Emergenza casa ad Alessandria: "basta parole, prima dell'inverno il problema va risolto"

Alessandria -

Sono numeri sempre più grandi e più allarmanti quelli dell'emergenza abitativa ad Alessandria. Mentre si allunga l’elenco dei cittadini in attesa di un alloggio popolare e raddoppiano di anno in anno gli sfratti per morosità, di contro si riducono le risorse per tendere una mano a chi, travolto dalla crisi, si è ritrovato a non avere più un tetto sulla testa. "La tendenza è veramente drammatica", ha commentato l'assessore alle politiche abitative di Palazzo Rosso, Mauro Cattaneo, lunedì mattina "chiamato" in Commissione Politiche Sociali insieme ai membri dell'Osservatorio Sociale, ai sindacati degli inquilini e all'Atc, l'Agenzia territoriale per la casa. Un incontro convocato per tracciare un quadro dell'emergenza abitativa che vive il capoluogo, a una manciata di giorni dall'ultima protesta esplosa a Palazzo Rosso con “l'irruzione” nell'ufficio del sindaco Rossa da parte di un gruppo di attivisti del Movimento per la casa, di cui 22 ora denunciati per invasione di edifici, danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio (clicca qui per la notizia). Una protesta scaturita dopo un tentativo di sfratto in via Savonarola, ennesimo caso tra decine e decine. La fila di famiglie allo “Sportello Casa” del Comune ogni mattina è sempre più lunga, ha sottolineato l’assessore Cattaneo e anche alla porta della Caritas ogni giorno bussa "un nuovo povero".  Sono stati ben 346 i nuovi casi di povertà registrati nel 2013 dal Centro d’Ascolto della Caritas, ha ricordato con preoccupazione Marco Santi  dell'associazione Opere di Giustizia e Carità. Ai dati già evidenziati nel report 2013 della Caritas si sono poi aggiunte le 81 famiglie già aiutate dall'inizio dell'anno e le 11 ancora in lista d'attesa. Uomini e donne "che hanno il volto del nostro vicino di casa", ha aggiunto Santi, tra cui ci sono anche intere famiglie  e un centinaio di bambini, cui è spesso complicato fornire una soluzione. Oltre a dover fronteggiare la scarsità di risorse strutturali, gli operatori del settore devono anche fare i conti  con strumenti normativi "datati" e "troppo rigidi” per aiutare la nuova platea di cittadini in difficoltà. La 'povertà" oggi racconta del resto una molteplicità di storie diverse che difficilmente possono restare, ad esempio,  nei rigidi confini per accedere al contributo a sostegno della locazione, per cui solo nel Comune di Alessandria si sono già accatastate 366 domande. Norme, ha sottolineato invece Santi, che oggi impediscono anche di attivare una borsa lavoro da 300 euro a una donna con un bambino a carico “perché riservata esclusivamente a vittime del racket della prostituzione”.

Da "aggiornare" sono però anche gli accordi territoriali per favorire affitti a canoni calmierati "fermi al 2003", hanno sottolineato Bruno Pasero del Sunia Cgil, Gian Paolo Demartini e Giuseppe Gandini di Sicet Cisl, sollecitando un intervento del Comune per mettere insieme le parti e per attivare soluzioni in grado di alleggerire quantomeno il peso fiscale sui proprietari disposti ad affittare alloggi a famiglie in difficoltà . "Se non cominciamo a intervenire sull'edilizia privata continueremo ad avere una sempre maggiore domanda sul pubblico che non è però in grado di rispondere" hanno puntualizzato i sindacalisti.

A complicare uno scenario già di per sé al limite ci sono poi i 110 casi di occupazioni abusive registrate ad Alessandria. “Sta cominciando a passare l'idea che basta sfondare una porta per trovare una casa – ha raccontato l’assessore Cattaneo -  Ad Alessandria il fenomeno è estremamente elevato rispetto ad altre province piemontesi e temo che questa situazione derivi anche da un non sufficiente monitoraggio del territorio da parte dell’Atc”. “Complicato”, ha aggiunto l’assessore, riuscire a interloquire con i vertici dell’Agenzia Territoriale per la casa, per i sindacati degli inquilini “un muro di gomma” soprattutto alla richiesta  di cambio di alloggio, invocato dagli stessi inquilini per ridurre i costi di gestione di un appartamento, tra cui “in primis” quello per il riscaldamento.

Una situazione, per il vicepresidente dell’Atc, Antonio Tortorici, in realtà determinata “dalle legge” e “dall’assenza di case”. “Per cambiare alloggio i pagamenti dell’inquilino devono essere regolari e ci devono essere alloggi liberi” ha sottolineato Tortorici. Con una percentuale di inquilini morosi del 30%, l’Atc, ha aggiunto il vicepresidente, non avrebbe però risorse economiche per ristrutturare e mantenere tutti gli alloggi. Anche rispetto all’imponente numero di occupazioni abusive, l’Agenzia territoriale per la casa avrebbe ben poco margine di azione. “Ben tre sentenze, di cui una del Tribunale di Alessandria hanno fatto prevalere lo stato di necessità delle famiglie sulla legge regionale – ha spiegato Tortorici - E’ la politica che deve agire perché noi, nel nostro piccolo possiamo fare poco”.  

Scoraggiato dai numeri dell’emergenza abitativa a fronte del grande impegno dell’Osservatorio Sociale di Alessandria, diventato “un modello” anche per operatori di altre città italiane, Fabio Scaltritti della Comunità di San Benedetto al Porto ha rimarcato la necessità di misure "straordinarie" per dare una risposta alle centinaia di famiglie a rischio sfratto e per arginare il fenomeno delle occupazioni abusive. “Non basta solo una riorganizzazione delle Agenzie territoriali, bisogna rivedere anche le modalità di erogazione dei servizi del Cissaca e utilizzare tutti gli immobili di edilizia pubblica” ha evidenziato Scaltritti. L’inverno, ha aggiunto, è nuovamente alle porte e il rischio è di vedere altre famiglie finire in mezzo alla strada durante l’emergenza freddo.

“Prima dell’inverno questo problema va risolto” ha quindi tuonato il Presidente della Commissione, Paolo Berta, “stanco di sentire sempre parole e non avere mai gli strumenti per intervenire”. Risentito dalla mancanza di risposte arrivate dalla Prefettura  all’invito a prendere parte alla Commissione, il Presidente Berta si è detto pronto ad andare a bussare direttamente all’ufficio del Prefetto, Romilda Tafuri, per avere una risposta Istituzionale al problema dell’emergenza abitativa nel capoluogo.