condividere, un motivo per protestare. Le uniche bandiere sventolate sono quelle dei movimenti, qualcuna No-Tav e altre dell'associazione Inquilini e abitanti. «Questa protesta non vuole colori politici», ribadiscono più volte i manifestanti così come avevano sottolineato il 19 ottobre nella manifestazione che portò all'occupazione di Porta Pia. I primi momenti di tensione di fronte a Montecitorio, mentre in Aula si discuteva il dl Istruzione. Un centinaio di persone, molte delle quali a volto coperto, ha tentato di dirigere il corteo in direzione di via della Stamperia, ma il blocco delle forze dell'ordine su via del Tritone ha fatto scattare la violenza. I manifestanti si sono lanciati contro i poliziotti e, armati di spray urticante e bombe carta hanno tentato di sfondare il blocco. Il tentativo è fallito, ma il bilancio è stato comunque pesante. Quattro gli agenti delle forze dell'ordine rimasti feriti e dodici i manifestanti contusi. All'altezza di largo Chigi, invece, dai ranghi dei comitati in lotta per la casa è partito il lancio di uova marce, tanto per far capire ai poliziotti qual era l'umore dei manifestanti.
Dentro il Palazzo, intanto, c'era chi cercava di perorare la causa di quelli che assediavano le vie circostanti. Fuori era tutto un vortice di violenza (con i manifestanti che in alcuni casi sono addirittura riusciti a salire sui tetti dei blindati e hanno lanciato bombe carta), dentro era una guerra di parole, con la presidente della Camera, Laura Boldrini, che così replicava ai grillini che invocavano la sospensione dei lavori: «Ritengo sia giusto richiamare quanto sta avvenendo fuori da quest'Aula, perché il Palazzo non deve essere impermeabile, tuttavia ritengo sia altrettanto giusto continuare con i nostri lavori, i questori si stanno già informando della situazione e riferiranno». Una salomonica decisione che non è piaciuta ad Alessandro Di Battista (M5S). «Le violenze vanno sempre condannate - ha scritto su Facebook - ma la rivolta (civile e non violenta) deve sollevarsi altrimenti l'Italia muore».