Emergenza casa, i movimenti occupano i municipi: "Disobbedite al Piano casa"
Con questa azione gli attivisti hanno chiesto l'avvio di una campagna di disobbedienza civile presso gli uffici municipali. Nel mirino l'art. 5
Invitano alla disobbedienza civile contro l'articolo 5 del piano casa del governo Renzi. I movimenti per il diritto all'abitare romani questo pomeriggio hanno occupato diverse sedi dei municipi della Capitale, in particolari quelle degli ex II, III, IV, V, VI, VII e XI. Nel mirino il fatto che l'articolo in questione impedisce il rilascio del certificato di residenza da parte degli uffici dei municipi, anche con effetto retroattivo, agli occupanti senza titolo.
“Invitiamo i dipendenti dei Municipi alla disobbedienza civile rispetto a quanto disposto dalla legge" spiega all'agenzia Dire un esponente dei movimenti. Ai presidenti di municipio o ai direttori chiedono un incontro “perchè non venga fermato il rilascio delle residenze. “Invitiamo presidenti, giunte e consigli municipali ad esprimere ufficialmente la loro contrarietà a questa legge ingiusta e incostituzionale e ad assumersi la responsabilità di continuare a concedere le residenze a tutti e tutte” si legge in una nota. Per domani invece in programma un'assemblea a Porta Pia.
Scrivono i movimenti in un comunicato: “Il motivo che ci spinge a questa protesta è presto detto: il cosiddetto Piano Casa del ministro Lupi, in particolare l'articolo 5, nega retroattivamente a chiunque occupi senza titolo la casa in cui abita, il diritto ad avere gli allacci alle utenze di luce, acqua e gas e ad ottenere la residenza” si legge nella nota. “Oggi vogliamo sottolineare che negare la residenza equivale a privare le persone dei diritti fondamentali e in molti casi a spingerle di fatto alla clandestinità. Vogliamo dialogare con i lavoratori e le lavoratrici degli uffici anagrafici e in generale dei Municipi, in quanto è a loro che spetta la concreta applicazione di questa infame legge”.
Continua la nota: “Gli sfratti continuano a un ritmo di decine al giorno. Ecco perché, prima di trovarsi sotto a un ponte o in una baracca, sempre più persone e famiglie decidono di occupare una casa, sia per conto proprio che lottando insieme ai movimenti”. Da qui la proposta: “Vi proponiamo dunque di riflettere e discutere su una campagna di disobbedienza civile all'articolo 5 del Piano Casa. Per quanto siano decisioni che vengono prese molto in alto, ad attuarle nel concreto sono uomini e donne in carne ed ossa, non i “mercati” o qualche altra entità astratta. Pensiamo che i concetti di umanità e dignità, se assunti e sviluppati collettivamente, possano essere un grande argine contro lo strapotere dei profitti e delle ingiustizie sociali”.