Emergenza casa, a Cassino riesplode la tensione per italiani e stranieri

Roma -

CASSINO - Chi ha creduto, sperando o  autoconvincendosi, che l’allarme per l’emergenza abitativa a Cassino fosse rientrato, sbagliava di grosso. E quanto accaduto ieri nella sala giunta prima, dopo e durante l’incontro tra il sindaco Petrarcone, l’assessore ai servizi Sociali Di Russo, il consigliere dei Carc Durante ed il referente provinciale per l’emergenza abitativadell’Asia/Usb Tarallo, lo ha dimostrato. All’ordine del giorno di quest’incontro infatti, doveva esserci un solo e semplice punto: quello relativo alla possibilità, per i senza tetto che oggi vivono nelle ex scuole dismesse di Via Ponte La Pietra e di zona Panaccioni, di vedersi ricollocati in altre strutture più attrezzate, agibili (a differenza di queste sopracitate) e certamente più confortevoli. Ma prim’ancora di iniziare “i lavori”, davanti la porta della sala giunta sono comparsi più di una quindicina di ragazzi, tutti di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Erano i giovani dell’emergenza nord-Africa, i disperati del progetto Sprar, i rifugiati politici della Libia, del Ghana, del Senegal, del Gambia e di chissà quali altri paesi del continente africano. Tutte persone queste, che dopo aver preso parte a progetti umanitari, d’ integrazione, alfabetizzazione, assistenza ed addirittura di inserimento nel mondo del lavoro delle diverse cooperative che operano sul territorio cassinate e frusinate, si ritrovano oggi letteralmente in mezzo una strada. Su L'Inchiesta-Quotidiano nelle edicole stamane un'ampia pagina sul proble

Redazione L'Inchiesta Quotidiano