Emergenza casa, i manifestanti bloccano il Consiglio comunale
CASSINO - Single, genitori separati, famiglie che non riescono a far fronte alle rate del mutuo e ancora disoccupati, migranti, ragazze madri e tanti altri ancora. Diventa sempre più ampia e variegata la platea di persone che deve fare i conti con l’emergenza casa in città e ad accogliere le loro istanze e cercare di trovare una soluzione c’è il sindacato Usb/Asia. Una missione non certo semplice per la cronica mancanza di spazi e le continue richieste che arrivano di giorno in giorno. «Le ultime richieste ci sono arrivate pochi giorni fa da una famiglia con dei bambini che ci ha chiesto ospitalità nella scuola dei Panaccioni ma purtroppo la fatiscenza della struttura non era indicata per i piccoli» afferma con rammarico il delegato provinciale Rino Tarallo.
La cosa grave è che non si intravede un’inversione di tendenza in questa drammatica situazione come evidenzia Tarallo. «Si parla di 19 nuovi mini appartamenti ma l’assessore Refrigeri non ci ha ancora comunicato nulla. La cosa invece certa è che l’emergenza casa non accenna a diminuire in città, a differenza di quello che afferma l’assessore ai servizi sociale Stefania Di Russo che continua a voler gestire tutto in maniera diretta senza voler ascoltare nessuno».
Il problema principale, come detto, restano gli spazi da poter mettere a disposizione delle persone senza casa che al momento mancano. «Qualche mese fa era stata annunciata da parte del Comune la messa a disposizione per queste famiglie della struttura in via Cappella Morrone, ma il tempo continua a passare senza che si veda qualcosa di concreto all’orizzonte. Intanto in città sono sempre di più le famiglie che hanno lo sfratto esecutivo che da un momento all’altro potrebbero ritrovarsi in mezzo ad una strada».
A rendere la situazione ancora più drammatica, secondo il delegato provinciale è «il disinteresse dell’amministrazione comunale verso questa situazione. Abbiamo proposto più volte di fare quadrato, ma le nostre parole sono sempre cadute nel vuoto e nessuno si è mai degnato di farci visita nelle scuole assegnateci da loro stessi, ne tantomeno in via Vaglie o alla Colonia Solare la scorsa estate durante le occupazioni, al fine di constatare di persona lo stato di disagio dei cittadini».
Un altro punto fondamentale che il sindacato vuol evidenziare è quello legato alle persone che hanno diritto o meno. «Le accuse mosse in maniera pretestuosa sul chi e perché avesse il "diritto" di essere "ospitato" nei plessi scolastici denota come si tenti di scaricare su altri responsabilità proprie. Non solo da ottobre suppliamo alle mancanze dell'amministrazione ma addirittura dobbiamo sorbirci le minacce e le puntualizzazioni del "solerte" assessore circa la decadenza della delibera che ci affidava le scuole in gestione. Vogliamo altresì ricordare, a chi sembra aver smarrito la memoria, che se qualche risposta positiva si intravede anche se non proprio immediata lo si deve esclusivamente a quelle famiglie, alle quali si sono aggiunti altre persone in difficoltà, che con le lotte, le occupazioni, e le conseguenti denunce hanno sollevato il problema portando il nome di Cassino alla ribalta col risultato concreto dell'interessamento della Regione Lazio. Verrà forse l'assessore in persona per cacciare gli attuali occupanti o si coprirà dietro le forze dell'ordine, ma soprattutto con quali argomentazioni? Verrà lei a spiegare i motivi a chi da troppo tempo vive come un disperato o a chi è obbligato a convivere con la spada di Damocle di un imminente sfratto la giustezza delle sue risposte e dell'indirizzo politico? Verrà sempre lei a spiegare le sue mirabolanti graduatorie della disperazione le quali hanno come vero obiettivo quello di scatenare una infame guerra tra poveri? L'unica risposta giunta finora dall'amministrazione è l'escamotage delle assegnazioni provvisorie che dimostra da un lato l'inutilità delle graduatorie e dall'altro che la teoria dei famosi furbetti della Di Russo non va applicata a chi vive il disagio ma a chi vuole impropriamente gestire un’emergenza sociale a proprio uso e consumo. Considerando la sua non celata candidatura alle prossime amministrative capiamo bene questo tipo di atteggiamento. Ma noi siamo pronti a dare battaglia in quanto non disponibili a tollerare che si speculi sulla pelle della nostra gente»
«Vogliamo anche sottolineare - continua Tarallo - che sono già passati diversi mesi da quando alla presenza della stampa, durante una riunione con gli occupanti e con chi li rappresentava, si trovò la soluzione per liberare le scuole assegnate con delibera (scaduta a marzo), e cioè Panaccioni e via Ponte la Pietra, con l'impegno del sindaco e della stessa Di Russo a destinare una scuola più vivibile al fine di alleggerire le condizioni di disagio estremo in cui si trovavano e si trovano gli occupanti. Oggi l'assessore smentisce tutto non riconoscendo agli occupanti i propri diritti acquisiti dalla condizione economico-sociale e dalle lotte intraprese, ma anzi dichiara che sarà la loro discrezionalità a stabilire, senza alcun confronto con le parti in causa, come e a chi assegneranno i nuovi alloggi e qualunque altro immobile il comune acquisirà in futuro. Si metta l'anima in pace la Di Russo su questo tema perché troverà in noi una dura opposizione. Lei non ha alcun merito per aver portato all'attenzione e alla ribalta l'emergenza abitativa scoppiata a Cassino ma cerca solo di cavalcare, strumentalizzare e gestire, al fine di mascherare il totale fallimento delle politiche sociali. Noi non ci stiamo, rilanciamo la lotta per il diritto alla casa quale diritto imprescindibile per una vita dignitosa e di fronte al disinteresse e all’incapacità risolutiva di questo assessorato tanto delicato pensiamo che ci sia bisogno di ben altra figura autorevole e credibile, al posto di chi ha dimostrato di non essere all'altezza del compito. L'assessore che aveva e continua ad avere dubbi perenni sulle reali condizioni degli occupanti faccia una cortesia alla città e si dimetta».
Una posizione ribadita ieri sera in Sala Di Biasio durante il Consiglio comunale e sotto il Comune con una nutrita rappresentanza delle famiglie che patiscono l’emergenza abitativa.
Una protesta civile che ha voluto riportare all’attenzione dei consiglieri il problema che tante famiglie cassinati stanno vivendo in questo momento. I momenti più caldi ci sono stati con la contestazione da parte dei manifestanti nei confronti dell’Assessore ai servizi sociali Stefania Di Russo all’uscita dal Comune. Ribadendo la richiesta di dimissioni oltre ad un operato che, secondo i manifestanti, non è stato sempre limpido.