Emergenza casa, esplode la protesta: occupato un palazzo e presidio in Regione

Roma -

Oltre mille attivisti dei movimenti per il diritto all'abitare si sono mobilitati questa mattina. Gente sul tetto del palazzo di piazza dei Navigatori, proteste al 'Bidet' di via Imperatore e agli uffici dell'Ipab di piazzale Tosti. "Avanti a oltranza"

 

Il palazzo a vetri del centro direzionale di piazza dei Navigatori occupato da centinaia di persone, con attivisti sul tetto e con una tendopoli nell'area antistante. "Tende anche davanti alla presidenza della Regione Lazio, con persone arrampicate sulle impalcature montate". E ancora. “Segnalata la vergogna del degrado e della speculazione del cosiddetto "Bidet" nella vicina via Giustiniano Imperatore”. Infine. Occupati gli uffici dell'ex IPAB Istituto Romano San Michele in piazzale Tosti sempre nell'VIII Municipio. È l'azione di protesta messa in atto questa mattina dai movimenti per il diritto all'abitare che ha mobilitato oltre mille persone.

 

A piazza dei Navigatori anche blindati delle forze dell'ordine. Secondo quanto si apprende il palazzo è in parte riempito da uffici di Confcommercio, dove al momento dell'occupazione erano presenti dei dipendenti, mentre l'ala destra è vuota. "E' una vergogna" il commento di Rosario Cerra, presidente di Confcommercio Roma. "Nel palazzo c'è la nostra sede centrale e i dipendenti della nostra associazione, oltre cinquanta persone, hanno dovuto abbandonare in fretta i propri uffici e i compiti a cui stavano lavorando nella concitazione generale, senza sapere cosa sarebbe successo da lì a breve e soprattutto senza conoscere quando sarà possibile poter tornare in sede" ha spiegato augurandosi un intervento delle forze dell'ordine. 

 

Nel mirino degli attivisti non solo l'art. 5 del Piano Casa del Governo ma anche gli sfratti “che lasciano le persone in mezzo a una strada ogni giorno” e gli sgomberi “che rimangono senza soluzione da parte delle istituzioni”. Tra le richieste anche quella di far ripartire la delibera regionale, ormai ferma da mesi, sull'emergenza abitativa “strappata con le lotte dei movimenti, che ha disponibilità economiche per duecento milioni e che ha definito chiaramente i soggetti destinatari dell’intervento, nonché le strutture soprattutto pubbliche da utilizzare per realizzare oltre 1200 alloggi popolari di edilizia sovvenzionata, recuperando edifici e senza consumare nuovo suolo”.

 

SAN BASILIO - BLOCCHI STRADALI E BLINDATI CONTRO UNO SGOMBERO

 

Avvertono i movimenti: “Rimarremo qui a oltranza fino a che le istituzioni non si decideranno ad ascoltare le nostre richieste e ad aprire un tavolo per trovare soluzioni adeguate” spiega un attivista. “Chiediamo al Prefetto di Roma, al governatore della Regione Lazio e al sindaco di assumersi questa responsabilità. Da oggi la nostra mobilitazione sarà permanente e non farà un passo indietro”. Anche perchè “l'emergenza abitativa continua ad aumentare e le risposte dall'alto non ci sono: anche oggi qui ci sono decine di persone senza casa che cercano una soluzione alternativa alla strada”. 

 

“Da tempo lottiamo contro il malaffare, la compravendita di alloggi e voti, gli sfratti, i pignoramenti e gli sgomberi"scrivono i movimenti. "Soprattutto contro la rendita e i grandi costruttori che hanno realizzato migliaia di alloggi rimasti vuoti e invenduti” si legge in una nota. “Potremmo fare un lungo elenco di edifici in questo stato. Veri e propri relitti urbani abbandonati spesso al degrado e alla devastazione. Per non parlare dell’enorme invenduto, degli scheletri pubblici e privati che riempiono la città”. Tra gli esempi presi di mira: la “vendita del patrimonio comunale”, grandi progetti immobiliari come quello dello stadio della Roma “con la realizzazione di tre grattacieli di 200 metri, di centri commerciali e uffici intorno” o l'area dell'ex Fiera di Roma, non molto distante da dove sono state portate avanti le proteste di questa mattina.

 

“Eppure si continua con la gestione dell’emergenza. Con i centri abitativi temporanei, con i residence (si chiudono vecchi rapporti e se ne aprono di nuovi), con i centri di accoglienza/lager” denunciano. “Senza nessun progetto strutturato si va avanti con sgomberi di occupazioni antiche di oltre dieci anni e di alloggi popolari, in nome di una legalità spicciola si calpestano diritti primari come quello ad un tetto, alla residenza, all’acqua e all’energia”.